venerdì 11 luglio 2014

Strongoli - Anticamente Petelia

Strongoli come era alla fine del Settecento in un disegno dell’abate Jean Claude Richard de Saint-Non. Voyage pittoresque ou description des royaumes de Naples et de Sicile, Paris, de l’imprimerie de Clousier 1781 - 1786. Traduzione italiana - Viaggio pittoresco o descrizione del Regno di Napoli e Sicilia, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1982


PETELIA - STRONGOLI

“hic illa ducis Meliboei
parva Philoctetae subnixa Petelia muro”
(lì ancora, sopra un muro s’erge Petelia,
la piccola città di Filottete, sovrano melibeo)

VIRGILIO
Publius Vergilius Maro
Andes 70 a.C. – Brindisi 19 a.C
Poeta latino
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“Petelia è considerata metropoli dei Choni abbastanza popolosa fino al giorno d’oggi. La fondò Filottete, esule da Melibea, dopo la sommossa. È così difesa per natura, che anche i Sanniti, un tempo, la fortificarono contro Thuri. Filottete fondò, in quegli stessi luoghi, anche l’antica Crimissa...

STRABONE
Amasea 63 ca. a.C – 19 ca. d.C
Storico e geografo greco
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Strongoli è l’antica Petelia (Πετλια) fondata, secondo la leggenda, su un altipiano dall’eroe Filottete. È la Pitelia dei Romani che fu detta Fidelis dopo l’eroica resistenza ad Annibale. Nel II sec. a.C batteva moneta e tornò a fiorire come municipio romano. Secondo alcuni storici “è tuttavia difficile che la Petelia distrutta dai Cartaginesi fosse nella stessa località delle Pianette, dove sono i ruderi romani; e del resto, la quasi assoluta mancanza di documenti della vita precedente ci conferma che la Petelia greca doveva essere in altra località vicina; restano infatti del periodo greco soltanto un arìballos medio-corinzio oggi a Reggio, mentre a Londra si conserva la laminetta aurea con formula di defixio, importante dal punto di vista giuridico e religioso, che appartiene probabilmente agli inizî del IV secolo” (E. Arias). Successivamente cadde in mano ai Lucani. Nel periodo bizantino era chiamata Stròngylos (la rotonda) per la forma della base su cui giace. Principato dei Pignatelli, fu occupata e distrutta dai Francesi all’inizio dell’Ottocento. Fu sede vescovile fino al 1818. Del passato rimangono i resti del Castello, l’area archeologica grecoromana e il centro storico intorno alla cattedrale.

Per un approfondimento sulla parte antica si consulti: Emanuele Ciaceri, Storia della Magna Grecia, Roma-Milano 1928-32. J. Bérard, La colonisation dans l'Italie méridionale et la Sicile, Parigi 1941. T. J. Dunbabin, The Western Greeks, Oxford 1948. H. Nissen, Italische Landeskunde, Berlino 1883. Per le monete: B. V. Head, Historia numorum, Oxford 1911.