Strongoli
come era alla fine del Settecento in un disegno dell’abate Jean Claude Richard
de Saint-Non. Voyage pittoresque ou
description des royaumes de Naples et de Sicile, Paris, de l’imprimerie de
Clousier 1781 - 1786. Traduzione italiana - Viaggio
pittoresco o descrizione del Regno di Napoli e Sicilia, Edizioni
Scientifiche Italiane, Napoli, 1982
PETELIA - STRONGOLI
“hic illa ducis Meliboei
parva Philoctetae subnixa Petelia muro”
(lì ancora, sopra un muro s’erge
Petelia,
la piccola città di Filottete, sovrano
melibeo)
VIRGILIO
Publius Vergilius Maro
Andes
70 a .C. –
Brindisi 19 a .C
Poeta
latino
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“Petelia
è considerata metropoli dei Choni abbastanza popolosa fino al giorno d’oggi. La
fondò Filottete, esule da Melibea, dopo la sommossa. È così difesa per natura,
che anche i Sanniti, un tempo, la fortificarono contro Thuri. Filottete fondò,
in quegli stessi luoghi, anche l’antica Crimissa...”
STRABONE
Amasea 63 ca. a.C – 19 ca. d.C
Storico e geografo greco
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Strongoli è l’antica Petelia (Πετήλια) fondata, secondo la leggenda, su un altipiano
dall’eroe Filottete. È la
Pitelia dei Romani che fu detta Fidelis dopo l’eroica resistenza
ad Annibale. Nel II sec. a.C batteva moneta e tornò a fiorire come municipio
romano. Secondo alcuni storici “è tuttavia difficile che la Petelia distrutta dai
Cartaginesi fosse nella stessa località delle Pianette, dove sono i ruderi
romani; e del resto, la quasi assoluta mancanza di documenti della vita
precedente ci conferma che la Petelia
greca doveva essere in altra località vicina; restano infatti del periodo greco
soltanto un arìballos medio-corinzio oggi a Reggio, mentre a Londra si conserva
la laminetta aurea con formula di defixio, importante dal punto di vista
giuridico e religioso, che appartiene probabilmente agli inizî del IV secolo” (E.
Arias). Successivamente cadde in mano ai Lucani. Nel periodo bizantino era
chiamata Stròngylos (la rotonda) per la forma della base su cui giace. Principato
dei Pignatelli, fu occupata e distrutta dai Francesi all’inizio dell’Ottocento.
Fu sede vescovile fino al 1818. Del passato rimangono i resti del Castello,
l’area archeologica grecoromana e il centro storico intorno alla cattedrale.
Per un approfondimento sulla parte
antica si consulti: Emanuele Ciaceri, Storia
della Magna Grecia, Roma-Milano 1928-32. J. Bérard, La colonisation dans l'Italie méridionale et la Sicile , Parigi 1941. T. J. Dunbabin, The
Western Greeks, Oxford
1948. H. Nissen, Italische Landeskunde,
Berlino 1883. Per le monete: B.
V. Head, Historia numorum, Oxford 1911.