domenica 27 dicembre 2015

Scandale, ieri – Poesia di Carmine Coriale

Scandale - Piazza Guglielmo Oberdan in una foto d'epoca (Archivio Aprigliano)

Scandale, ieri

Lassù oltre il mare
oltre le curve irte rincorse dalla luna,
giungi al paesello che dorme e si riposa,
tra le sue belle vie non mormora la notte,
cantando i grilli insieme, intonano
le ninne del sonnecchiare dolce
del vecchio contadino.
È l’Alba ormai in Bellavista,
è l’alba al paesello,
Da Villa Condoleo si ammira il sol che sorge
è tondo è rosso e sembra dorma in mare,
sbucando dal profondo si rialza a far mattino.
Or su anche i rumori si sveglian numerosi,
già di buon mattino ramazza lo spazzino,
su e giù per il paese è musica di genti
gli ambulanti con la frutta felici fanno affari,
un clacson strombazzante annuncia che c’è il pane.
Per tutta via Puccini il sole l’accarezza.
La gente dal dottore fa fila sul muretto
si affaccia la vecchietta e chiede s’è arrivato
c’è solo don “Gustino” risponde un pensionato,
più giù per il paese si incontrano sorrisi
ti fermano a parlare familiari visi,
Dopo un battito di ciglio…Ma tu a chi sei figlio?
E con stupori sorridenti in fine si è parenti.
Quanti bei momenti trascorsi al paesello
gli infantili giochi di capanne sugli ulivi
la campanella e gli infiniti nascondini
da ogni scorcio sbucavano bambini,
Il rimbombo della palla sul muretto
suscitava alquanto l’ira del vecchietto
i bambini già scomparsi dal vialetto
si aspettavan sulla palla un taglio netto
la fortuna questa volta li ha graziati
è felici in una corsa spenzierati,
ignari di un futuro da emigrati,
che Scandale…li destina rassegnati.

Carmine Coriale


Quando andavamo al compleanno di Rosina

 Scandale 2005 - Festeggiamenti per i 100 anni di Rosina Belcastro (Foto di Cesare Grisi)


Lettera a una professoressa

Don Lorenzo Milani

Don Lorenzo Milani
Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti
Firenze 1923 – Firenze 1967
Religioso ed educatore

Sacerdote dal 1947, fu nominato priore a Sant’Andrea di Barbiana (frazione di Vicchio) nel 1954, dove organizzò una scuola postelementare rivolta alle classi popolari. Nel suo libro Esperienze pastorali (1958) denunciò la natura classista dell’istituzione scolastica italiana che discriminava i ragazzi svantaggiati economicamente e socialmente; il libro fu fatto ritirare dal Sant’Uffizio. Lo stesso tema fu ripreso in Lettera a una professoressa (1967), scritta in collaborazione con gli allievi della scuola di Barbiana nel Mugello. La lettera costituisce una critica radicale alla tradizionale cultura scolastica, sentita come estranea a quelle che erano le esigenze popolari e contadine.

Lettera a una professoressa

“Cara signora, lei di me non ricorderà nemmeno il nome. Ne ha bocciati tanti. Io invece ho ripensato spesso a lei, ai suoi colleghi, a quell’istituzione che chiamate scuola, ai ragazzi che “respingete”. Ci respingete nei campi e nelle fabbriche e ci dimenticate.
Due anni fa, in prima magistrale, lei mi intimidiva. Del resto la timidezza ha accompagnato tutta la mia vita. Da ragazzo non alzavo gli occhi da terra. Strisciavo alle pareti per non essere visto.
Sul principio pensavo fosse una malattia mia o al massimo della mia famiglia. La mamma è di quelle che si intimidiscono davanti a un modulo di telegramma. Il babbo osserva e ascolta, ma non parla. Più tardi ho creduto che la timidezza fosse il male dei montanari. I contadini del piano mi parevano sicuri di sé. Gli operai poi non se ne parla.
Ora ho visto che gli operai lasciano ai figli di papà tutti i posti di responsabilità nei partiti e tutti i seggi in parlamento. Dunque son come noi. E la timidezza dei poveri è un mistero più antico. Non glielo so spiegare io che ci son dentro. Forse non è né viltà né eroismo. È solo mancanza di prepotenza”.

Passo del libro di Don Lorenzo Milani, Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, Libreria editrice fiorentina, Firenze 1976


Massime e aforismi - Carl Gustav Jung

Carl Gustav Jung

"Il peggio che possa accadere a chiunque è che lo si possa comprendere completamente"


Carl Gustav Jung
Kesswil 1875 - Küsnacht, Zurigo, 1961
Psichiatra e psicoanalista svizzero


sabato 26 dicembre 2015

La Calabria del 1581 nei Musei Vaticani

Carte della Calabria, disegnate tra il 1581 e il 1583 nel salone delle Carte Geografiche nei Musei Vaticani. Si può notare che c'è San Mauro ma non Scandale


Quando le donne lavavano i panni nella Fontana di Trevi

Roma - Donne che lavano i panni nella Fontana di Trevi nel giugno 1944

La Fontana di Trevi in una foto degli anni Sessanta

Roma - Fontana di Trevi

Roma - La Fontana di Trevi appena restaurata


venerdì 25 dicembre 2015

Buon Natale

Scandale - Via Principe Umberto in un quadro del pittore Alberto Elia

La Casa di Babbo Natale a Melegnano

La Casa di Babbo Natale a Melegnano nei pressi di Milano



domenica 20 dicembre 2015

Leonia sulle enciclopedie all'inizio del Settecento

Foto dell'Archivio Storico di Crotone

Foto di molti anni fa dell’entrata della Masseria Galloppà nel territorio di Scandale (scattata dall’interno, prima del restauro e pubblicata dall’Archivio Storico di Crotone). Secondo lo storico Pericle Maone, il muro che si vede è l’unica cosa rimasta in piedi della Cattedrale di San Leone: è probabile che fosse proprio l’entrata della Cattedrale, inglobata nel muro di cinta dal barone Drammis durante la costruzione della sua fattoria, realizzata a metà dell’Ottocento sui ruderi di San Leone.
  

LEONIA

LEONIA ou Leonium Ville ancienne d'Italie. Elle étoit Episcopale, fous la Métropole de S. Severina. Le lieu de la Calabre Ultérieure appellé San Leone , est aujourd'huy dans Tendrait où cette ville étoit située. * Maty , Ditt de Holl. 1701.

Thomas Corneille, Dictionnaire universel, géographique et historique. Contenant la description des royaumes, empires, estats…, chez Jean Baptiste Coignard, 1708, vol. II, pag. 471


LEONIA

LEONIA & Leonium urbs Magnae Greciae, olim Episcopalis sub Archiepiscopo Siberinensis, inter Siberenam & Crotonem nunc excisa, & locus San Leone.

Innocenzo Raffaele Savonarola, Universus terrarum orbis scriptorum calamo delineatus, hoc est auctorum fere omnium qui de Europae, Asiae, Africae et Americae regnis, provinciis, populis, civitatibus, oppidis... qualibet lingua scripserunt, ex typ. J. B. Conzatti, 1713, Tomus Secundus, pag. 98



Gianni Rodari - Babbo Natale



Ritorna ogni anno

Ritorna ogni anno, arriva puntuale
con il suo sacco Babbo Natale:
nel vecchio sacco ogni anno trovi
tesori vecchi e tesori nuovi.

C'e' l'orsacchiotto giallo di stoffa,
che ballonzola con aria goffa;
c'e' il cavalluccio di cartapesta
che galoppa e scrolla la testa;
e in fondo al sacco, tra noci e confetti,
la bambolina che strizza gli occhietti.

Ma Babbo Natale sa che adesso
anche ai giocattoli piace il progresso:
al giorno d'oggi le bambole han fretta,
vanno in auto o in bicicletta.
Nel vecchio sacco pieno di doni
ci sono ogni anno nuove invenzioni.

Io del progresso non mi lamento
anzi, vi dico, ne son contento.

Gianni Rodari
Omegna 1920 – Roma 1980
Scrittore


Quando arriva Babbo Natale

Babbo Natale a Scandale in alcune foto By Ros


Massime e aforismi - André Laurendeau

André Laurendeau

"L'infanzia è credere che con un albero di Natale e tre fiocchi di neve tutta la terra viene cambiata"


André Laurendeau
Montréal 1912 - Ottawa 1968
Romanziere, giornalista e uomo politico canadese

André Laurendeau, Viaggio nella terra dell'infanzia, Montreal, Beauchemin Publishing, 1960


sabato 19 dicembre 2015

Foto del Concerto di Natale 2013

Scandale - Concerto di Natale 2013 nella chiesa di San Nicola (Foto di Cesare Grisi)

Quando facevamo il mercatino

Mercatino di Natale a Scandale in una foto del 2008

Presepe vivente del 2012

Alcune foto By Ros del Presepe vivente di Scandale del 2012


domenica 13 dicembre 2015

Una Ghiandaia in casa Drammis

Copertina del giornale

La Ghiandaia si addomestica, ed impara a parlare ed a fischiare come la Gazza; anzi ricordo di averne vista una molto bene ammaestrata in casa del Barone Drammis a Scandale, (Regione litoranea, Cotrone).


Avicula: giornale ornitologico italiano, Volumi 1-4, Agenzia del Giornale, Siena, 1897, pag. 42



Ghiandaia 

Scandale - Telethon 2011

Foto By Ros

Letteratura per l’infanzia

Pinocchio nel film di Walt Disney

Letteratura per l’infanzia
Si comincia a parlare di una letteratura per l’infanzia nel XVII secolo con la raccolta di fiabe di Giambattista Basile (Giugliano in Campania (Napoli) 1566 - Giugliano in Campania 1632), che nell'opera Lo cunto de li cunti (Il racconto dei racconti) aveva un riferimento all’infanzia nel sottotitolo lo trattenemiento de li peccerille. Una vera raccolta di fiabe per bambini inizia, però, con il francese Charles Perrault (1628-1703) Contes de ma mère l’Oye (Racconti di mia madre l’Oca). Seguono nell’Ottocento le fiabe dei fratelli Jakob (1785-1863) e Wilhelm (1786-1859) Grimm, Kinder und Hausmärchen (Fiabe per bambini e per famiglia, 1812-1814). Il secondo Ottocento costituisce un grande momento per la letteratura infantile in Italia con l’opera di Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio, apparso a puntate sul “Giornale per i bambini” tra il luglio del 1881 e il gennaio del 1883 e subito raccolto in volume nello stesso 1883. L’autore si firmava con il nome di Collodi (il paese natale della madre, in Valdinievole, presso Pistoia) ma in realtà si chiamava Carlo Lorenzini (Firenze 1826 – 1890). Seguono Edmondo De Amicis con Cuore (1886) e le fiabe di Luigi Capuana (Mineo – Catania - 1839 - Catania 1915). Nel Novecento si ha in Italia una vastissima produzione di Letteratura infantile. Vanno ricordati Vamba (pseudonimo di Luigi Bertelli, 1858-1920), autore di un libro che ebbe grande successo, Il giornalino di Giaburrasca, 1920. Sergio Tofano (1886-1973), “padre” del celebre Signor Bonaventura. Italo Calvino (1923 – 1985) che ha composto testi per ragazzi, e non si può dimenticare Gianni Rodari (1920-1980). 

Alcuni libri per l’infanzia
Gianni Rodari, Filastrocche in cielo e in terra
Gianni Rodari, Favole al telefono
Maurice Sendak, Nel paese dei mostri selvaggi
Leo Lionni, Piccolo blu e piccolo giallo
Eric Carl, Il piccolo Bruco Maisazio
Bruno Munari, Toc, Toc, chi è?
Iela Mari, Palloncino rosso
Collana “I primi libri di Kika”, Sveglia ippopotamo
Altan, il papà della Pimpa
David McKee, Elmer, l’elefante variopinto
Italo Calvino, Fiabe tutte da ridere
Peter Coniglio, Il mondo di Beatrix Potter
Jill Barklem, Le quattro stagioni di Boscodirovo




Massime e aforismi - George Eliot

George Eliot in un ritratto di François D'Albert Durade


“Le donne più felici, come le nazioni più felici, non hanno storia”


“Affidiamo la gente alla misericordia di Dio, ma noi non ne dimostriamo alcuna”


“Il bene crescente del mondo è parzialmente dipendente da atti ignorati dalla storia; e se le cose non vanno così male per te e per me come avrebbe potuto essere, si deve in parte al numero di persone che vissero fedelmente una vita anonima, e riposano in tombe dimenticate”


George Eliot
Arbury Farm 1819 – Londra 1880
Pseudonimo della scrittrice inglese Mary Ann Evans, meglio nota con il nome di George Eliot.


sabato 12 dicembre 2015

Ragazzi di Scandale

Sinistra Giovanile in una foto di Rosario Rizzuto del 2006

Francesco De Luca - Visitando Santa Severina

Santa Severina in una foto di Pino Barone

Visitando Santa Severina
Francesco De Luca

A chiru puntu du Corsu a manu manca si sagghjia mmeru a Ddolirata ma iju mpilu dirittu (pù ci vinimu) e passu i na strata chi ncigna intra nu scuagghjiu. U terrimuatu du 1832 avjia fattu na frana i San’Anna a jiri sutta e ficiaru scavari (ccu picu e vrazza pirchì tannu ù c’eranu atri attrezzi) a strata ppi scinniri mmeru a “Gghjiazza”. Doppu pochi metri s’ascunta na casa duvi l’Arciviscuvu Pujia havìa fattu fravicari nu marmaru chi dicìa ca intra chira casa, sicunnu chiru chi si lassa dittu i patri a figghjiu, c’era natu u Papa Zaccaria ch’i libri dicianu ch’era natu a Santa Sivirina. Doppu pochi metri a manu manca c’è na straticeddra chi sagghjia mmeru a Misiria e d’è annumata a “Anciulu De Luca” ch’era u Capitanu du populu e chi cummannava i santisivirinisi cu si vulianu arrenniri a ru Carafa ch’era statu fattu Conti i Santa Sivirina i du re i Napuli. Chiru valenti Capitanu muretta ppi difenniri u paisi sua e fu misu intra nu tavutu i petra ch’era prima intra u Cummiantu i San Nnuminicu e pu’, quannu u cummiantu è statu ncafunatu du terrimuatu, l’hanu purtatu intra u Battisteru. Mò l’hannu cacciatu puru i ddrà e ru stannu pulizzannu ma chisà quannu u putimu vidiri intra u Museu! Lassannu a strata principali ch’è annumata a d’Aristippu chi fu nu ranni littiratu du seculu XII chi sapjia u grecu cchjiù du talianu e che era natu a Santa Sivirina e scinninnu mmeru i timpi truvamu u luacu duv’era u Cummiantu c’avimu vintumatu. Cumi hamu dittu, u 1783 n’atru terrimuatu avìa fattu assai danni e l’Arciviscuvu Pignataru ha fattu cacciari puru i cuvirturi e abbannunà u Cummiantu e scunsacrà a Gghjiasa chi c’era ammurata e chi eranu stati fravicati a ra fini du quattruciantu. Sapimu, sicunnu l’Appriazzu du 1687, ca i chiri tiampi c’era nu priori e quattro o cinque monaci.

Traduzione

A quel punto del Corso, sulla sinistra, si sale verso l’Addolorata ma io tiro diritto (poi ci verremo) e avanzo fra due pareti di roccia. Il terremoto del 1832 aveva prodotto una frana da San’Anna a scendere ostruendo la strada che proseguiva verso la “Piazza” e scavarono (a braccia e con picconi perché allora non c’erano altri attrezzi) quell’apertura nella roccia. Dopo pochi metri s’incontra una casa sul cui muro l’Arcivescovo Pujia fece porre un marmo che indica, secondo la tradizione che si tramanda da padre a figlio, che in quella casa nacque Papa Zaccaria che secondo i libri era nato a Santa Severina. Dopo pochi metri sulla sinistra c’è una piccola strada che sale verso la “Mesovia” dedicata ad Angelo De Luca che era il Capitano del popolo e comandava i santaseverinesi che non si vollero arrendere al Carafa che era stato nominato Conte di Santa Severina dal Re di Napoli. Quell’eroico Capitano morì per difendere il suo paese e fu tumulato in un sarcofago di pietra ospitato in un primo tempo nel Convento di San Domenico e dopo, quando il Convento andò in rovina a causa del terremoto, nel Battistero. Ora l’hanno tolto anche da lì dentro per restaurarlo e chissà quando potremo vederlo nel Museo! Lasciamo la strada principale dedicata ad Aristippo che fu un grande letterato del secolo XII che conosceva il greco più dell’italiano e che era nato a Santa Severina e scendiamo verso la rupe e troviamo la zona dov’era il Convento che abbiamo citato. Come detto, nel 1787 un altro terremoto aveva prodotto ingenti danni e l’Arcivescovo Pignataro fece smantellare pure i tetti, abbandonò il Convento e sconsacrò la Chiesa annessa che erano stati costruiti alla fine del 1400. Sappiamo, secondo l’Apprezzo del 1687, che a quel tempo c’era un priore e quattro o cinque monaci.


Francesco De Luca è nato a Santa Severina nel 1926. Fra i fondatori della Pro Loco “Siberene” ne è stato il primo presidente ed ha scritto per quella Associazione Santa Severina la nave di pietra – L’antica Siberene enotrica, Grafiche Abramo, Catanzaro1886 e Da Siberene a Santa Severina, Pubblisfera, S. Giovanni in Fiore,1997. Per conto del Comune ha scritto lo “speciale” Santa Severina – La nave di pietra – Città d’arte, Il Bel Paese, Periodico mensile, Edizioni Ts, Settingiano, CZ, 1998. Con il patrocinio della Provincia di Crotone, della Comunità Montana e del Comune ha pubblicato La Provincia di Crotone, Edizioni Librare, S. Giovanni in Fiore, 2002. Per i tipi di Calabria Letteraria Santa Severina all’alba del terzo millennio, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2002. Con il patrocinio del Comune Santa Severina – L’antica Siberene, Pubblisfera, S. Giovanni in Fiore, 2008. Coautore e revisore de Il dialetto di Santa Severina, Pubblisfera, S. Giovanni in Fiore, 2014. Collaboratore de “Il Gazzettino Numismatico”, autore di molti articoli e de Il Dizionarietto Archeologico e Numismatico a puntate (1972/74). Fa parte del comitato di redazione de “I Quaderni Siberenensi”, rivista di storia e cultura varia (dal 1999, Pubblisfera). Ha pubblicato diversi articoli sulla storia, l’arte e la cultura di Santa Severina su “Il Crotonese”, “La Rivista Storica dei Comuni”, “Calabria Letteraria”, “Audi Magazine”. Ha inoltre collaborato alla realizzazione del sito www.santaseverina.eu come autore principale.



Massime e aforismi - Decimo Giunio Giovenale

Roma - Mercati di Traiano

“L'avaro è senz'altro un pazzo: che senso ha, infatti, vivere da povero per morire da ricco?”


DECIMO GIUNIO GIOVENALE
Aquino 60 ca – 140 ca.
Poeta latino


martedì 8 dicembre 2015

Quando a Galloppà moriva il brigante Michele Belcastro

Scandale - Palazzo dei baroni Drammis in una foto di Google
 Di seguito un articolo che parla del brigante Michele Belcastro, morto a Galloppà durante l'assalto, nel 1863, della banda Monaco al barone Drammis. C'è da dire che alcuni storici riportano un nome diverso da questo citato.



Articolo pubblicato dal sito yumpu.com

Quando Scandale vinceva a Crotone

Scandale vittorioso il 29  novembre 2008 a Crotone

Walt Whitman - Crossing Brooklyn ferry

Walt Whitman

Crossing Brooklyn ferry

Né il tempo, né il luogo hanno importanza, la distanza non conta,
Sono con voi, uomini e donne d’una o più generazioni a venire,
Ciò che provate guardando il fiume e il cielo, io l’ho provato,
Come voi fate parte d’una folla, ne feci parte anch’io…

“Fate la vostra parte verso l’Eternità.
Piccola o grande che sia,
fate la vostra parte verso l’anima”


Walt Whitman
West Hillis 1819 – Camden 1892
Poeta statunitense


domenica 6 dicembre 2015

Un ricordo del prof. Gilberto Marselli del suo soggiorno a Scandale nel 1955

Foto scattata a Scandale in via Roma nel novembre del 1954. Da sinistra a destra: il prof. Manlio Rossi-Doria; l’assistente Lucia Trucco, detta Mimma; l’ingegnere Alberto Marsella e il prof. Alberto Antonio Marselli. La casa sulla sinistra, all’epoca era di Mastro Quintino e la casa in fondo con finestra era di Francesco Abiuso, che era un po’ la guida e il suggeritore del Professore in paese.

Di seguito, alcuni passi di un lungo articolo del prof. Gilberto Antonio Marselli, adesso in pensione, ma per tanti anni docente della Facoltà di Sociologia all’Università di Napoli, dove racconta qualche aneddoto della sua permanenza a Scandale, in via Roma, nella casa della vedova Scaramuzzino. In questa casa alloggiava anche il prof. Rossi-Doria con le collaboratrici.


Una significativa esperienza
Gilberto Antonio Marselli

Per quanto riguarda la ricerca oggetto di questa pubblicazione, varrà la pena sottolineare innanzi tutto la composizione della équipe voluta da Rossi-Doria che, se vogliamo, aveva poco di rigorosamente scientifico, ma aveva molto dello spirito che lui aveva avuto la capacità di creare intorno a sé, nell’Osservatorio di Economia agraria per la Campania, Calabria e Molise presso l’Istituto di Economia e politica agraria della facoltà di Agraria dell’Università di Napoli, con sede a Portici. Oltre alla moglie (Anne Lengyel Rossi-Doria) anche la signorina Lucia (Mimma) Trucco, italo-francese, giunta a Portici, in quanto era nipote del professore Umberto Facca, perché interessata ai problemi del Mezzogiorno e la signorina Mary Lou Carmer, una studentessa americana che godeva di una delle borse Fullbright per fare le ricerche per conseguire il PhD in Antropologia culturale. A questo gruppo fui chiamato anche io in quanto, nel 1949, avevo curato i rilevamenti per la carta dell’utilizzazione del suolo nel comprensorio silano […].
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Alla descrizione fatta da Rossi-Doria dell’alloggio della vedova Scaramuzzino da noi occupato, vanno aggiunte alcune annotazioni che potranno meglio far comprendere l’ambientazione in cui ci saremmo mossi. Le nostre due camere erano leggermente sollevate dal piano strada e vi si accedeva a mezzo di una breve rampa di scale che partiva da un angusto androne: nel vano scala si affacciava la cucina dei locali del piano superiore al nostro, dalla cui finestrella spesso si affacciava la figlia della padrona di casa. Sul nostro pianerottolo e prima della porta di ingresso, vi era lo sportello di chiusura del piccolo vano in cui vi era l’imbocco del tubo fecale (infatti, in assenza di un regolare gabinetto, ci si doveva servire del cosiddetto “gettatoio esterno”, frequentissimo nelle case contadine del paese).
Un giorno, approfittando di una trasferta a Catanzaro del Professore e della signora Anne per la rilevazione di alcuni dati (ma, credo, per il legittimo bisogno di un minimo di maggiori comodità), mi detti da fare, con l’aiuto di un muratore, per migliorare questo assetto, applicando al tubo fecale un normale w.c., ampliando leggermente il vano e coprendone l’apertura con il telone della mia auto. L’ardita innovazione fu da tutti approvata incondizionatamente e al loro rientro brindammo con del prelibato vino di Cirò rosso, che fu particolarmente gradito da Mary Lou.
Per il resto, non apportammo altre modifiche al nostro alloggio e nemmeno al suo arredamento. Mi accorgo solo ora di non ricordare di essere mai entrato nella seconda Camera (quelle delle signore) e, quindi, di essermi occupato della manutenzione e pulizia solo della nostra: la più ampia e anche la più frequentata, sia dal nostro gruppo e sia, ancor più, dai numerosi visitatori, che aumentavano ogni giorno.
Mentre le signore mi sembra disponessero di un solo grande letto matrimoniale, noi avevamo due scomode poltrone letto, che venivano montate all’ultimo momento, prima di andare a letto. Quando avevamo la visita di Rocco Mazzarone, mi trasferivo sulla cassapanca del grano con un materasso riempito di spoglie di mais: poiché era più alta dei letti, vi si dominava tutta la camera e ciò era particolarmente importante durante il rito mattutino. Infatti, alla sveglia, il professore (che, come tutti coloro a ciclo notturno, era a lento risveglio, come del resto sono anche io) era solito raccontarci il suo sogno e anticiparci le possibili alternative per gli incontri di lavoro. Ho sempre avuta la vaga sensazione (forse, sarei più onesto a dire la ferma convinzione) che quei sogni fossero sempre ed esclusivamente delle costruzioni immaginarie , che, però, avevano il pregio di creare in tutti noi una piacevole atmosfera, spogliata di alcune ufficialità o formalità. una caratteristica, questa, che era ed è sempre stata la nota dominante dei rapporti che don Manlio riusciva a stabilire con tutti e, in particolare, con i collaboratori: dote anche allora difficilmente riscontrabile a tal livello nei gruppi universitari di ricerca e oggi, purtroppo, credo del tutto assente o quasi essendo ben altri i rapporti vigenti in essi.
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Delle auto da noleggio, che accompagnavano gli scandalesi a trascorrere le serate libere nella vicina cittadina di Crotone, una era di proprietà, appunto, di don Renato. Quasi a voler saggiare le nostre reazioni, ci fu detto che queste gite serali (e, spesso, ogni auto doveva effettuare più corse, specie il sabato e la domenica) oltre al film e alla pizza nella trattoria di fronte al cinematografo prevedevano anche una visita all’unica casa chiusa di Crotone. Ciò veniva quasi presentato come il conseguimento di un maggior livello di spregiudicato uso delle opportunità offerte all’impiego del tempo libero: certo ben diverso da quello proprio di una comunità contadina calabrese nel periodo precedente la Seconda guerra mondiale. Tanto più se, nel caso specifico, tenevano molto a sottolineare il particolare del proprietario dell’auto.

Manlio Rossi-Doria, Un paese di Calabria, l’Ancora del Mediterraneo, Napoli, 2007, pag 40, 48 e 53. Libro pubblicato a cura del prof. Michele De Benedictis.

Corazzo - Come eravamo

Corazzo 1979 in una foto pubblicata da  Lucia Carvelli

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