domenica 30 settembre 2012

Settembre - Nuova poesia di Domenica Bomparola


SETTEMBRE

Arrivò Settembre in un attimo,
gli ombrelloni già chiusi
ma ancora il sale sulle labbra.
Le onde increspate e il vento leggero del mare
lasciarono lievi brividi
sulla nostra pelle ambrata.
Ed io, seduta qui da sola,
ridevo e piangevo,
osservando il malinconico Settembre.


venerdì 28 settembre 2012

Domenico Mauro


Domenico Mauro (San Demetrio Corone, 1812 – Firenze, 1873) è stato un letterato e patriota italiano di etnia arbëreshë.

Domenico Mauro nacque a San Demetrio Corone nel 1812 e morì a Firenze nel 1873. Il 15 marzo 1844 fu il capo di una sfortunata sommossa antiborbonica a Cosenza. Deputato nel 1848, e membro dell’effimero Governo provvisorio cosentino. Condannato a morte nel 1854, era però da tempo in esilio in Piemonte, dove collaborava a La voce della libertà; La scintilla e Il diritto. Scrisse nel 1851 i saggi Vittorio Emmanuele e Mazzini e nel 1854 Degli avvenimenti politici d'Italia. Discorso storico critico. Di idee repubblicane e socialiste, sbarcò in Sicilia con Garibaldi nel 1860. Un patriota con tutte le carte in regola e non certo un filo borbonico. Fu eletto alla Camera dei deputati, militando fra le file della sinistra, dal 1865 al 1870. Ma ecco cosa scriveva nel 1867 dopo la conquista piemontese che lui stesso all’inizio aveva condiviso:

“Così ci governa chi venne tra noi col nome di padre? Le nostre donne non hanno più orecchini e anelli, perché una mano, che mai non si chiude, li ha tutti raccolti. I nostri figli coltivano i nostri poderi per un padrone che non conoscono, poiché tutti i nostri frutti sono degli uomini che vennero a salvarci, e su i tetti e nelle nostre porte si asside la miseria con le vesti lacere e sozze. [...] a che mandare in esilio i nostri re, se dovevano visitare le nostre soglie uomini che ci levarono quello che i re ci avevano lasciato?”

giovedì 27 settembre 2012

mercoledì 26 settembre 2012

Quando la strada è nuova

Scandale - Crotone - Riapre la strada provinciale 56.
Le foto sono di Area Locale

martedì 25 settembre 2012

Ezio Scaramuzzino - Violetta spensierata



“Scandale è per me “il paese dell’anima”,
il punto di partenza e di arrivo dei miei ricordi,
lo specchio e lo sfondo della mia vita”.

Da Violetta spensierata, pag. 6

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Il prof. Ezio Scaramuzzino è nato a Scandale nel 1944; si è laureato in Lettere classiche all’Università di Firenze. Vive a Crotone dove ha insegnato in vari istituti, ultimamente presso il Liceo Benedetto XVI.
Nel 1998 ha curato la versione in lingua italiana moderna della Cronica dell’antichissima e nobilissima città di Crotone e della Magna Grecia, dello storico crotonese del Seicento, Giovanbattista Nola Molisi.
Nel 2000 ha pubblicato, presso l’editore Manna di Napoli, Per comporre: una guida pratica e divertente alla scrittura e alla composizione dei temi e delle nuove prove scritte d’italiano: con un’appendice grammaticale ed esempi pratici.
Da poco (settembre 2012) ha pubblicato la seconda edizione di Violetta spensierata e altri racconti, che si può richiedere, dopo essersi registrati e pagando con carta di credito o carta prepagata, collegandosi al sito il mio libro.it

lunedì 24 settembre 2012

Vedi Napoli e poi...

Napoli - Castel dell'Ovo in una foto di Armando della Volpe

Napoli - Quartieri Spagnoli

domenica 23 settembre 2012

Scandale 1830 – Un cambio di domicilio finisce davanti alla Corte Suprema



CORTE SUPREMA DI GIUSTIZIA
NAPOLI

“Premesse le cose già dette, la Corte Suprema ha osservato nel fatto che Don Domenico Vitale prima del giorno della dichiarazione diretta nel dì 14 aprile 1830 alla municipalità di Scandale, era già in Napoli, e da questo luogo incaricò una persona in Scandale per dichiarare colà di voler abbandonare quel domicilio, fissandolo in Napoli ove disse di “averlo attualmente già stabilito”, vale a dire che in questo modo adempì intieramente al voto della legge secondo l’articolo 108, perché nel tempo stesso che dichiarò l’abbandono del domicilio in Scandale manifestò la traslazione che da prima già si trovava già fatta in Napoli.
Egli è vero che posteriormente alla dichiarazione fatta in Scandale fece l’altra nella municipalità di Napoli nel dì 15 del seguente mese di maggio, ma questa non fu che una formalità, che non poté distruggere quel diritto che aveva già acquistando colla dichiarazione fatta in Scandale”.

Giurisprudenza civile: ossia Raccolta con ordine cronologico delle decisioni emesse dalla Corte Suprema di Giustizia di Napoli, Volume 4 pag 82 –Napoli, Stamperia del Fibreno, 1856.

venerdì 21 settembre 2012

Massime e aforismi - Emil Cioran

Emil Cioran

“Che lo vogliamo o no, siamo tutti psicoanalisti, amanti dei misteri del cuore e della mutanda, palombari degli orrori”

Emil M. Cioran
Rasinari (Romania) 1911 - Parigi 1995
Filosofo

giovedì 20 settembre 2012

Bella Blu

Foto scattate al salone Bella Blu di Scandale



mercoledì 19 settembre 2012

Paesi di Calabria - Calopezzati

La chiesa della Madonna dell'Addolorata a Calopezzati 

CALOPEZZATI

Il nome è di probabile etimologia popolare. Fu fondato all’inizio del secolo XIV da Giovanni Ruffo. In seguito appartenne a vari signori tra cui gli Spinelli e i Sambiase. Conserva un castello in buone condizioni. La parrocchia della Madonna Achiropita è del 1728. Da molti anni è un frequentato posto di villeggiatura.

Panorama di Calopezzati (foto Wikipedia)

martedì 18 settembre 2012

Un angolo di Scandale

Scorcio di Scandale in una foto pubblicata dal sito "Scandale in Emilia"

lunedì 17 settembre 2012

domenica 16 settembre 2012

Ezio Scaramuzzino - Polvere di stelle


Polvere di stelle

Serena Vergano
Un giorno di Aprile dei primi anni sessanta, qualcuno al Bar Centrale diede la notizia che entro qualche mese, a Scandale, sarebbe stato girato un film, Il brigante. Si trattava di un film sull’occupazione delle terre nell’immediato secondo dopoguerra, tratto da un bel romanzo di Giuseppe Berto.
L’attesa era spasmodica e ai primi di Giugno arrivarono i camion con le attrezzature, arrivarono i tecnici e soprattutto arrivò il regista del quale tanto si parlava, il famoso Renato Castellani, e poi gli attori protagonisti, Adelmo Di Fraia e Serena Vergano, due giovani promesse di cui si raccontavano mirabilia. Di Castellani già allora si diceva che fosse omosessuale, cosa non infrequente nel mondo del cinema, e qualcuno dava per sicuro che il giovane attore protagonista fosse il suo amante segreto, il che solleticava ulteriormente la curiosità della gente. Aiuto regista era un giovane con i baffetti, che calzava sempre degli stivali, con qualunque tempo, un certo Eriprando Visconti, del tutto sconosciuto, ma che ai più informati evocava il nome del grande Luchino Visconti, del quale in effetti il giovane era nipote, come si venne a sapere subito.
In una piazza fu allestito il set e la vita del piccolo paese fu sconvolta: c’era da passare il tempo e inoltre, cosa che non guastava, c’era da guadagnare qualche soldino, che avrebbe fatto comodo alle nostre tasche in perenne crisi di astinenza. La produzione, a quel che si diceva, pagava bene e molti venivano sottoposti a provini per qualche particina secondaria o, in alternativa, per le scene di massa, che si preannunziavano spettacolari e numerose.
L’anno scolastico intanto era giunto al termine ed anche io mi preparavo a lasciarmi coinvolgere da quell’avventura. L’incipiente consumismo non costringeva ancora la gente a partire per le vacanze e, se qualcuno aveva voglia di un po’ di mare, si limitava a scendere a Crotone per mezza giornata e a sistemare un ombrellone su un tratto di spiaggia libera. Il film si preannunziava come un interessante ed elettrizzante diversivo in un’estate che non sarebbe quindi trascorsa come tutte le altre che l’avevano preceduta.
Per la prima volta nella mia vita potei vedere come si girava un film, conoscere i trucchi del cinema ed assistere dal vivo alle riprese di quelle scene che fino ad allora avevo potuto guardare solo nel chiuso e nel buio di una sala cinematografica. Al mattino, verso le otto, ero già pronto a sistemarmi in una posizione comoda per assistere alle riprese. Conobbi le macchine della pioggia e le macchine del vento, con il lancio di terra davanti alle loro enormi pale per simulare la polvere delle strade. Conobbi il trucco di sistemare dei mortaretti in una traccia sotto terra per simulare i colpi dei mitra e delle pistole. Conobbi l’uso della salsa di pomodoro che simulava il sangue dei morti e dei feriti. Vidi, con mia grande meraviglia, che alcuni attori, quando dovevano dire qualcosa, si limitavano ad elencare dei numeri senza senso, perché il sonoro sarebbe poi stato montato a parte nel chiuso degli studi cinematografici. Assistetti alla ripresa di scene di massa, in cui i contadini del luogo si muovevano seguendo gli ordini impartiti dal regista attraverso un megafono.
Assistetti incantato alle riprese di alcune scene in cui recitava la giovane attrice protagonista, che interpretava il ruolo della donna del brigante, destinata a morire tragicamente nello scontro a fuoco finale con i carabinieri. Quella giovane attrice a me sembrava particolarmente brava e bella e per qualche tempo essa alimentò i miei sogni di adolescente. Immaginai di poter recitare anche io e per qualche tempo sperai che la fortuna, o il caso, mi consentisse di dire almeno qualche battuta davanti alla macchina da presa accanto a lei.
Decisi di sottopormi a dei provini, ma fui inesorabilmente scartato, con mio grande rammarico.
Miglior fortuna riusciva ad avere nel frattempo il sarto Giovanni Parrilla, mio amico anche se alquanto più grande di me, che aveva avuto qualche esperienza di lavoro nella sartoria del Teatro alla Scala di Milano e che già da qualche tempo, per motivi di salute, era ritornato al paese, dove aveva aperto una sua bottega artigiana. Nei primi giorni di lavorazione si era offerto di collaborare con le maestranze e, richiesto di qualche ritocco ai costumi di scena, aveva saputo farsi apprezzare, tanto che il regista a un certo punto gli chiese di creare un intero costume da contadina, da far indossare alla protagonista nell’ultima e drammatica scena del film.
Un giorno Giovanni mi informò, quasi senza riuscire a contenersi per la gioia, che l’indomani Serena Vergano sarebbe venuta nella sua bottega per delle prove e per le misure del costume che lui avrebbe dovuto creare. Lo pregai, lo implorai quasi di farmi partecipare all’evento in qualche modo e lui, in nome della vecchia amicizia, mi assunse seduta stante come semplice aiutante, fornendomi le necessarie ed indispensabili istruzioni.
Il giorno dopo la Vergano, accompagnata da Renato Castellani, verso mezzogiorno faceva il suo ingresso nella bottega artigiana del mio amico. L’attrice, che era una ragazza piuttosto semplice e con atteggiamenti tutt’altro che da diva, non si perse in preamboli e, seguendo le istruzioni del regista, si spogliò subito, rimanendo in sottoveste.
Io avevo l’incarico di avvolgerle le spalle con degli scampoli di velluto, fino alla scelta di quello definitivo, che, su indicazione del sarto, il quale osservava un po’ discosto, avrei dovuto richiudere con una spilla da balia.
Ero emozionato ed un po’ incerto nei movimenti, ma riuscii a nascondere il mio segreto turbamento. Quando sarto e regista concordarono nella scelta della stoffa ed io fui invitato a bloccarla con la spilla, la Vergano, forse per una sua disattenzione, forse per consentire una migliore aderenza della stoffa sulle sue spalle nude, con un gesto improvviso lasciò cadere la sottoveste, che prima sembrò impigliarsi nelle dita della sua mano e poi, scivolando dolcemente lungo i fianchi, andò a posarsi ai suoi piedi, afflosciandosi inerte.
Risollevai lo sguardo, che aveva seguito le evoluzioni della sottoveste, e vidi il petto della ragazza, candidissimo, completamente nudo.
Dovevo richiudere la stoffa con la spilla, ma probabilmente mi misi ad armeggiare con imperizia ed in maniera disarticolata e convulsa. Si sentì solo un grido acutissimo e subito dopo si vide la Vergano coprirsi il seno con una mano, mentre alcune gocce di sangue gocciolavano tra le sue dita.
Mentre Castellani imprecava contro di me, lanciandomi una pedata che mi colpì di striscio, qualcuno provvide a portare di corsa l’attrice dal medico Mauro, che la curò, iniettandole un’antitetanica, disinfettando la ferita e applicandovi una garza e un cerotto.
Qualche giorno dopo si stava girando una scena di massa sotto una pioggia artificiale. C’era molta confusione sul set e Castellani impartiva ordini, gridando in un megafono con la sua vocetta stridula, come fosse spiritato. Mi avvicinai a lui, approfittando della confusione, e mi fermai alle sue spalle. Studiai le sue mosse e, come mi accorsi che stava prendendo la rincorsa per precipitarsi chissà dove, infilai il mio piedino destro in mezzo ai suoi.
Il famoso regista, che era un ometto basso e magro, fece dapprima una capriola su se stesso, riuscendo quasi miracolosamente a rimanere in piedi, ma poi perse definitivamente l’equilibrio, navigò scivolando per un paio di metri in un mare di fango e cadde bocconi, lungo disteso sulla strada.
Chi lo soccorse e lo stesso Castellani, quasi irriconoscibile per il fango limaccioso che gli ricopriva il volto, erano convinti che la caduta fosse da addebitarsi alla concitazione del momento. Io intanto, sgattaiolando tra la gente, riuscivo ad allontanarmi. Mi ero vendicato della mancata assunzione come figurante e, soprattutto, cosa che mi bruciava particolarmente, mi ero vendicato della pedata di qualche giorno prima. Eravamo pari, finalmente, anzi, forse, potevo anche mettere in conto un piccolo, ma significativo vantaggio su di lui.

Articolo del prof. Ezio Scaramuzzino, pubblicato dal sito UNLA di Scandale domenica 9 settembre 2012.

Foto del film Il Brigante

venerdì 14 settembre 2012

Podestà di Santa Severina dal 1926 al 1944

Santa Severina in due foto di Rosario Rizzuto

GIORDANO CESARE
Podestà
Luglio 1926 – Dicembre 1928

Verbale di giuramento del 12 luglio 1926, b. 404 cat. 25.3.116.
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BRANCA GAETANO
Commissario prefettizio
Dicembre 1928 - Agosto 1929

Comunicazione del Prefetto di Catanzaro del 19 dicembre 1928.
Nota - Il 6 marzo 1929 fu stipulato il contratto per l’impianto della pubblica illuminazione e dopo circa quattro mesi le vie dell’abitato erano illuminate. Nello stesso periodo venivano avviate le pratiche per la costruzione della rete fognaria, risolvendo cosi uno dei più importanti problemi igienici, contribuendo a debellare le malattie infettive.
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LEO CARLO
Commissario prefettizio
Agosto 1929 – Dicembre 1929

Telegramma del Prefetto di Catanzaro al Commissario prefettizio di Santa Severina del 25 Agosto 1929.
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MACCHIONE ERCOLE
Benestante. Commissario prefettizio e Podestà.
Dicembre 1929 – Giugno 1935

Decreto prefettizio del 5 Dicembre 1929, n. 967; Verbali di giuramento del 12 Luglio 1930 e del 6 Ottobre 1924.
Nota – Nominato Podestà con R. D. del 3 Luglio 1930 fu confermato con R. D. del 23 Agosto 1934. Nacque a San Mauro Marchesato il 28 Aprile 1883 da Giuseppe e Barda Elisabetta.
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RIZZA MICHELE
Commissario prefettizio
Giugno 1935 – Dicembre 1935

Decreto prefettizio del 01 Giugno 1935, n. 2773
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TIGANO MICHELE
Insegnante elementare
Commissario prefettizio e Podestà
Dicembre 1935 – Agosto 1936

Decreto prefettizio del 7 Dicembre 1935; Verbale di giuramento del 18 Gennaio 1936.
Nota - Nominato Podestà con R. D. del 16 Dicembre 1935, nacque a Santa Severina il 24 Ottobre 1892 da Michele e Procopio Carolina.
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SPANÒ LUIGI
Farmacista
Podestà e Sindaco
Agosto 1936 – Agosto 1944

Verbale di giuramento del 20 Agosto 1936.
Nota - Nominato Podestà con R. D. del 24 Luglio 1936 e confermato nel 1940, fu Sindaco dall’Ottobre 1921 al Dicembre 1925. Nacque a Santa Severina il 20 Agosto 1878 da Salvatore e Spadafora Rosa; coniugato con Pinto Marianna con 7 figli.
Fu sostituito con D’ALFONSO ALFONSO, nominato Sindaco con decreto del 12 Agosto 1944, n. 1608. Nacque a Santa Severina il 24 Marzo 1889 da Antonio e Susanna Emilia.

Cfr., Caterina Pagano, Podestà del Ventennio Fascista. Provincie di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, Ursini Edizioni, 2008, pag. 188.


giovedì 13 settembre 2012

L'altra Scandale

Rifiuti speciali recuperati dai Carabinieri (Foto cn24.tv).

Taglio di alberi  

mercoledì 12 settembre 2012

Torre Melissa


Torre Melissa come era alla fine del Settecento in un disegno dell’abate Saint-Non Jean Claude Richard (De). Voyage pittoresque ou Description des Royaumes de Naples et de Sicile. Paris, (Clousier) 1781 - 1786. Traduzione italiana - Viaggio pittoresco o descrizione del Regno di Napoli e Sicilia, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1982.

Torre Melissa in una foto recente

martedì 11 settembre 2012

Scandale - Via Nazionale

Via Nazionale a  Scandale  in tre foto By Ros



lunedì 10 settembre 2012

Strade



domenica 9 settembre 2012

Scandale - Foto d'epoca


Ragazzi delle scuole elementari di Scandale, con il maestro Poerio, in una foto scattata fra la fine degli anni Quaranta e l’inizio degli anni Cinquanta (Archivio Aprigliano).

venerdì 7 settembre 2012

Raoul Bova – Attore di origini calabresi



RAOUL BOVA
Roma 1971 - Attore

Si racconta che in alcuni paesi della Calabria si proiettava solo il secondo tempo del film Ninfa plebea, perché: “Qui la gente vuole solo Bova e lui nel primo tempo non c’è, quindi lo saltiamo”.

Ha detto:
“Mio padre ha abbandonato un paese della Calabria per venire a Roma, s’è innamorato di una donna, se l’è sposata, ha fatto tre figli, li ha curati, ha lavorato. Mia madre ha dedicato a noi tutta la vita. Papà s’è goduto la famiglia, ci ha dato dei principi, una morale, la serenità. Queste cose me le ha trasmesse. Io sono fiero di me stesso quando mi sento perdente e poi alla fine, lottando, riesco a vincere”.

mercoledì 5 settembre 2012

Scilla - Arrivederci al prossimo anno

Scilla in una foto di Luca Marzolino

Foto di  Aldo Brgamo

Da Facebook

martedì 4 settembre 2012

lunedì 3 settembre 2012

domenica 2 settembre 2012

Domenica Bomparola - Brividi




Brividi

Ti lascerò suonare
le corde del mio cuore,
abbandonandomi all’incanto dei tuoi occhi.
Facendoli appropriare della mia anima ceca e deserta.
Regalerò quest’ultimo frammento di cuore
alle tue mani calde e forti,
certa che nulla al mondo potrà
farti desistere dal proteggerlo.
Prenditi cura del mio respiro, baciami il viso,
confondimi la fantasia con la realtà.
Sognami.
E dimmi che non v’è giorno che tutto questo finirà…