venerdì 30 novembre 2012

Pagine di storia - Garibaldi privato

Giuseppe Garibaldi

Garibaldi e l'impresa dei Mille: questione di patria o questione di corna?

Il grande libro della Storia è ricco di biografie di personaggi che, anziché aderire a criteri scientifici di stesura, appartengono al genere fantasy delle agiografie, cioè le gesta dei santi considerati modelli di virtù da seguire. Provare ad applicare un po' di sano criticismo allo studio delle suddette biografie significa spesso attirarsi accuse di oltraggio, sacrilegio o addirittura, come nel caso di Garibaldi, di vilipendio; come se nel mondo esistessero uomini perfetti o infallibili.

I manuali scolastici, quando si soffermano sul Risorgimento, tralasciano di considerare le motivazioni contingenti che indussero l'«Eroe dei due mondi» a impegnarsi in un'impresa apparentemente folle e disperata quale la spedizione dei Mille. Nel gennaio del 1860, solo cinque mesi prima della celebre partenza dallo scoglio di Quarto, Giuseppe Garibaldi era divenuto lo zimbello della Penisola, l'abituale oggetto di scherno nei salotti mondani. Persino Vittorio Emanuele II, che tanto «galantuomo» non era data la scabrosa e per niente segreta relazione intrattenuta con la plebea Rosa Vercellana (la «Bela Rosin»), soleva sbeffeggiare il condottiero nizzardo, forse perché, per una volta, il sempre nutrito gruppo dei pettegoli italici sarebbe stato distolto dai rumors sulla chiacchieratissima vita privata del Re di Sardegna.
L'opinione pubblica nazional-popolare cristallizzerà il mito amoroso di Garibaldi e Anita, quando in realtà il generale visse avventure sentimentali continue e impetuose, tutte caratterizzate da un paradosso evidente: attratto dalle nobili benestanti (fra le tante la duchessa di Sutherland o la baronessa Esperance von Schwartz), finiva per procreare con le popolane. Nel 1859 ebbe una figlia dalla sua cameriera, Battistina Ravello. Ne approfittò per certificare la moglie di Anita, morta dieci anni prima fra le paludi malsane di Comacchio, cercandone e trovandone il cadavere alle foci del Po. Legittimare la sua vedovanza costituiva il via libero legale per contrarre un nuovo matrimonio.
La scelta cadde sulla diciassettenne marchesina Giuseppina Raimondi. L'aveva incontrata nel giugno 1859 sulle rive del romantico lago di Como e lì l'aveva stupita con una cavalleresca dichiarazione d'amore in ginocchio, venendo però respinto dalla fanciulla. Sarà tuttavia la stessa Giuseppina a rifarsi viva qualche mese più tardi, manifestando il suo assenso all'unione; ma questa volta fu Garibaldi a tergiversare, adducendo scuse quali la differenza di età (Garibaldi aveva allora cinquantadue anni) e il suo carattere malinconico. Accadde però che il buon Giuseppe, ospite nella tenuta dei marchesi Raimondi nel Comasco, incorresse in un brutto incidente a cavallo che lo costrinse a rimanere a letto per tre mesi in casa di Giuseppina, «prigioniero» dell'avvenente fanciulla e del di lei padre, fan sfegatato del generale. Fu così che il 24 gennaio del 1860 i due colombi convolarono a nozze.
Terminata la funzione religiosa nella cappella di famiglia, una volta benedetta solennemente la coppia, Garibaldi ricevette brevi manu una lettera in cui la neo-sposa veniva accusata di infedeltà ripetuta: pare che Giuseppina si intrattenesse con ben due amanti, uno dei quali, il bergamasco Luigi Caroli, l'aveva ingravidata poco tempo prima delle nozze. Era stato presumibilmente il marchese-padre a pianificare il matrimonio-riparatore con l'«Eroe dei due mondi» nelle vesti di marito-fantoccio.
Incalzata dallo sposo, Giuseppina ammise immediatamente la sua colpa. A questo punto, sulle reazioni a caldo di Garibaldi circolano voci contrastanti: per alcuni egli si sarebbe cavallerescamente limitato ad apostrofarla con la frase «Marchesa, voi siete una sgualdrina», ma secondo altri il generale le avrebbe addirittura messo le mani addosso. Fatto sta che i coniugi non si rividero più e per Giuseppe cominciò una sorta di «gogna mediatica» finché il siciliano Francesco Crispi non lo persuase a intraprendere la spedizione più importante della sua vita, cinque mesi dopo.
Garibaldi probabilmente pensò che un'avventura del genere avrebbe certamente riscattato il suo onore ed ebbe ragione: in fondo, oggigiorno, la storiografia ufficiale parla dei suoi Mille e non delle sue corna.

Articolo pubblicato sulla rivista Costa Viola Informa n. 5, Anno 2, Dicembre 2011

giovedì 29 novembre 2012

Come eravamo

Foto del 2007

Foto By Ros del 2008

mercoledì 28 novembre 2012

Crotonesi famosi - Gaele Covelli

“Prova abito da sposa” – Quadro del pittore crotonese Gaele Covelli

GAELE COVELLI
Gian Emanuele Covelli - Crotone, 1872 - Firenze, 1932
Pittore italiano

martedì 27 novembre 2012

Scandale - Foto d'epoca


In questa allegra e simpatica brigata scandalese si riconosce - con scarpe nere e vestito - Mastro Franciscu u Pulicastrisi, padre di Iginio Carvelli (foto, Archivio Aprigliano).

lunedì 26 novembre 2012

domenica 25 novembre 2012

Scandale tra Cinquecento e Seicento


Scandale: un casale popoloso

In seguito ai 25 fuochi Albanesi censiti a Gaudioso nel 1561 si aggiunsero alcuni fuochi italiani. All’inizio del Seicento il casale raddoppia la sua popolazione. Tassato nella numerazione dei fuochi dell’anno 1595 per 83 fuochi (ogni fuoco è una famiglia di circa 5-7 persone), nella numerazione del 1631 ne conta ben 178. La popolazione è seminomade o scompare all’arrivo dei contatori regi, tanto che in una relazione dei primi anni del Seicento “Scandale è castello habitato da cinquecento anime”. Alcuni anni dopo (1625), l’arciprete del casale Don Rocco Quercio dichiarerà che il casale è abitato da circa 1200 anime e nell’anno 1643 sono censiti 98 fuochi, ma pochi anni dopo “paga per li fuochi 178”. Per spiegare questo consistente aumento della popolazione bisogna ricordare che nel secondo decennio del Seicento “sfrattò” e “fallì” il vicino casale di San Giovanni Minagò. Gran parte dei 156 fuochi, per la maggior parte braccianti, che componevano questo casale, situato tra Cutro e Scandale, trovarono più conveniente andare a ripopolare quest’ultimo.
L’aumento della popolazione ha anche un riflesso nella fondazione di nuove chiese, cappelle, oratori e confraternite, soprattutto all’interno della chiesa matrice e della chiesa dell’Annunziata. Protagoniste sono le famiglie benestanti (Peta, Clarà, Parisi, Melita, Borrelli, Bua, Cizza, Franco, Mannis, Brescia ecc.) che prendono in fitto dalla chiesa e dal feudatario le terre, che mettono a coltura a grano. Aumentano anche i preti ed i chierici. Dalle due chiese esistenti alla fine del Cinquecento a tre all’inizio del Seicento. “Ha due tre chiese col suo Arciprete, con i loro preti. Vi è la Confraternita del S.mo Sacramento, et dell’Annuntiata”.
Il 27 agosto 1624 Paulo Clarà del casale di Scandale ottiene la concessione da parte dell’arcivescovo Fausto Caffarelli di edificare una cappella sotto il titolo di Santa Maria del Carmine nella chiesa matrice e di averne lo ius patronato impegnandosi a dotarla di una sufficiente dote in beni stabili e di provvederla di ornamenti e di ogni cosa necessaria al culto e con l’obbligo di celebrare due messe alla settimana e di offrire due libbre di cera nel giorno della Dedicazione della metropolitana di Santa Anastasia. “Ill.mo R.mo Mons.re. Paulo Clarà del casale di Scandale supp.do fa intendere a V. S. Ill.ma come havendosi ottenuto dal R.mo Arciprete del predetto casale un luogho dentro la matrice chiesa per farci una cappella con rompere il muro di detta chiesa, sotto il titolo di S.ta Maria del Carmine...”. Alcuni anni dopo, il 10 aprile 1637, il fratello, il chierico Giovanni Francesco, modificando un precedente testamento, istituisce un legato di ducati 500 in favore della cappella della Madonna del Carmine, “accio si ne fondi uno beneficio, e jus patronato per lo più intimo preite di casa Clarà” col peso di sette messe alla settimana e presentando per cappellano il prete D. Francesco Antonio Brescia, figlio della sorella Isabella.

Cfr. Andrea Pesavento, Il Casale di Scandale, pubblicato su La Provincia KR n° 20-23 - 2008.

venerdì 23 novembre 2012

Gioia Tauro

Panorama di Gioia Tauro in una foto di Nania Damiano

GIOIA TAURO

Gioia Tauro occupa il posto di quella che anticamente si chiamava Metauros, colonia di Zangle. Successivamente ricolonizzata da Locri, si vuole fosse la patria del poeta greco Stesicoro. In contrada Petra, vicino al mare, è stata scoperta una necropoli risalente al VII – V secolo a. C., con sepolture a inumazione e incinerazione i cui ricchi corredi si trovano nel Museo di Reggio Calabria. Negli ultimi anni sono venuti alla luce resti dell’abitato di età romano imperiale. Adesso è un importante centro oleario con attività agricole, commerciali e industriali.
Nella prima metà degli anni Settanta del Novecento fu avviata la realizzazione del porto che successivamente prese un orientamento polifunzionale specializzato per il transshipment. Con la vicina Marina di Gioiosa Tauro è anche stazione balneare e porto turistico e commerciale.

Il Porto di Gioa Tauro in una foto di Calabria on web


giovedì 22 novembre 2012

mercoledì 21 novembre 2012

Amalfi

Duomo di Amalfi in una foto di Leonardo Di Benedetto
Scorcio di Amalfi in una foto pubblicata su Facebook

martedì 20 novembre 2012

Come è difficile fare il sindaco a Scandale


La macchina incendiata del sindaco Carmine Vasovino in due foto pubblicate a suo tempo dal sito cn24.tv


Mi guardo bene a non entrare nel dibattito politico scandalese che spetta esclusivamente ai Partiti e ai cittadini che lì vivono e conoscono la realtà del paese meglio di noi emigrati. Ma, una cosa a tutti i compaesani la voglio dire.
In questi ultimi anni, 3 sindaci, 3 macchine bruciate: secondo voi è normale? Mi si consenta l’ironia, ma al prossimo primo cittadino consiglio di comprarsi una macchina di seconda mano. Siamo arrivati al punto che chi diventa sindaco di Scandale non può più svolgere la sua attività con tranquillità per paura di scontentare questo o quello, o per non farsi bruciare l’automobile. Saremmo alle comiche, se non fosse che sono cose serie.
D’altra parte, chi vince le elezioni, deve amministrare onestamente e con trasparenza il denaro pubblico, per non creare malumori tra i cittadini. Insomma, ognuno deve fare il suo dovere pensando non al tornaconto personale, ma al bene del paese. Naturalmente, sto parlando in generale, non c’è nessun riferimento specifico alle ultime 3 Amministrazioni. Penso, comunque, che il giorno che si scoprirà chi incendia le automobili, finiranno anche i giochi elettorali di chi ci sta dietro.


Le due macchine di Barberio in una foto del Corriere della Calabria

lunedì 19 novembre 2012

domenica 18 novembre 2012

Mena Scalise - Pensieri


PENSIERI

E sgusciano via
come carte in mano ad un abile giocatore
gli anni dell’adolescenza.
E il tempo passa
così, come se niente fosse,
e noi invecchiamo ci guardiamo allo specchio
e scopriamo un'altra ruga,
un nuovo dolore, un'altra delusione.
Pensiamo allora
ai tempi passati
giorni senza gioia né sorrisi
colmi di nebbia, privi di sole.
Ci accorgiamo della vita languida e macabra vissuta.
Sentiamo il desiderio di tornare indietro...
Solo allora ci accorgiamo che ormai è troppo tardi.


venerdì 16 novembre 2012

Ancora un attentato all'ex sindaco Antonio Barberio

Antonio Barberio in una foto By Ros del 2009

Scandale, in fiamme i mezzi dell'ex sindaco Barberio
L'attuale consigliere provinciale: “Vogliono bloccare la mia candidatura al Comune”

SCANDALE - Uno scoppio nella notte ha svegliato la famiglia del commissario liquidatore dell'Akros, Antonio Barberio, che è anche consigliere provinciale di Crotone, eletto in una lista civica di sinistra. Era l'una di questa notte e a provocare il botto è stato l'esplosione di una gomma d'auto. Il primo a saltare dal letto è proprio Barberio. Si affaccia dalla finestra, che dà sul giardino della sua villetta a Scandale, e lo spettacolo che appare ai suoi occhi lo terrorizza: entrambe le auto di proprietà della sua famiglia (due fiat Panda) sono in fiamme, così com'è in fiamme il ciclomotore utilizzato dai due figli di Barberio. Fa le scale in fretta e tenta di spegnere le fiamme utilizzando la pompa dell'acqua, che ordinariamente usa per innaffiare il giardino. Quelle fiamme non si domano, nemmeno quando interviene in suo aiuto un amico. Prima dell'alba, arrivano anche i vigili del fuoco e i carabinieri con il comandante della stazione di Scandale, maresciallo Pasquale Castellano, e vengono immediatamente avviate le indagini, al momento contro ignoti.
Le due auto servivano alla famiglia per raggiungere il posto di lavoro: Barberio, oltre all'attività politica, fa l'insegnante all'istituto alberghiero di Le Castella, mentre la moglie, Rossella Garofalo, insegna alle scuole elementari di Scandale.
Gli esecutori dell'atto intimidatorio, per raggiungere i mezzi, hanno dovuto scavalcare il cancello che immette nel giardino della casa, recintato interamente da una siepe verde. Sulla matrice dell'atto Barberio non ha dubbi: esclude che l'esecutore possa avere legami con l'Akros, azienda impegnata nella raccolta dei rifiuti differenziati e in alcuni Comuni anche dei rifiuti solidi urbani, e punta il dito contro coloro che non lo vorrebbero alla guida del Comune di Scandale. «È una questione comunale - dice - perché prima hanno bruciato l'auto al sindaco e ora che si va verso nuove elezioni, pensando che io possa candidarmi, hanno colpito me. Mi hanno avvertito. Era già accaduto in simili circostanze nel 2001». Barberio ricorda che già nel febbraio di quell'anno era andata a fuoco con le medesime modalità l'auto di famiglia. Allora abitava in una casa che era in una zona più centrale rispetto a quella di oggi.
Barberio ha ricevuto la solidarietà del presidente della Provincia di Crotone, Stano Zurlo, e dei componenti dell'esecutivo. «Ancora una volta - dice Zurlo - un rappresentante delle istituzioni è oggetto di particolari attenzioni. Condannando il gesto siamo convinti che magistratura e forze dell'ordine faranno luce sul gravissimo episodio che colpisce l'esponente politico».
Anche il Partito democratico di Crotone esprime vicinanza all'ex sindaco di Scandale, e «condanna fortemente ogni gesto prevaricatore, di qualsiasi natura esso sia. Questi sono atti che mortificano l’intera collettività oltre che le persone impegnate per la crescita sociale e civile del nostro territorio. L’atto consumato questa notte ci indigna fortemente e ci spinge a condannare con fermezza le logiche di prepotenza che vogliono sopraffare l’operato di chi si impegna quotidianamente per il sviluppo del territorio in cui opera».
Anche nel 2001, come oggi, si parlava di una ricandidatura di Barberio alla guida del Comune, poi il Parlamento ha approvato la legge che non consentiva ai sindaci di ricandidarsi dopo due legislature e non si ricandidò.
Il 31 ottobre scorso il sindaco di Scandale eletto alle ultime elezioni, Carmine Vasovino, è stato sfiduciato da 7 consiglieri (quattro della maggioranza e tre dell'opposizione), che si sono dimessi e il prefetto ha sciolto l'assise e nominato il commissario prefettizio nella persona del vice prefetto Micucci. Le dimissioni dei consiglieri sono state determinate da una presunta ingerenza di Barberio nell'attività amministrativa. Circostanza che Barberio considera priva di fondamento. Mentre è del tutto fondata la notizia che l'ex sindaco stava valutando, insieme al Pd, il partito in cui si riconosce, la possibilità di candidarsi alla carica di primo cittadino.

Articolo di Gaetano Megna del 15 novembre 2012, pubblicato dal sito “Il Corriere della Calabria”.

giovedì 15 novembre 2012

Scandalesi a Reggio Emilia

Scandalesi a Reggio Emilia

mercoledì 14 novembre 2012

Calabria nel cuore

Vignetta di Calabria nel cuore - Facebook

martedì 13 novembre 2012

Luigi Demme - Poesia della terra

Il prof. Luigi Demme con alcuni ragazzi di Scandale

A POESIA DA TERRA

Bonasira papà, bona vinutu,
assettati assa bbanca, apparicchiata,
stenda nu pocu u visu aru surrisu,
doppu a fatiga i s’amara iurnata.

Stasira papà fammi cuntiantu,
a verità tu sulu ma po diri:
a poesia i sa terra tantu ngrata,
sulu subba li libri aiu liiri ?

A sira nu ti siantu mai cantari,
i jistimi nda fa na litania,
a fortuna ti siantu cuntrariari
e nu mi tiani mai mbrazza a tia.

Eppure, sicundu i libri, si cuntiantu :
mmianzu a ru virdi passi la jurnata,
suanni bona ricota di frumiantu
e l’aciaddri ti fannu a sirinata.

Stenda papà na manu tremulanti,
ma posa subba capu timurusu,
sta ancora nu pocu titubanti,
ma po mi dicia cu tuanu amoruso:

Figghio quant’è difficili parrari
quandu rumba intri i ricchi lu tratturi,
quandu frisca ntra capu a tramuntana,
quandu pisanu ncuarpu li suduri.

A verità però ti l’haiu diri:
a poesia da terra è na bugia,
è passatiampu pi ri littirati,
pi chini campa ancora i fantasia.

lunedì 12 novembre 2012

Ponti


domenica 11 novembre 2012

Scandale 1886 - Quando andavamo a votare a Santa Severina

Regio Decreto (n° 3687 serie 3ª) del 14 febbraio 1886 

Come abbiamo visto in un altro articolo di questo blog, il Regio Decreto N° 3750 del 21 marzo 1886 costituiva il comune di Scandale in sezione autonoma del 1° collegio elettorale di Catanzaro distaccandolo da San Mauro Marchesato. Ma gli scandalesi non andavano a votare a San Mauro, bensì a Santa Severina, come si può vedere nel documento che segue, del 14 febbraio 1886, pubblicato pochi giorni dopo dalla Gazzetta Ufficiale del Regno. In poche parole il Comune di Scandale chiese a febbraio di separarsi da Santa Severina e pochi giorni dopo chiese un decreto per non andare a votare a San Mauro.
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Regio Decreto (n° 3687 serie 3ª) che separa il comune di Scandale dalla sezione elettorale di Santa Severina, e l’aggrega a quella di San Mauro Marchesato del 1° collegio di Catanzaro.
14 febbraio 1886

UMBERTO I°
PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTA’ DELLA NAZIONE
RE D’ITALIA

Su proposta del Nostro ministro segretario di Stato per gli affari dell’Interno, presidente del consiglio dei ministri;
Veduta la domanda del comune di Scandale per la sua separazione dalla sezione elettorale di Santa Severina e per la sua aggregazione alla sezione elettorale di San Mauro Marchesato;
Veduta la tabella generale delle sezioni dei collegi elettorali, approvata col regio decreto del 24 settembre 1882, n 997 (serie 3ª);
Veduto il regio decreto dell'11 febbraio 1886 con cui il comune di San Mauro Marchesato fu costituito in sezione elettorale autonoma;
Visti gli articoli 47 e 48 della legge elettorale politica 22 gennaio 1882;
Ritenuto che il comune di Scandale ha 82 elettori politici, che esso dista circa 17 chilometri da Santa Severina mentre sarebbe distante solo 6 chilometri da San Mauro Marchesato; che quindi è reso difficile agli elettori di Scandale l’esercizio del diritto elettorale in Santa Severina, mentre tale diritto sarebbe molto più facilmente esercitato in San Mauro Marchesato;
Abbiamo decretato e decretiamo:
Articolo unico.
Il comune di Scandale è separato dalla sezione elettorale di Santa Severina ed è aggregato alla sezione elettorale di San Mauro Marchesato, del 1° collegio di Catanzaro.
Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserito nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addì 14 febbraio 1886
UMBERTO...............................................DEPRETIS

Nota – È chiaro che questo documento andava pubblicato prima di quell’altro, ma purtroppo ne sono venuto in possesso solo in questi giorni.

venerdì 9 novembre 2012

Il Prefetto nomina il Commissario per il Comune di Scandale

Il Comune di Scandale in una foto By Ros

Crotone: Prefetto avvia misure scioglimento consiglio Comune di Scandale

(ASCA) - Crotone, 8 novembre- A seguito delle dimissioni rassegnate il 7 novembre da sette consiglieri su dodici assegnati al Comune di Scandale (Kr), il Prefetto di Crotone ha inviato al Ministero dell'Interno la proposta di scioglimento del Consiglio comunale di Scandale, disponendo, al contempo, la sospensione dello stesso organo.
Per la provvisoria amministrazione dell'Ente è stato nominato il Commissario prefettizio nella persona di Roberto Micucci, capo di gabinetto della Prefettura di Crotone.

Agenzia di stampa ASCA - 8 Novembre 2012 - 14:33

Massime e aforismi - Jean Rostand


“Uccidi un uomo e sei un assassino. Uccidine milioni e sei un conquistatore. Uccidili tutti e sei Dio”.

Jean Rostand
Parigi 1894 - Ville-d'Avray 1977
Biologo e filosofo francese

mercoledì 7 novembre 2012

martedì 6 novembre 2012

Come eravamo

Foto pubblicata dal sito AVIS di Scandale
Foto pubblicata dal sito Musica X  Sempre

lunedì 5 novembre 2012

domenica 4 novembre 2012

Scandale - Monumento ai Caduti

Scandale - Il Monumento ai Caduti in una foto di Cesare Grisi
Il Monumento ai Caduti in una foto  By Ros

venerdì 2 novembre 2012

Scandale - Programma per il 4 novembre

Programma del 4 novembre pubblicato da Antonello Voce


Anche quest’anno a Scandale il 4 novembre si rinnova la tradizione della deposizione di una Corona d'Alloro al Monumento ai Caduti delle due guerre.
Alle ore 9:00 ci sarà una sfilata per le vie del paese della Banda Musicale "Gaudiosi di Maria". Seguirà alle 10:30 la Santa Messa nella Parrocchia di San Nicola. Alle 11:30 il corteo delle Autorità e di tutta la cittadinanza si recherà presso piazza Municipio, dove seguirà l’Alza Bandiera, il discorso delle Autorità e la lettura dei nomi dei Caduti.

Foto del 2011

Foto del 2010

giovedì 1 novembre 2012

Scandale - 7 dimissioni in Consiglio comunale

Il Sindaco di  Scandale Carmine Vasovino in una foto By Ros

In sette a Scandale (Crotone) hanno presentato le dimissioni da consigliere comunale. La giunta di Carmine Vasovino sarebbe arrivata, a questo punto, al capolinea.
L'altra mattina, difatti, in una lettera congiunta hanno sottoscritto le loro dimissioni quattro consiglieri della maggioranza, tra cui due assessori, e tre della minoranza. Si tratta del vice sindaco Luigi De Biase, Salvatore Rota, Stefania Salerno, Maria Luisa Artese che hanno fatto parte della maggioranza e della lista Scandale Democratica, e dei tre consiglieri della lista Scandale nel cuore, Iginio Pingitore, Giuseppe Lettieri e Francesco Ceraudo.
Secondo i consiglieri dimissionari sarebbe “venuta meno la fiducia” verso questa amministrazione. La palla, adesso, passa nelle mani del Prefetto che dovrebbe proporre lo scioglimento del Consiglio comunale, essendo venuta meno la maggioranza in seno al Consiglio comunale che era stato eletto dopo le votazioni del 15 e 16 maggio 2011. Un anno e mezzo fa.

Una vita troppo breve per una amministrazione comunale. In quelle consultazioni tre erano state le liste che erano scese in campo, Scandale Democratica con Carmine Antonio Vasovino, che vinse le elezioni con il 40,62 per cento dei voti, seguita dalla lista Scandale nel cuore di Iginio Pingitore, che raccolse il 36,93 per cento delle preferenze, ed infine la lista di Patrizio Coriale, Orgoglio Scandalese, che si fermò al 20,24 per cento dei voti.
Proprio per l'altra sera era stata convocata una seduta del Consiglio comunale, che avrebbe dovuto prendere in esame, tra gli altri argomenti, l'esame ed approvazione del bilancio di previsione 2012 ed il programma triennale delle opere pubbliche. E invece la lettera di dimissioni dei sette consiglieri ha spiazzato un po' tutti.

Articolo di Carmelo Colosimo su Area Locale del 31 ottobre 2012

La sede del Comune di Scandale in Via Nazionale