domenica 28 febbraio 2016

L'edizione tedesca del libro "I Baroni" di Callegari

Edizione tedesca del romanzo I Baroni di Gian Paolo Callegari pubblicato nel 1953


Come eravamo

Unitalsi di Scandale

Mino Reitano: dalla Calabria ai Beatles

Mino Reitano

Mino Reitano: dalla Calabria ai Beatles, la prima biografia del cantautore reggino

"Resta Qui - L’Italia di Mino Reitano", esce la prima biografia ufficiale pubblicata da Dino Vitola Editore e firmata da Davide Beltrano (Il Folle), dedicata al cantante calabrese (scomparso prematuramente all'età di 65 anni nel 2009) originario di San Pietro di Fiumara (RC).
Reitano è conosciuto anche come un orgoglioso e fiero meridionale, e girando il mondo ha valorizzato la sua terra calabrese dandole visibilità. È stato ambasciatore per la Calabria e oggi tutte le città della sua regione lo stanno onorando dedicandogli vie, piazze e auditorium. Nel volume, tra i vari aneddoti, si racconta come Reitano proprio per amore della sua terra rifiutò la proposta di Frank Sinatra di trasferirsi in America, "Le radici- diceva- sono più importanti di qualsiasi successo".
Il suo riconoscimento postumo e le memorie dei familiari disegnano un personaggio molto più attuale di quanto si possa immaginare. Un ritratto che svela aspetti privati e spesso rimasti nell'ombra come la “Laurea honoris causa in Sociologia” che gli ha conferito l' Università “Pro Deo” di New York oppure il suo romanzo “Oh Salvatore”, nel 1977 che entrò nella cinquina dei finalisti del “Premio Bancarella” con Luca Goldoni, Sergio Saviane ed altri notissimi scrittori.
Nelle 144 pagine molto spazio anche alla sua storia di migrante, quando agli inizi degli Anni '60 dovette lasciare l'Italia per trasferirsi in Germania, dove ad Amburgo incontra ripetutamente i futuri Beatles che ancora si fanno chiamare Silver e suonano a rotazione con Mino e i suoi fratelli.
La pubblicazione è arricchita da un'ampia sezione fotografica e da un cd allegato con una composizione inedita interpretata dalla figlia Grazia e dedicata al padre.

Articolo del sito CN24tv del 20 febbraio 2016


Un Parco Avventura nella Sila petilina

Parco avventura in Sila
Un Parco Avventura nella Sila petilina. A realizzarlo tre coraggiosi fratelli.

Anche la montagna petilina, nei pressi di villaggio Principe e nel cuore del Parco Nazionale della Sila, avrà il proprio Parco Avventura. Il progetto, che ha tutte le carte in regola per creare sviluppo turistico sostenibile e sottrarre la stessa località all'abbandono in cui è stata relegata da sempre, ha preso forma grazie all'impegno di tre fratelli Dario, Francesco e Luigi Paterino che hanno avuto il coraggio di mettersi in gioco e partecipare ad un bando regionale che, con i propri fondi, ha consentito di avviare i primi lavori ed organizzare alcuni percorsi naturalistici dello stesso Parco Avventura. L'appuntamento dell'apertura è per la prossima primavera quando saranno ultimati alcuni percorsi acrobatici per adulti e bambini, un percorso ciclabile, un campo bocce ed una "Tirolese" di 270 metri. "Ringraziamo l'Amministrazione comunale cittadina - evidenziano i fratelli Paterino - che ci ha dato in concessione un'area verde che sarà a disposizione di tutti quegli amanti della natura e di coloro che vorranno passare delle ore rilassanti nel verde del Parco Nazionale della Sila ed alle falde del Monte Gariglione: una delle vette naturalisticamente più interessanti dell'Altopiano silano".

Quella messa in campo dai fratelli Paterino rappresenta una novità assoluta per la montagna petilina, considerato che lo stesso Villaggio Principe nonostante il fascino proprio dei suoi 1400 metri sul livello del mare è sorto in maniera abusiva con numerose abitazioni, nel demanio, aspettano da lustri di vedere sanata la propria posizione. L'ultima vera chance per la valorizzazione per la montagna petilina si era registrata a cavallo degli anni '60 '70 del secolo scorso, allorquando prima di indirizzare la propria attenzione verso la montagna cotronellara l'imprenditore Palumbo aveva indirizzato la propria attenzione verso la località montana petilina non ricevendo da parte dell'Amministrazione comunale del tempo la fiducia necessaria a permettere la nascita di un villaggio turistico. Capita così che ad alcuni mesi dall'inizio delle attività, fari puntati sullo stesso Parco Avventura si registrano nella cittadina dell'alto Marchesato crotonese con una pagina che furoreggia su Facebook: il social network che registra il maggior numero di iscritti petilini.

Articolo di Francesco Rizza su Cronache Calabre




Strongoli - Castello di Fasana

Casino di caccia e dimora estiva della famiglia Pignatelli nel territorio di Strongoli. Il castello di Faggiana, detto anche di Fasana, situato sulla riva sinistra del fiume Neto.


sabato 27 febbraio 2016

Come eravamo

Polisportiva Giovanile in Piazza del Comune a Scandale

Polisportiva Scandale a Isola Capo Rizzuto (foto By Ros)

La Certosa di Serra San Bruno

Certosa di Serra San Bruno (VV) in una foto di Fabrizio Di Meo

La Certosa in una foto di Rosina Salerno

La Certosa di Serra San Bruno in una foto di Mimmo Calabretta

Vivere tranquilli

Il Monastero di Taktsang Palphug (tana della tigre), Bhutan - ©Ph.Douglas J. McLaughlin

Monastero di S. Giorgio in Kotziba - Deserto di Giuda Israele ©Ph.Gpierocompostela

Massime e aforismi - Massimo Troisi

Troisi con Benigni sul set di Non ci resta che piangere

Ma tra un giorno da leone e cento da pecora…
Non se ne potrebbero fare cinquanta da orsacchiotto?


Massimo Troisi
San Giorgio a Cremano (Napoli) 1953 – Ostia (Roma) 1994 
Attore, regista e sceneggiatore

domenica 21 febbraio 2016

Discarica di Giammiglione - Vogliono avvelenare il Marchesato

Foto By Ros del 2011

Discarica Giammiglione, Pingitore: ‘fermare l’olocausto del crotonese’

Il sindaco annuncia una battaglia per il bene di tutti i cittadini e soprattutto per la salute dei nostri figli

 SCANDALE mercoledì 17 febbraio 2016
“Sono pronto a rifare battaglia contro la discarica di Giammiglione”. E’ quanto dichiara il sindaco di Scandale, Iginio Pingitore, che nel 2009 con l’associazione ‘Scandale nel Cuore’, di cui era presidente, insieme alla comunità di Papanice capeggiata dall’attuale consigliere comunale di Crotone, Enrico Pedace, sono stati promotori di una fiaccolata contro la discarica. La manifestazione d’allora in sintesi ostacolava il processo poiché era considerata un’idea assurda, ancor di più se si pensa che l’ invaso avrebbe dovuto occupare parte di macchia mediterranea, nelle vicinanze di un sito archeologico.

Una costruzione fra due strade che collegano, Scandale, San Mauro Marchesato e Papanice, un contenitore di milioni di metri cubi di rifiuti tossici ammassati in una zona il cui ambiente è già a rischio per l’esistenza nell’aria di fumi emessi dalle centrali turbogas, termo distruttore, biomasse, discariche tuttora in uso e in disuso e dove il territorio registra un’alta percentuale di casi di tumori, Giammiglione comprometterebbe ulteriormente la salute dei cittadini. “E’ passato qualche anno da quando evitammo l’ipotesi di creare l’invaso nel comune di Crotone e confinante con il nostro comune”. “Pare che il 9 marzo ci sia una Conferenza di servizi, ma da sindaco di Scandale a tuttora non ho ricevuto nulla in merito, probabilmente sarà per il fatto che la costruzione non toccherebbe il nostro territorio. Tuttavia, la vicenda mi sta a cuore e pur non riguardante direttamente l’amministrazione comunale. Insieme ai sindaci del comprensorio prenderemo fortemente le distanze da qualsiasi ipotesi di discarica in località Giammiglione per fermare l’olocausto del crotonese. Non è pensabile – continua Pingitore che dalla sua parte ha i sindaci dei comuni limitrofi – che dopo aver fatto nel passato una vera e propria battaglia, adesso si ripresenta una ditta abruzzese per realizzare la discarica. Il consiglio comunale di Scandale per ben due volte ha detto “no”, pertanto annuncio che inizierò una battaglia per il bene di tutti i cittadini e soprattutto per la salute dei nostri figli, questo territorio ha bisogno di altro non di discariche”.
  

Articolo di mercoledì 17 febbraio della Redazione del sito Il Cirotano

Festa del malato a Scandale

Scandale 2016 - Festa dell'ammalato in alcune foto pubblicate su Facebook dal Gruppo Parrocchiale Unitalsi



Quando Carducci era affiliato alla Massoneria

Giosuè Carducci da Giovane

Giosuè Carducci
Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci
Valdicastello (fraz. del Comune di Pietrasanta – Lucca -) 1835 – Bologna 1907
Poeta e scrittore italiano. Premio Nobel per la letteratura nel 1906.

Affiliato alla Massoneria del Grande Oriente d'Italia, fu iniziato nella Loggia “Galvani” di Bologna nel 1862. Dopo aver scritto un opuscolo di protesta, per conto della Loggia "Felsinea", assieme a Francesco Magni, Giorgio Curcio, e dai proff. Luigi Cremona, Domenico Carbone e Zavateri, nel 1867 fu espulso dalla Massoneria.


A SATANA

Ei passa, o popoli, Satana il grande
A te, de l’essere principio immenso, materia e spirito, ragione e senso;
Mentre ne’ calici il vin scintilla sí come l’anima ne la pupilla;
Mentre sorridono la terra e il sole e si ricambiano d’amor parole,
E corre un fremito d’imene arcano da’ monti e palpita fecondo il piano;
A te disfrenasi il verso ardito, te invoco, o Satana, re del convito.
Via l’aspersorio prete, e il tuo metro! No, prete, Satana non torna in dietro!
Vedi: la ruggine rode a Michele il brando mistico, ed il fedele
Spennato arcangelo cade nel vano. Ghiacciato è il fulmine a Geova in mano.
Meteore pallide, pianeti spenti, piovono gli angeli da i firmamenti.
Ne la materia che mai non dorme, re de i fenomeni, re de le forme,
Sol vive Satana. ei tien l’impero nel lampo tremulo d’un occhio nero,
O ver che languido sfugga e resista, od acre ed umido pròvochi, insista.
Brilla de’ grappoli nel lieto sangue, per cui la rapida gioia non langue,
Che la fuggevole vita ristora, che il dolor proroga che amor ne incora.
Tu spiri, o Satana, nel verso mio, se dal sen rompemi sfidando il dio
De’ rei pontefici, de’ re crüenti: e come fulmine scuoti le menti.
A te, Agramainio, Adone, Astarte, e marmi vissero e tele e carte,
Quando le ioniche aure serene beò la Venere Anadiomene.
A te del Libano fremean le piante, de l’alma Cipride risorto amante:
A te ferveano le danze e i cori, a te i virginei candidi amori,
Tra le odorifere palme d’Idume, dove biancheggiano le ciprie spume.
Che val se barbaro Il nazareno furor de l’agapi dal rito osceno
Con sacra fiaccola i templi t’arse e i segni argolici a terra sparse?
Te accolse profugo tra gli dèi lari la plebe memore ne i casolari.
Quindi un femineo sen palpitante empiendo, fervido nume ed amante,
La strega pallida d’eterna cura volgi a soccorrere l’egra natura.
Tu a l’occhio immobile de l’alchimista, tu de l’indocile mago a la vista,
Del chiostro torpido oltre i cancelli, riveli i fulgidi cieli novelli.
A la Tebaide te ne le cose Fuggendo, il monaco Triste s’ascose.
O dal tuo tramite alma divisa, benigno è Satana; ecco Eloisa.
In van ti maceri ne l’aspro sacco: il verso ei mormora di Maro e Flacco
Tra la davidica nenia ed il pianto; e, forme delfiche, a te da canto,
Rosee ne l’orrida compagnia nera, mena Licoride, mena Glicera.
Ma d’altre imagini d’età più bella talor si popola l’insonne cella.
Ei, da le pagine di Livio, ardenti tribuni, consoli, turbe frementi
Sveglia; e fantastico d’italo orgoglio te spinge, o monaco, su ’l Campidoglio
E voi, che il rabido rogo non strusse, voci fatidiche, Wicleff ed Husse,
A l’aura il vigile grido mandate: s’innova il secolo piena è l’etade.
E già già tremano mitre e corone: dal chiostro brontola la ribellione,
E pugna e prèdica sotto la stola di fra’ Girolamo Savonarola.
Gittò la tonaca Martin Lutero: gitta i tuoi vincoli, uman pensiero,
E splendi e folgora di fiamme cinto; materia, inalzati: Satana ha vinto.
Un bello e orribile mostro si sferra, corre gli oceani, corre la terra:
Corusco e fumido come i vulcani, i monti supera, divora i piani;
Sorvola i baratri; poi si nasconde per antri incogniti, per vie profonde;
Ed esce; e indomito di lido in lido come di turbine manda il suo grido,
Come di turbine l’alito spande: ei passa, o popoli, Satana il grande.
Passa benefico di loco in loco su l’infrenabile carro del foco.
Salute, o Satana, o ribellione, o forza vindice de la ragione! 
Sacri a te salgano gl’incensi e i vóti! Hai vinto il Geova de i sacerdoti.


Roma in alcune foto d'epoca

Roma - Osteria del Tempo Perso in una foto del 1892 scattata in periferia

San Giovanni in Laterano  in una foto del 1868

Vittoriano nel 1924 circa, quando sulla sinistra c'erano ancore le case
Largo di Torre Argentina (1929)

Piazza di Spagna (1895)

sabato 20 febbraio 2016

Corazzo - Come eravamo

Foto pubblicate su Facebook nel 2014 dall'Associazione Sviluppo Corazzo 


Calabria - Le Castella

Le Castella in una foto di Walter Bevilacqua
Le Castella in una foto By Ros del 2015
Le Castella in una foto di  Lucia Sandulli

Telegramma di Pirandello a Mussolini

Luigi Pirandello

Telegramma di Pirandello a Mussolini

“Eccellenza, sento che questo è per me il momento più proprio di dichiarare una fede nutrita e servita sempre in silenzio. Se l'E.V. mi stima degno di entrare nel Partito Nazionale Fascista, pregerò come massimo onore tenermi il posto del più umile e obbediente gregario. Con devozione intera”

Telegramma inviato da Luigi Pirandello a Benito Mussolini, pubblicato dal giornale "La Stampa" il 18 settembre 1924


Luigi Pirandello
Girgenti 1867 – Roma 1936
Scrittore e drammaturgo, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1934


Massime e aforismi - Umberto Eco

Umberto Eco

“Si può essere colti sia avendo letto dieci libri che dieci volte lo stesso libro. Dovrebbero preoccuparsi solo coloro che di libri non ne leggono mai. Ma proprio per questa ragione essi sono gli unici che non avranno mai preoccupazioni di questo genere”


UMBERTO ECO
Alessandria 1932 – Milano 2016
Scrittore, filosofo, semiologo e linguista italiano


domenica 14 febbraio 2016

Manlio Rossi-Doria - I contadini dopo l’Ente Sila

Donne forestiere che raccoglievano le olive nel territorio di Scandale, dette i Mandrieddi. La foto fa parte del libro di Manlio Rossi-Doria, Un paese di Calabria, l’Ancora del Mediterraneo, Napoli, 2007

I contadini dopo l’Ente Sila

Scandale, 11 novembre 1954
La conversazione in casa di Don Orlando [Scaramuzzino] è servita a gettare un primo sguardo al modo in cui questa borghesia guarda al mondo dei contadini e a quel che avviene tra loro e certo il quadro così presentato ha del vero.
Tutto era quieto, dicono, fino alla guerra, quando la prima mossa si ebbe col mercato nero del grano, il cui prezzo salì fino alle 7 – 8000 lire al tomolo (di 44 kg. E quindi fino alle 17 – 19 mila lire il quintale). Da allora i contadini non hanno pensato che a star meglio, spendendo largamente quel che guadagnavano e ingolfandosi nei debiti.
Se, tuttavia, l’inizio di un tale andamento è da riportarsi alla guerra, lo sviluppo che oggi si riscontra parte dall’intervento dell’Ente Sila, quando cresciuta la terra coltivata, eliminati o ridotti i canoni, pagati i lavori di miglioria, cresciuto l’impiego nei lavori pubblici con la relativa riscossione degli assegni familiari, oltre che dei salari, il denaro contante in mano dei contadini è improvvisamente cresciuto e la spinta alla spesa non ha avuto più limiti.
Secondo i “borghesi” della conversazione un tal andamento si esprime nei seguenti indici, ciascuno dei quali può essere facilmente controllato.
Sono anzitutto aumentati i consumi voluttuari.
Le tre cantine attualmente in funzione fanno affari per centinaia e centinaia di migliaia di lire. Camions interi di vino ne portano, oltre che da Cirò, fin dalle lontane Puglie, quando prima bastava la produzione locale. I vinattieri sono considerati tra i più ricchi commercianti del paese, anche perché, pur praticando il credito come gli altri, lo praticano a più breve termine e ottengono garanzie più sicure dai contadini. In particolare essi sono diventati oramai, i più grossi consegnatari di grano agli ammassi con il ritiro, in pegno dei loro crediti, dei buoni d’ammasso dei contadini.
Nella conversazione s’è parlato di contadini con debiti di 100 mila lire per solo vino. Il vestiario è diventato una delle prime cure dei giovani contadini, i quali spendono per esso cifre notevoli, con acquisti fatti principalmente a Crotone.
Al divertimento si dedicano anche somme molto superiori al passato. Non c’è ancora un cinema in paese, ma ogni sera sono molte le persone che si recano in automobile a Crotone al cinematografo. Le automobili a noleggio hanno fatto al riguardo la tariffa di 300 lire, ma si calcola che la serata possa costare sulle mille lire (trasporto, cinema, cena, caffè). Sembra che siano molti i contadini che vi si recano.
I bar, inesistenti fino a pochi anni fa, sono adesso in numero di tre e in tutti si spendono somme notevoli nei giochi di carte, come nelle osterie.
Il gioco, oltre che nelle forme tradizionali, ha preso grande sviluppo come concorso al totocalcio, al quale molti partecipano. Parecchi sono i sistemisti. C’è poi – si diceva sempre in quella conversazione – una tendenza ad investir danari superiore alle effettive possibilità. Uno degli acquisti che in gran numero le famiglie contadine hanno fatto è quello degli apparecchi radio. Sono già in paese in numero di 360 – uno ogni due famiglie – e si tratta per lo più di apparecchi grandi, radio - grammofoni e radio – bar. Con la radio è cresciuta l’usanza del ballo che si pratica in ogni occasione nelle famiglie contadine e con il ballo le feste e i consumi voluttuari.
Analogamente molti hanno comperato motociclette e “guzzini”. Si sono venduti il mulo consegnato dall’Ente Sila e si sono comperati il “guzzino”.
La conseguenza è – sembra – una paurosa situazione di indebitamento. Radio e vestiario e ogni cosa anche a Crotone sono ceduti a credito. I negozianti d’ogni tipo per mantenersi la clientela sono costretti a fare credito. Così gli stessi vinattieri, i quali, come si è detto, si rifanno coi buoni d’ammasso. Don Orlando, che è commerciante di tessuti, è così esposto, quest’anno, per il credito fatto e non pagato che non è ancora potuto andare a Napoli a fare gli acquisti, come era solito fare ogni anno. Questo senza dire dei debiti che tutti i contadini hanno con l’Ente Sila.
E tutti così si lamentano, è stata la conclusione.

Note di viaggio - Roma. Biblioteca Giustino Fortunato. Archivio Rossi-Doria, vol. II, fascicolo, 5. Notazioni personali del prof. Manlio Rossi-Doria in forma di diario ricavate durante la permanenza a Scandale per l’inchiesta commissionata dall’Unesco.


Paesi di Calabria - Roccella Ionica

Panorama di Roccella Ionica

ROCCELLA IONICA

Roccella Ionica o Roccella Jonica è un comune di circa 7000 abitanti della provincia di Reggio Calabria. Si trova sulla Costa ionica denominata Riviera o Costa dei Gelsomini. Importante centro agricolo e peschereccio con alcune risorse industriali (essenze di gelsomino, alimentari, acque gasate).
Sorse in una zona abitata fin dall’epoca protostorica, come attesta la scoperta di una necropoli del secolo IX-VIII a.C. in località Sant’Onofrio. Infondata, secondo gli storici, l’identificazione con l’antico Romechium ricordato da Ovidio (Metamorfosi, XV, v. 704).
Citata dal 1040 col nome di Rupella, la cittadina appartenne in feudo ai Collepietro e ai Carafa. Subì vari assedi da parte dei Turchi: celebre quello del 1594. Fu invano assalita dal corsaro Dragut, che ebbe varie navi affondate dalle artiglierie del castello.
Stazione balneare con notevoli attrezzature ricettive e sportive e porto turistico. Nel 2015 Roccella si aggiudica la Bandiera Blu. Il riconoscimento conferito dalla Fee, Foundation for Environmental Education. Ha conquistato fama mondiale con la manifestazione “Roccella jaz”.



Spiaggia di Roccella Ionica

Calabria - Carnevale di Paola

Carnevale di Paola in alcune foto di Giovanni Carnevale pubblicate da Calabria mia




sabato 13 febbraio 2016

Longobucco

Longobucco - Foto di Sasà Pellegrino del 18 gennaio 2013

Padre Pio è scappato dalla sua tomba d'oro

La cripta della chiesa di San Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo che ospita il corpo di Padre Pio. La cripta, inaugurata da Benedetto XVI è completamente realizzata in oro massiccio, accumulato dai monaci in questi ultimi 20 anni grazie alle donazioni fatte dai fedeli. Molte polemiche ha sollevato questa imponente opera, decorata con dei mosaici dal padre gesuita sloveno Marko Ivan Rupnik, uno dei più grandi esperti di arte sacra, in quanto sono in molti a non ritenerla in linea con il pensiero di Padre Pio e dell’ordine francescano da sempre improntato sulla povertà e la semplicità.

Padre Pio è scappato dalla sua tomba d'oro
Padre Pio ha compiuto un miracolo a rovescio e a sue spese. Da quando l'hanno imbottito d'oro in una tomba faraonica, il pellegrinaggio dei devoti è crollato. Stimmate di rabbia e di dolore avranno ripreso a sanguinare al burbero e schivo frate cappuccino. Jatavenne, avrà detto nel suo ruvido gergo terrone.
Padre Pio è a disagio in quella cripta d'oro che sembra il caveau della banca mondiale, circondata da un business osceno, un'ottantina d'alberghi ormai vuoti, una marea di statue kitsch diffuse ovunque e in particolare a sud, pompe di benzina incluse, più pile di superstiziosi gadget ormai invenduti. A San Giovanni Rotondo l'oro di Padre Pio è crollato in borsa. La gente preferisce visitare il vecchio sepolcro vuoto piuttosto che quella cripta da Paperone estesa quanto una trentina di appartamenti.

Per carità, ha ragione il mio amico Frate Antonio Belpiede, portavoce dei frati, che l'oro ha sempre gremito le chiese e i culti, era il segno lucente della gloria divina. Ma nella Chiesa fatta da Renzo Piano non si respira il sacro, non si avverte il santo, non c'è spiritualità e religione. E un francescano medievale come Padre Pio non può finire in una roba asettica da Manhattan o nella riserva aurea di Fort Knox.
Così Padre Pio è scappato dalla sua tomba, disperdendo anche i suoi fedeli. Andatelo a cercare nelle campagne e nei silenzi assolati del sud, tra i poveri e nei ricoveri, nelle chiese agresti e nelle cattedrali antiche, nei corpi malati, nei cuori devoti e nei cieli gloriosi. Non lì, nella cripta d'oro. Non prendete la fede per il loculo.


Articolo di Marcello Veneziani


Massime e aforismi - Rita Levi Montalcini

Rita Levi-Montalcini

ll male assoluto del nostro tempo è di non credere nei valori. Non ha importanza che siano religiosi oppure laici. I giovani devono credere in qualcosa di positivo e la vita merita di essere vissuta solo se crediamo nei valori, perché questi rimangono anche dopo la nostra morte.


RITA LEVI MONTALCINI
Torino 1909 – Roma 2012
Neurologa e senatrice a vita italiana. Premio Nobel per la medicina nel 1986


martedì 9 febbraio 2016

Con ‘Il Re Leone’ torna il Carnevale a Scandale

Carro realizzato dai ragazzi dell’Oratorio San Nicola “Lo Scrigno dei Sogni”

SCANDALE lunedì 08 febbraio 2016
È carnevale, la gente ha voglia di ridere, scherzare, mascherarsi, dimenticare per qualche ora le difficoltà, i problemi, la crisi economica. A trascinare il corteo in una meravigliosa e allegra sfilata di Carnevale c’è il carro “Il Re Leone” realizzato dai ragazzi dell’Oratorio San Nicola “Lo Scrigno dei Sogni” della Parrocchia. Ad animarlo una tribù africana, ovvero gli autori di questa bellissima opera che rispecchia la creatività, la fantasia, la volontà e la passione che li contraddistingue da anni. Dopo la sfilata per le vie del paese, con il supporto dell’ Unitalsi di Scandale, si è conclusa la festa con i bambini, nei locali ove ogni domenica pomeriggio si svolge l’oratorio parrocchiale (cioè Villa del Condoleo) i ragazzi dell’animazione hanno fatto balli e giochi.

L’aria che si è respirata domenica 7 febbraio nelle vie di Scandale è stata quella di qualche anno fa, quando a dei meravigliosi artisti del paese, venne in mente di sostituire alle giornate carnevalesche fatte di bombolette di schiuma e scherzi di poco gusto, un giorno di carnevale che potesse riecheggiare nel tempo e che similarmente a quelli dei più famosi e sponsorizzati carnevali nazionali, potesse ripetersi con cadenza annuale. Per anni è stato così, ogni anno sfilavano tantissimi carri, poi la crisi economica, e una serie di vicissitudini hanno fermato questo trend, fino a quando, all’inizio del nuovo anno, in seno alla parrocchia per volontà del parroco Don Rino Le Pera, coadiuvato dalle suore, dal vice parroco Don Argemiro, e da numerosi laici che hanno individuato nella parrocchia il punto di ritrovo, di aggregazione, di crescita non solo spirituale, ma anche intellettuale e artistico, si è deciso di riprendere la tradizionale sfilata di carnevale. Quello che si è scatenato in seguito è incredibile, i ragazzi hanno lavorato tantissimo per realizzare in modo minuzioso una vera opera di creatività ed ingegno. L’amministrazione comunale di Scandale, e diversi imprenditori locali, hanno sostenuto questa iniziativa, a tutti va un grazie, con l’auspicio che questo sia solo l’inizio, e che in futuro tutta la popolazione si impegni per realizzare un carnevale ancora più grande.

Articolo di lunedì 8 febbraio della Redazione del sito Il Cirotano

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Il Carnevale della Parrocchia di Scandale

È carnevale, la gente ha voglia di ridere, scherzare, mascherarsi, dimenticare per qualche ora le difficoltà, i problemi, la crisi economica. I bambini si rincorrono, c’è Spiderman, c’è Minnie, c’è Elsa di Frozen, c’è l’Ape Maia, c’è Mercoledì, c’è l’ Indiano, c‘è l’Orsetto, c’è Cappuccetto Rosso, c’è la suora, c’è chi suona la chitarra, chi il bongo, insomma c’è di tutto… Ma a trascinare il corteo in una meravigliosa e allegra sfilata di Carnevale c’è il carro “Il Re Leone” realizzato dai ragazzi dell’Oratorio San Nicola “Lo Scrigno dei Sogni” della Parrocchia. Ad animarlo una tribù africana, ovvero gli autori di questa bellissima opera che rispecchia la creatività, la fantasia, la volontà e la passione che li contraddistingue da anni. Dopo la sfilata per le vie del paese, con il supporto dell’ Unitalsi di Scandale, si è conclusa la festa con i bambini, nei locali ove ogni domenica pomeriggio si svolge l’oratorio parrocchiale (cioè Villa del Condoleo) i ragazzi dell’animazione hanno fatto balli e giochi. L’aria che si è respirata domenica sette febbraio nelle vie di Scandale è stata quella di qualche anno fa, quando a dei meravigliosi artisti del paese, venne in mente di sostituire alle giornate carnevalesche fatte di bombolette di schiuma e scherzi di poco gusto, un giorno di carnevale che potesse riecheggiare nel tempo e che similarmente a quelli dei più famosi e sponsorizzati carnevali nazionali, potesse ripetersi con cadenza annuale. Per anni è stato così, ogni anno sfilavano tantissimi carri,poi la crisi economica, e una serie di vicissitudini hanno fermato questo trend, fino a quando,all’inizio del nuovo anno, in seno alla parrocchia per volontà del parroco Don Rino Le Pera, coadiuvato dalle suore, dal vice parroco Don Argemiro, e da numerosi laici che hanno individuato nella parrocchia il punto di ritrovo, di aggregazione, di crescita non solo spirituale, ma anche intellettuale e artistico, si è deciso di riprendere la tradizionale sfilata di carnevale. Quello che si è scatenato in seguito è incredibile, i ragazzi hanno lavorato tantissimo per realizzare in modo minuzioso una vera opera di creatività ed ingegno. La Domenica è stata la festa, che nonostante il tempo non eccellente, ha visto il paese scendere in strada con i bimbi e seguire “Il Re Leone”, ma i giorni precedenti, i giorni dell’attesa e della preparazione sono stati intensi. In un garage messo a disposizione, con grande generosità, da un imprenditore locale, si sono alternate oltre trenta ragazzi. Chi più, chi meno ognuno ha dedicato tempo e fatica affinché Scandale potesse nuovamente avere il proprio Carnevale. E mentre altrove gruppi di amici si incontravano al caldo nei pub, al ristorante, in pizzeria, in discoteca, per trascorrere insieme una bella serata, i nostri ragazzi si riunivano “nel garage” per completare questo o quel personaggio, per decorare Pumba e Timon, per dipingere il tronco dell’albero della vita, per fare i pon pon decorativi dei rami,per fare la zebra e la giraffa o per realizzare le foglie e le liane della giungla, perché tutto doveva essere perfetto, perché ogni cosa andava fatta con precisione e se qualcosa non piaceva, si rifaceva, nonostante si erano impiegate ore per realizzarla. Numerosi i curiosi durante i preparativi, e soprattutto tante le persone che chiedevano se si aveva bisogno di qualcosa. L’amministrazione comunale di Scandale, e diversi imprenditori locali, hanno sostenuto questa iniziativa, a tutti va un grazie, con l’auspicio che questo sia solo l’inizio, e che in futuro tutta la popolazione si impegni per realizzare un carnevale ancora più grande; ma l’ elogio più grande va ai ragazzi che hanno creduto di potercela fare anche quando erano sfiniti, anche quando la stanchezza li faceva ridere per non piangere, l’encomio va a loro perché con i modi di fare e di essere rendono questo paese capace di sorridere, di amare ma soprattutto di sperare, perché i sogni sono speranza, la vita è speranza e se la giungla in cui vive il leone è sinonimo di una società ormai spietata, questi nostri ragazzi hanno la forza e la fierezza uguale a quel “Re Leone” che domenica sette febbraio ha fatto sentire forte il proprio ruggito per le vie del paese!

Articolo su Crotone Informa di C. Masi