domenica 22 febbraio 2015

Presentazione del libro “La spina di rovo” a Reggio Emilia


Martedì 24 febbraio 2015 al Teatro Piccolo Orologio di Reggio Emilia, sarà presentato il libro di Iginio Carvelli “La spina di rovo”


Massime e aforismi - Giovanni Pascoli

Giovanni Pascoli in campagna

“Il sogno è l’infinita ombra del Vero”

GIOVANNI PASCOLI
Giovanni Agostino Placido Pascoli
San Mauro di Romagna 1855 – Bologna 1912

Poeta

TERMOPILI


TERMOPILI
In greco Thermopiles

Passo della Grecia nella Ftiotide, tra il monte Eta e il golfo Maliaco nell’Egeo. Termopili (porte calde), deve il nome alle vicine sorgenti termali. Luogo di culto dedicato a Demetra a cui gli era stato dedicato un tempio. Questo passo acquistò un’importanza strategica per la Grecia nel 480 a.C. durante la 2ª guerra persiana. Presidiato da truppe ellenistiche alleate (circa 1000 uomini), il passo fu conquistato dopo tre giorni di combattimento dai persiani, che sorpresero alle spalle il contingente spartano di 300 opliti di Leonida e lo annientarono. L’accanita resistenza dei greci in questo scontro ha offerto materia per ricostruzioni leggendarie, eroiche e ora anche cinematografiche dello scontro.

Quando c'era il Carnevale

Carnevale di Scandale 2011
Foto By Ros del 2007

Foto del 2007
Foto del 2007

Scene di Carnevale

Scandale - Foto By Ros del Carnevale 2008

Carnevale 2007

Foto del 2007

Scandale 2009 - Gli Aristogatti (Scuole Frazione Corazzo) - Foto By Ros

domenica 15 febbraio 2015

Antonio Fava - Maschere e volteggi nel teatro del mondo

Antonio Fava in una foto pubblicata su Facebook

Antonio Fava - Maschere e volteggi nel teatro del mondo

Hanno portato la loro arte ovunque e hanno fondato a Reggio importanti scuole. Sono Antonio Fava, con la comicità arguta della Commedia dell’Arte e Marinel Stefanescu, ballerino e coreografo di danza classica.

Un mestiere per “burla”
È debordante, esplosivo, come il suo talento. Per spenderlo ha bisogno di girare il mondo: dall’Europa all’America dal Medio Oriente al Giappone. Del resto, l’inizio dell’esistenza di Antonio Fava è cominciata con un viaggio e da allora non ha più smesso. A quattro mesi di vita è arrivato a Reggio da Scandale (Crotone) e oggi, che di anni ne ha 58, continua a girare il mondo con la sua Commedia dell’Arte. È attore, autore e regista teatrale. Sulla Commedia dell’Arte – di cui è protagonista e maestro riconosciuto – scrive anche libri tradotti in inglese e spagnolo e costruisce mirabili maschere ispirate, solo per la struttura di base, a quei personaggi archetipi come Pulcinella, Arlecchino e Pantalone che portano in scena la vita quotidiana. “Il teatro è cominciato qui in Italia, con la Commedia dell’Arte circa 500 anni fa” – chiarisce:

“Quando sono fuori Italia ho questa duplice veste di terrone-polentone di cui vado assolutamente fiero e che mi permette di fare un sacco di osservazioni. Le maschere sono archetipi di comportamenti umani che vengono collocate per mettere in relazione diverse condizioni umane in conflitto. Sono partito guardando le facce dei contadini emiliani, che conosco meglio dei calabresi, e che hanno ispirato alcune delle mie maschere”.

E tornando a Reggio dai tanti viaggi, come vede la città?
“È come infilarsi a letto alla fine di una giornata di lavoro. È un conforto. Io sono forse più fortunato dei miei concittadini rispetto al tema “dell’invasione degli stranieri”, perché anch’io sono stato un invasore, perché invado altri Paesi andandoci, perché spesso torno a casa da Paesi dove, quello che da noi è solo l’inizio, là è una situazione assodata. Non credo che abiterei mai in periferia, amo il centro storico, ma qui consentirei ai commercianti di aprire e chiudere i loro esercizi quando vogliono. Non ho mai accettato la chiusura dei negozi il giovedì pomeriggio. A New York, a Manhattan si crea un’atmosfera incredibile perché 24 ore su 24 si può fare spesa, 24 ore su 24 si può uscire”.

A Reggio mancano opportunità o i reggiani sono riservati?
“Non so. Probabilmente c’è anche una mentalità, una riservatezza tutta reggiana. E poi bisognerebbe dare a chiunque la possibilità di aprire qualsiasi tipo di locale, una volta che abbia garantito la sicurezza. Il mondo cambia e, paradossalmente, se vogliamo conservare le cose, dobbiamo accettare anche il cambiamento”.

E tornando a Reggio dai tanti viaggi:
“In giro per il mondo non porto quindi due o tre mascherine o mossettine, ma un principio su cui si fonda il teatro moderno, il teatro professionista che significa affare, mestiere, organizzazione del lavoro”.

Antonio Fava ha fondato e dirige a Reggio la Scuola internazionale dell’attore comico che accoglie ogni anno da 70 a 80 giovani attori e attrici professionisti da vari Paesi. Insegna anche in istituti, università e accademie d’arte drammatica di tutto il mondo. Dove passa lui nascono compagnie teatrali. Una carriera cominciata alla fine degli anni Sessanta con Dario Fo e che poi è stata costruita mattone su mattone, giorno dopo giorno, anche con l’aiuto della sua manager e moglie Dina Buccino. E cosa porta Fava di reggianità in giro per il mondo? Reggiani che vivono all’estero, nuovi cittadini che arrivano da ogni parte del mondo, mercati senza confini: segni del villaggio globale nel nostro quotidiano.

Fonte: sito del Comune di Reggio Emilia


Come eravamo

Scandale Calcio



Il poeta della Massoneria: L’abate calabrese Antonio Jerocades


Antonio Jerocades
Parghelia 1738 – Tropea 1803
Sacerdote, massone, patriota e poeta italiano.


La Libertà

Il mondo giace nella barbarie: non c’è più pace non libertà.
Il cieco errore con le sue favole spense l’amore dell’onestà.

Non più le selve i mostri albergano, regnan le belve nelle città.
Natura langue spento il bel genio: nuota nel sangue l’Umanità.

Altri sull’arme fonda l’imperio: altri sui carmi della pietà.
Fra due catene il corpo e l’animo sospira il bene che mai non ha.

Di quei che freme tra le dovizie, a’ fianchi geme la povertà.
Dov’è quel lume, germe d’Apollino? Mendace nume l’ha spento già.

Ragion, coraggio mancan, qual nuvole, che il chiaro raggio sgombrando va.
Alme ingannate, tra il cieco popolo invan cercate felicità.

Più non si accende tra tante tenebre niente che intende la verità.
Il Tempio interno su, su riaprasi: il fabro eterno ci aiuterà.

Questo strumento della grande opera il pavimento stabilirà.
Poi con misura l’altre adombrandosi l’eccelse mura solleverà.

Allor che il tetto col terzo formasi di gioia il petto ci colmerà.
Oh quanta è vaga l’angusta macchina! Contenta e paga l’alma sarà.

Di tanti amici che qui convivono, saggi, e felici la società.
Non mai per anni, non mai per secoli, ne per inganni mancar potrà.

Se nasce eguale dall’alta origine ogni mortale per ogni età;
Virtù che sola fra noi distinguesi, in questa scuola germoglierà.

Che se non nasce dal vero merito,  ma dalle fasce la nobiltà;
Pregio e valore col proprio spirito, col proprio core si acquisterà.

Tacete ormai: si apre l’Empireo; spuntano i rai della beltà.
Oh dolce spene, tu ci fai scorgere l’idea del bene, che al cor ci sta.

Il mondo aspetta l’alma concordia; l’alta vendetta non tarderà.
Sien nostra guida fede e silenzio: sia ancor fida la libertà.

Per noi si vendichi la libertà.



Massime e aforismi - Luigi Di Bella

Il prof. Luigi Di Bella

“L’Italia è un paese ammalato di disinformazione.
E la disinformazione ha una capacità criminale inimmaginabile”

Luigi Di Bella
Linguaglossa (Catania) 1912 – Modena 2003
Medico e scienziato
Famoso per il cosiddetto Metodo Di Bella (o multitrattamento Di Bella - MDB). Terapia alternativa per il trattamento dei tumori.


domenica 8 febbraio 2015

Intervista di Monica Pasero a Iginio Carvelli

Iginio Carvelli in una foto di Cesare Grisi

OLTRE SCRITTURA

Oggi, nel mio spazio, ho il piacere di ospitare un uomo impegnato da sempre nel sociale. Il quale attraverso la comunicazione e i suoi grandi valori ha lasciato un’impronta forte e positiva, soprattutto concreta, a favore della sua splendida terra: la Calabria.
Uomo di grandi risorse, in cui si evidenzia la sua forte spiritualità e il suo grande senso di giustizia che traspare anche nei suoi innumerevoli scritti. A Oltre scrittura il giornalista nonché scrittore Iginio Carvelli. 
La sua esperienza nel campo della comunicazione è davvero vasta. leggendo la sua biografia non posso che evidenziare la grande forza e perseveranza nelle sue innumerevoli lotte e innovazioni a favore dei suoi conterranei. Viviamo oggi in una società di parolieri dove la parola circuisce, ma la sostanza non giunge. A suo avviso l’idealismo può ancora rivoluzionare questa società, c’è ancora speranza per chi ci crede davvero?

L'idealismo da solo non basta. È una linfa necessaria per tenere vive le radici dei valori umani e culturali, ma come le idee, ha bisogno delle gambe per camminare. I processi del cambiamento si costruiscono con la forza degli ideali capace di smuovere le incrostazioni della conservazione e di fare avanzare il nuovo, mirato esclusivamente al bene comune. È possibile  rivoluzionare  questa società e c’è motivo di bene sperare con un idealismo che si faccia azione, con idee vive e sane  e non con idee morte e malate perché, e rubo un pensiero di Sciascia: “Un’idea morta produce più fanatismo di un’idea viva; anzi soltanto quella morta ne produce poichè gli stupidi, come i corvi, sentono solo le cose morte”.

La comunicazione, a quanto leggo, vive con lei da sempre: per molti anni ha diretto il mensile “Kairos” che si occupava appunto di cultura e attualità e qui le chiedo: dalla sua esperienza di vita, la vera cultura passa tramite le cattedre e i letterati o tramite la vita di tutti i giorni?

Il concetto di  cultura ha mille facce , significati e  definizioni perché si è modificato nel corso dei secoli nelle varie tappe del cammino dell’umanità. Mi affascina il pensiero antico che  vede la cultura come  educazione dell’uomo alla vita umana. Poiché il termine deriva dal latino colere che significa coltivare, il pensiero va al seme che si umilia e si nasconde in una zolla di terra per esplodere in una fioritura verso il cielo e diventare pianta, albero, frutto,ombra, ospitalità. Sono tante le specie degli alberi come sono tante le culture che rappresentano la ricchezza vera dell’umanità, culture differenti da rispettare e amare. Le cattedre e i letterati  rischiano a volte di essere querce che producono ghiande , se dimenticano le radici e  vivono della gloria del sapere, spoglia  della centralità dell’uomo che è soprattutto dignità e amore. Scrive San Paolo: puoi conoscere tutti i misteri e tutta la scienza, parlare tutte le lingue, se non hai l’amore sei un niente, un cembalo suonante. La vita di tutti i giorni è fatta di incontri, di relazioni, di conoscenze, di tradizioni, di religiosità, di gente in cammino che sono l’essenza della cultura cioè il seme che si fa albero. Ci sono i grandi letterati, ma non mancano i piccoli scrittori di periferia che vivono in mezzo ai problemi della gente, spesso sfruttati da editori stampatori che in nome della cultura mirano a un profitto poco pulito. La scrittrice Marguerite Yourcenar afferma che “Chi edifica biblioteche, costruisce granai contro l’inverno dello spirito”. Ogni libro è un chicco di grano, quindi un valore  che si aggiunge ai processi culturali che partono dal basso. Processi che andrebbero sostenuti e apprezzati  dalle politiche formative e culturali.

Da sempre legato alla sua splendida terra, decide di regalare a quei posti, precisamente alla sua amata Scandale una delle sue opere dal titolo “Rughe di pietra” edita da Rubettino Editore, con la quale vince nel 1996 il prestigioso premio “Il Pino d’oro - giornalismo letterario”. In questa sua raccolta, racconta la vita semplice di quei luoghi e il suo divenire. Qual è il messaggio, principe, di questa sua narrazione?

La televisione ha spento il focolare che una volta veicolava le memorie non scritte di una determinata comunità. Non si racconta più accanto al focolare e si perdono conoscenze che narrano i sudori dei padri. Le nuove generazioni  si godono l’ombra di un albero e non si domandano che , tanto tempo fa, c’è stato un uomo che in quel posto ha piantato un seme. Un uomo, che ha ricevuto le memorie dal racconto del nonno o dei genitori, ha il dovere di tenerle in vita. Io ho avvertito questo imperativo interiore e ho raccolto in “rughe di pietra” piccole storie del mio paese, destinate altrimenti a un indecoroso oblio. Il passato è un patrimonio che si consegna al presente  per essere arricchito e  costruire il futuro. Un messaggio che vale per i padri e vale per i figli.

Le sue opere sono tutte di grande valore sociale, toccano tematiche forti e sempre attuali. Nei suoi testi spicca la necessità di condurre il lettore alla riflessione, al bisogno di riportare nelle gente il senso della giustizia. Quale, secondo lei, tra le sue opere ha espresso al meglio questo concetto?

 In “donna d’onore” Stango editore, e in “La spina di rovo” Europa edizioni - ambientati in tempi e realtà dominati dalla presenza di gruppi  mafiosi, si evidenzia l’urgenza  di una crescita della cultura della legalità. Un processo culturale  che inizi dalla famiglia, si rafforzi  nella scuola, si diffonda nella comunità civile. La mafia è un cancro che ostacola la crescita economica del territorio, umilia la gente per bene, dà valore alla prepotenza. Si fa spazio anche una mafia sottile, invisibile ogni qualvolta il diritto viene sostituito dal favore, per cui chi ha santi in paradiso corre veloce, lasciando appiedati gli altri. Gli svantaggiati sono spesso le vittime di una giustizia che non c’è.

Tra i tanti libri, da lei pubblicati , ricordo: Danuta” edizioni lavoro Roma e “Donna d’onore” Stango editore, dove protagonista indiscussa è la donna. Dall’alto della sua maturità le chiedo: secondo lei, a oggi, la donna cosa ha perso e cosa deve ancora raggiungere nella sua evoluzione?

Ha perso il pudore di Lucia Mondella, ma ha conquistato il coraggio di Aung San Suu Kyi  e l’amore di Madre Teresa di Calcutta. Si fa largo la valenza della mente e del cuore della donna, al di là delle doti del corpo. L’impegno della donna nella cultura, nella vita sociale, nelle istituzioni, si manifesta sempre di più  straordinario, esaltante, innovativo, a volte rivoluzionario. Secondo il mio modesto parere, la donna non ha bisogno delle concessioni dei maschi per cui non hanno senso le quote rosa. Le sue sensibilità a volte sono uniche e in grado di frantumare mentalità e arroganze legittimate dalle leggi.

Tra le sue opere, mi soffermo su quella che mi ha incuriosito di più “Diario di un cane randagio” edito da Falco Editore. Anch’ essa legata al bisogno di giustizia, ma questa volta a rivendicarla è il mondo animale. Due parole su questa sua narrazione.

Ritengo elemento di civiltà il dovere di tenere viva l’attenzione sui nostri amici animali. Il cane  non è un problema, ma una soluzione e come tale una risorsa. Gli  animali hanno  un ruolo di servizio all’uomo, “Signore” del regno animale. Nella genesi leggiamo: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza e domini su tutti gli animali” (dominare da dominus, signore!). La cronaca di tutti i giorni ci dice che spesso l’uomo si comporta  non da signore, ma da mascalzone. Il fenomeno dell’abbandono è diffuso e svela l’ipocrisia di chi ama la fedeltà del suo cane  e poi l’abbandona. Sostengo che il cane non è un oggetto ma un soggetto e come tale ha i suoi diritti: essere rispettato, curato, accolto, amato. Anche per lui c’è una giustizia da rispettare.

Girando sul web, mi imbatto in questa suo frase: “Avrei due strade, la disperazione e la speranza, ossia il buio e la luce. Sulla prima strada tutto è perduto, sulla seconda tutto è possibile”(tratta da “Uguali ma diversi” edito da Rubettino Editore). Dove mi trova pienamente d’accordo e qui le chiedo: nella sua lunga esperienza come “Uomo” quanto la speranza le è stata alleata in questi anni ?

La vita di un uomo è segnata da delusioni, sogni spezzati, affetti perduti, incomprensioni e sconfitte che lasciano cicatrici profonde che, a volte, scoraggiano a proseguire un cammino. Ogni uomo fin dalla culla conosce il pianto, a volte cocente. È sempre vero che alla notte segue il giorno con il calore di chi ti vuole bene, con la gioia di un figlio che nasce, con l’arrivo di un’opportunità lavorativa, con la generosità di una mano tesa,con la lotta per una società più giusta, con la fede che rafforza lo spirito. In fondo a un tunnel c’è sempre una luce che si chiama speranza. “Non abbiate paura, non lasciatevi rubare la speranza”. Sono parole di Papa Francesco. Se penso al mio passato, vedo le tante cadute e quante volte mi sono rialzato; sogni sfumati e sogni realizzati, ingratitudini ricevute e grazie su un sorriso innocente, una malattia e una guarigione, una giovinezza che se ne va e un’età che avanza  serena verso il traguardo finale che è l’abbraccio nella misericordia del Padre. In tanto cammino, la speranza mi è stata amica e non mi ha mai tradito.

Un consiglio per tutti i giovani che vogliono provare ad intraprendere questa strada.

Un ragazzo chiese a un vecchio seduto su una panchina: cosa devo fare per diventare saggio? Il vecchio rispose: leggi per interpretare i segni dei tempi, fai tesoro del tuo pianto e non fermare lo sguardo sul pattume, ci sono tanti fiori intorno a te. Il ragazzo sorrise incredulo: tu sei un idealista e allungò il passo. Non andare via, si lamentò il vecchio, dovresti pagarmi per il consiglio che ti ho dato, ma in compenso dammi una mano per sollevarmi da questa panchina. Ho perso le forze eppure ho combattuto tante battaglie per un mondo diverso. Il ragazzo liberò la sua ironia: Ci sei riuscito? Il vecchio scrollò la testa e disse: No, perché combattevo con l’odio e il rancore nel cuore, ma tu ci riuscirai se la tua arma sarà l’amore nutrito dalla verità.

Intervista di Monica Pasero a Iginio Carvelli pubblicata nel mese di ottobre 2014 dal sito oltrescrittura.blogspot.it



Quando veniva Gasparri

Scandale - Il  Vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri 

Lontananza dallo “Scoglio” – Poesia su Santa Severina

Scorcio di Santa Severina in una foto di Pino Barone

Lontananza dallo “Scoglio”

Acor ti rivedrò mio borgo antico
pien di ricordi, favole e leggende
con me che ripercorro il vecchio vico
che s’apre al grande Campo che m’attende?

Il grande Campo, chiuso da ponente
dalle svettanti torri del Maniero
in faccia al campanile alto e possente
dal rintocco ora lieto ora severo.

E sulla cupoletta bizantina
vola il Pensier che a notte mai riposa
a ricordarmi sempre Siberina

Un sorriso, una lacrima, una rosa
or che s’impiuma di luce la collina
lascio come si fa con una sposa.

Francesco De Luca

Poesia di Francesco De Luca pubblicata sui Quaderni Siberenensi, Edizioni Publisfera, San Giovanni in Fiore (CS), anno VIII dicembre 2006, pag. 181

Santa Severina - Piazza Campo in una foto di Pino Barone

Panorama di Santa Severina

Massime e aforismi - Luigi Santoro

Luigi Santoro sul balcone dell'Albergo Rio di Scandale nel maggio 2009 

“La storia è un lungo e rocambolesco viaggio dell’uomo,
nel tempo e nello spazio, con il solo biglietto di andata”

“La storia è un’eterna guerra di religioni, religioni che si combattono tra di loro
nascondendosi dietro i partiti, e spesso, anche dietro i carri armati”

LUIGI SANTORO
Scandale 1955 –
Le frasi si trovano nel libro Storia di Scandale, Gangemi Editore, Roma, 2007, pag. 11, pag. 101


domenica 1 febbraio 2015

Eolico a Scandale - Comune ricorre al Consiglio di Stato

Parco Eolico a Scandale
Il sindaco Pingitore: strade rotte e nessuna giornata lavorativa per la popolazione locale

SCANDALE venerdì 30 gennaio 2015
A Scandale l’installazione dell’eolico sta rasando a suolo bellissime colline che facevano da cornice nel contesto di un paesaggio marino dell’area crotonese, nelle zone dove un tempo vissero i grandi della Magna Grecia, fra cui Pitagora. L’attività dei mezzi meccanici, oltre al movimento terra in atto, con il loro transito ogni giorni distrugge le strade interpoderali tra cui quella di Santa Domenica che è una scorciatoia per Crotone, in un’epoca dove i comuni non hanno fondi per l’ordinaria amministrazione e manutenzione dovranno anche subire passivamente i soprusi. “Ad oggi nonostante la convenzione prevedesse lavoro per la popolazione locale, non è stata neanche consumata una sola giornata lavorativa per gli abitanti di Scandale” afferma il primo cittadino Iginio Pingitore. “I rappresentanti delle società costruttrici si sentono i nuovi padri eterni calati dal cielo, non vogliono incontri, nessuna nuova trattativa, anche quando le convenzioni sottoscritte nel passato siano scadute, non si sente altro che: ‘abbiamo tutte le autorizzazioni’, praticamente hanno il lascia passare su tutto, e gli appelli dei sindaci e dei cittadini rimangono inascoltati. L’amministrazione comunale di Scandale è in forte imbarazzo di fronte ad una politica così scellerata e non si capacita del fatto che nonostante le ordinanze di divieto di transito, la società costruttrice fa ricorso al Tar e il tribunale concede la sospensiva”.

“E’ un caso che il comune di Scandale – continua Pingitore – ha emesso due ordinanze per salvaguardare la propria stradella interpoderale, l’incolumità dei cittadini, e il TAR continua a dar loro ragione? E se sciaguratamente un individuo patisse il disagio della strada, chi pagherebbe eventuali danni? L’amministrazione agisce secondo la volontà dei cittadini e così mediante l’ordinanza emessa il 3 dicembre del 2014 a firma del Responsabile dell’Area Tecnica, ing. Antonio Urso, pone il divieto di transito (ad eccezione dei veicoli a esclusivo uso agricolo), lungo la strada dopo aver accolto le doglianze della popolazione locale, la quale ha segnalato lo stato di pericolosità del tratto stradale interessato, e le preoccupazioni manifestate dal comando Stazione Carabinieri per l’evidente dissesto del manto stradale, fonte di elevato pericolo, aggravato ulteriormente dalle avversità stagionali, quindi per la tutela della pubblica e privata incolumità, oltre a pervenire le inevitabili azioni risarcitorie nei confronti dell’Amministrazione comunale in quanto il comune essendo proprietario della strada a sua volta è condannato a pagare. Il TAR con decreto emesso in data 05.01.2015 accoglie l’istanza di misure cautelari monocratiche e, per l’effetto, sospende per quanto di ragione, l’esecuzione del provvedimento impugnato relativo al transito dei mezzi di cantiere. Il comune ritenendo che proprio i mezzi di cantiere hanno causato i danni ha emesso una nuova ordinanza per la chiusura al traffico della strada comunale di Santa Domenica, ma il 16 gennaio 2015 il TAR da ulteriormente ragione alla ditta. Il comune di Scandale a questo punto non demorde e si appella alla giurisdizione del Consiglio di Stato, affinché possa far prevalere le sue ragioni”.

Articolo e foto del sito Il Cirotano 


Amarcord Scandale

Scandale - Scorcio di via Puccini d'inverno in una vecchia foto dell'Archivio Aprigliano

Calabria neve

Lorica in una foto di Video Calabria
Sila - Lago Arvo

Sila - Lorica
Camigliatello Silano in una foto di Video Calabria
Cosenza in una foto di Andrea Pisani

Scandale quando nevicava

Foto By Ros




Massime e aforismi - Charles Bukowski

Charles Bukowski

“Le due più grandi invenzioni dell'uomo sono il letto e la bomba atomica: il primo ti tiene lontano dalle noie, la seconda le elimina”


CHARLES BUKOWSKI
Andernach 1920 – San Pedro, Los Angeles, California 1994 
Scrittore e poeta statunitense di origine tedesca

Sculture famose

Biblioteca che affonda, scultura di Petrus Spronk. Si trova a Melbourne

Robert Glen. L'opera, in bronzo, si trova a Las Colinas, nel Texas

Scultura, realizzata da Chong Fah Cheong lungo il fiume che attraversa Singapore

“Freedom”, celebre scultura di Zenos Frudakis, collocata a Philadephia, USA.
Tutte le foto sono di Rai storia