venerdì 15 ottobre 2010

L’Italia nel 1790, vista da Goethe



Johann Wolfgang von Goethe (Francoforte sul Meno, 28 agosto 1749 – Weimar, 22 marzo 1832) Scrittore, poeta e drammaturgo tedesco. Nel suo secondo viaggio in Italia nel 1790, scrisse:



Noch ist Italien, wie ichs verließ, noch stäuben die Wege, Noch ist der Fremde geprellt, stell er sich, wie er auch will.

Deutsche Rechtlichkeit suchst du in allen Winkeln vergebens, Leben und Weben ist hier, aber nicht Ordnung und Zucht; Jeder sorgt nur für sich, ist eitel, misstrauet dem andern, Und die meister des Staats sorgen nur wieder für sich.

Schön ist das Land! doch ach! Faustinen find ich nicht wieder.

Das ist Italien nicht mehr, das ich mit Schmerzen verließ.


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L’Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere sulle strade, ancora truffe al forestiero, si presenti come vuole.

Onestà tedesca ovunque cercherai invano, c’è vita e animazione qui, ma non ordine e disciplina; ognuno pensa per sé, è vano, dell’altro diffida, e i capi dello Stato, pure loro, pensano solo per sé.

Bello è il paese! Ma Faustina, ahimè, più non ritrovo.

Non è più questa l’Italia che lasciai con dolore.