martedì 2 marzo 2010

Garibaldi fu “ferito”, dalla moglie.

Anche l’«Eroe dei due mondi», come tutti i comuni mortali, aveva i suoi guai familiari, ma non illudiamoci di trovare certe notizie sui libri di scuola dove, come tutti sanno, viene insegnata la versione dei vincitori, e degli eroi del Risorgimento bisogna far vedere sempre il lato positivo.

Il nostro eroe, dopo la morte di Anita, si risposò con la diciassettenne marchesina Giuseppina Raimondi che aveva conosciuto poco tempo prima nei pressi di Como. Il matrimonio, però, durò il tempo di celebrare la cerimonia in chiesa. Infatti, appena uscito, apprese da una lettera anonima che la giovane moglie era incinta di un ufficiale bergamasco che si chiamava Luigi Caroli.

Il Generale chiese immediatamente il divorzio e dopo aver perso in primo grado si precipitò a Roma da Caprera per trovare un buon avvocato. Si rivolse al Ministro di Grazia e Giustizia del Gabinetto Depretis, Diego Tajani, che si adoperò per fargli avere l’annullamento del matrimonio. Il Tajani è nato a Cutro nel 1827, Procuratore Generale a Catanzaro e poi Senatore del Regno, morì a Roma nel 1921.

Difeso anche dal giurista Pasquale Stanislao Mancini, l'annullamento avvenne nel 1880, e permise al Generale di unirsi in matrimonio con la terza moglie, Francesca Armosino.

Deluso e amareggiato da questa vicenda, per affrettare l’annullamento aveva mandato un telegramma a molti giornali dell’epoca, dove parlava male di questa donna che definiva “perduta e senza moralità, falsa e addirittura incestuosa del padre”.

Il documento che segue è stato pubblicato dal periodico “Oggi” nel 2004.


“Illustre direttore del Secolo di Milano, prego pubblicare: la signora Giuseppina Raimondi trasgredendo ai riguardi da me imposti per coprire il di lei contegno infamante agl’occhi dell’opinione pubblica, sona oggi con manifesto di innocenza; essa deve ricordare d’avermi scritto di andarla a liberare mentre mi imbarcava a Genova da Caprera. Era probabilmente per sottrarla dallo stato incestuoso col proprio padre dei vari amanti e dello stato suo di gravidanza nel tempo in cui essa mi ingannava impudentemente. Ho prove sufficienti dei di lei delitti e le produrrò quando sarà tempo”.