domenica 7 marzo 2010

Donna Mica dei baroni Drammis.

Fotocopia della cartolina postale di Donna Mica (Domenica) dei baroni Drammis. Non conosco chi è in possesso dell’originale a colori.


A Donna Mica: “Alla prestantissima per cuore e per mente Signorina Domenica Drammis di Scandale. Questa tragedia che ella fu prima a leggere e generosa a compatire, consacro”.

La dedica si trova nella prima pagina della tragedia “Vannetta Orseolo”, pubblicata a Firenze nel 1870, dallo scrittore di Rocca di Neto Vincenzo Gallo Arcuri, amico della famiglia Drammis.

Questo scrittore aveva studiato nel seminario di Santa Severina e a Napoli. Per le sue attività patriottiche venne arrestato più volte e rinchiuso nel carcere della Vicaria. Nel 1861, fu nominato Ispettore scolastico per il Circondario di Crotone. Negli anni successivi insegnò italiano e pedagogia nella scuola normale di Catanzaro, dove fu anche direttore. Colpito da una grave malattia, morì a Rocca di Neto il 7 febbraio del 1873.

Donna Mica, nata nel 1838, aveva studiato a Napoli in un altolocato istituto femminile che si chiamava “Educandato dei Miracoli”, dove studiavano anche le figlie del Re: sapeva sette lingue e suonava benissimo il pianoforte, come ancora ricordano i discendenti. Questo istituto, che letteralmente si chiamava “Regio Educandato dei Miracoli di Napoli”, prendeva il nome dal monastero soppresso nel 1808, poi educandato femminile dal 1814, attiguo alla chiesa di Santa Maria dei Miracoli in piazza dei Miracoli 37 a Napoli. Nel 1860 era direttrice la nobildonna Bianchina Dusmet.

Donna Mica suonava sicuramente il pianoforte che hanno in casa, regalato o acquistato dal barone Salvatore all’Esposizione Internazionale di Londra nel 1862, come si può vedere dalla scritta con caratteri dorati che campeggia sopra la tastiera.

L’Ispettore scolastico di quel periodo, Vincenzo Gallo Arcuri, veniva sempre a Scandale a casa dei Drammis a trovare donna Mica. Questa signorina, per quanto mi risulta, da tempo si interessava perché il nostro paese avesse una scuola. Quando scriveva a qualcuno, lo faceva con carta intesta a suo nome e relativo stemma della famiglia, come si può vedere da questa cartolina postale della seconda metà dell’Ottocento, mandata da lei allo studente universitario Alfredo Calabrese all’epoca del servizio militare a Civita Castellana nel Lazio. Molti anni fa questa cartolina, con l’intestazione “Mica dei Baroni Drammis. Scandale”, fu trovata per caso nel salone del barbiere della piazza del paese, in mezzo ai foglietti di carta che venivano adoperati per pulire i rasoi.

Persona molto riservata, usciva dal palazzo di famiglia solo nelle grandi occasioni, sempre accompagnata da due damigelle.