domenica 24 gennaio 2010

La banda Monaco attacca il barone Drammis a Galloppà.


Maria Oliverio detta CICCILLA (nella foto), moglie di Pietro Monaco è nata nel 1841 a Casole Bruzio. Condannata ai lavori forzati, sarebbe stata portata ad espiare la pena nella prigione-lager di Fenestrelle in Piemonte, non si conosce l’anno della morte.

Appena pochi giorni dopo il fatto avvenuto alle grotte di Cirasia, ce ne fu uno più grave nella tenuta di Galloppà dove il barone Drammis, sempre scortato da otto uomini armati fino ai denti, viveva soprattutto nei periodi estivi. Qui, il 1 aprile 1863, una banda di undici briganti comandata da Pietro Monaco assaltò il Casino, come riportano i documenti della Commissione Provinciale sul Brigantaggio pubblicati dal giornale L’Indipendente di Napoli mercoledì 17 giugno 1863:

“Davasi in seguito certezza dell’assalto che undici briganti capitanati dal Capo Banda Pietro Monaco della Provincia di Cosenza diedero l’11 corrente Aprile alla famiglia del Barone Salvatore Drammis nella propria casina, sita in contrada Galloppà sul territorio di Scandale.
Che gli assaliti si difesero energicamente, onde avvenne un conflitto nel quale rimasero morti uno dei briganti ed il Guardiano del Barone, Rosario Ceraldi di Scandale.
Il signor Prefetto riferiva che siccome il nominato Guardiano del Barone Drammis, Rosario Ceraldi, morto in conflitto a difesa del proprio padrone avrebbe lasciato una vedova che si dice priva di mezzi di fortuna cioè di sussistenza, ed inoltre due altri individui del seguito dello stesso Barone cioè Raffaele Brittelli e Francesco Piccolo si sarebbero distinti nel fatto di che si tratta, avere date le opportune istruzioni al Sotto Prefetto di Crotone per gli adempimenti prescritti dall’art. 17 del Regolamento, per cui la Commissione delibera di soprassedere da ogni determinazione in proposito fin visti gli schiarimenti che dovranno essere somministrati dalla Commissione Comunale di Scandale”.

Il 19 giugno la Commissione Provinciale sul brigantaggio deliberava:
“Passatosi dunque alla disamina delle carte prodotte da Rosa Cacozza, vedova di Rosario Ceraldi, Caporale della Guardia Nazionale di Scandale, morto il primo aprile p.p. nel conflitto sostenuto contro i briganti, mentre davano l’assalto alla Casa del Barone Salvatore Drammis situata in quel territorio, di cui è parola nella precedente deliberazione 12 stesso aprile, e riconosciuto che nella detta vedova concorrono tutti i requisiti voluti dalle vigenti Istruzioni per essere meritevole di una pensione vitalizia, deliberava proporsi la medesima alla Commissione Centrale di Napoli pel maxsimum portato dalla linea del articolo 14 dell’Istruzione del 1° marzo ultimo scorso, cioè per Lire 360. Visto l’articolo 20 di dette Istruzioni si propone la detta vedova per l’assegno vitalizio di Lire 360 annue durante la sua vedovanza.
Dalle informazioni avute del fatto dianzi accennato, essendo risultato che Francesco Piccolo in compagnia di Raffaele Brittelli à messa in fuga la detta banda di briganti uccidendone uno e ferendone altri, col pericolo della propria vita, la Commissione deliberava al favore del medesimo un compenso pecuniario di Lire 300,00. Rispetto a Raffaele Brittelli la Commissione si limitava ad encomiarlo, in quanto che ha inteso essere il medesimo stato pel tal fatto proposto per la medaglia al valore civile”.

Il brigante della Sila, Pietro Monaco, detto “Bruttacera”, che per tre anni riuscì a sfuggire alle forze dell’ordine, era un ex sottufficiale borbonico che aveva combattuto anche con Garibaldi. La moglie, soprannominata Ciccilla, secondo le carte militari si chiamava in realtà Maria Oliverio, ed era una delle brigantesse più famose della Calabria, tanto che si occupò delle sue vicende anche Alexander Dumas. Non è chiaro se facesse parte del gruppo che assaltò Galloppà.
Pietro Monaco, che si diede alla macchia dopo aver ucciso un possidente di Serrapedace, creò una banda molto numerosa che attaccava masserie isolate e taglieggiava i proprietari. Nel settembre del 1863 prese di mira la potente famiglia Falcone di Acri e questo segnò la sua fine. Infatti, tre componenti della banda, cioè Marrazzo, Celestino e De Marco, corrotti con molto denaro l’uccisero a fucilate mentre dormiva. La moglie ferita riuscì a fuggire, ma nel febbraio del 1864 nei pressi di Caccuri fu arrestata dalle truppe antibrigantaggio guidate dal capitano Buglioni e dal vicesindaco di Crotone, Verga.

All’epoca, giornali e libri parlarono di questo attacco al barone Drammis. Di seguito uno dei tanti.

En Calabre, la bande Monaco attaque
le baron Salvatore Drammis et son fils,
escortés de huit gardes armés, en tuent
un et mettent le reste en fuite. ...

Oscar de Poli, Philippe François Joseph Poli, De Naples à Palerme, 1863-1864, Lib. parisienne Dupray de La Maherie, 1865, p. 369.