Federico Dezzani
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“L'intero
panorama politico italiano è composto da forze disgreganti, più o
meno esplicite
emanazioni degli
ambienti gnostici-massonici. Realisticamente si può solo attendere
che
finiscano la
loro opera distruttiva”
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L’Italia
è, infatti, il “ventre molle” dell’eurozona e l’attacco bioterroristico
angloamericano mira soprattutto a destabilizzare l’eurozona e l’Unione Europea
nel suo complesso: l’operazione è facilitata anche dalle dinamiche messe in
moto dal virus: la tentazione di ripristinare le frontiere in Europa e
procedere in ordine sparso è fin troppo evidente. Va da sé che un collasso
violento dell’Unione Europa, con la conseguente crisi politica ed economica,
rallenterebbe non poco il tentativo cinese di “agganciare” il Vecchio
Continente alla Via della Seta.
Già,
perché il Coronavirus sembra proprio studiato per destabilizzare non soltanto
l’Europa, ma la massa afro-euro-asiatica nel suo complesso, massa che Russia e
Cina stanno tentando di organizzare con una rete di infrastrutture sempre più
fitta ed intricata. Il primo e più potente colpo è stato sferrato dagli
angloamericani ovviamente in Cina (80.000 casi) che, per fare fronte al
propagarsi dell’epidemia, ha dovuto adottare contromisure senza precedenti:
come nel caso italiano, i danni umani sembrano contenuti, ma quelli
all’attività economica sono ingenti e si attende per questi mesi un brusco calo
dell’attività produttiva: il sistema-Paese non dà comunque segni di cedimento,
grazie alla solidità della macchina statale centralizzata e alla
consapevolezza, molto diffusa tra tutti gli strati della popolazione, di dover
fronteggiare un vero e proprio assalto statunitense. Ovviamente le
ripercussioni economiche sono pesanti anche per gli Stati Uniti, ma è errato in
questa nuova fase storica attribuire troppa importanza al “business”: la
geopolitica, intesa come duello tra colossi continentali e potenze marittime,
domina ormai l’agenda di Washington e Londra e una destrutturazione violenta
della globalizzazione (velocizzata da un collasso delle piazza finanziarie che
si fa giorno dopo giorno più concreto) coincide perfettamente con i piani delle
potenze anglosassoni, accortesi di aver perso il primato economico in troppi
campi (dal 5G ai treni superveloci).
Federico Dezzani
Blogger ed analista. Nato nel 1984,
laureato in economia all’Università di Torino.
Parte
di un articolo di federicodezzani.altervista.org del 4 marzo 2020