Iginio Carvelli |
SANIFICARE I SOCIAL
Corona
virus ci costringe a stare chiusi in casa, mentre i social, almeno per me,
occupano più spazio del nostro tempo libero, forse a scapito di una sana lettura.
La spinta alla navigazione avviene a volte per curiosità, a volte per reazione
alle costruzioni di notizie false o manipolate, accompagnate con espressioni
rancorose e con la spavalderia del sapere.
Sembra
diffusa la dietrologia che deforma ogni pensiero, a volte espressa con comprensibile
ragione da chi si sente vittima di palese ingiustizie, spesso però usata per
velati fini immateriali. E così che su ogni gesto o provvedimento “dell’altro”
diverso per colore o per politica, si evidenzia, si accusa, si esprime la
condanna di una “losca verità”. Una verità pensata. C’è chi da un titolo di
giornale costruisce un falso articolo per avvalorare una tesi frutto della sua
verità pensata e, forse senza netta cattiveria.
Probabilmente
l’errore o la causa sta nel fatto che il pensiero, lo sguardo e la cultura di alcuni
non volano alto per avere una visuale completa e reale, del bene e del male,
del bello e del brutto, del valore e del caduco. No. Volano molto in basso per
poi fermarsi, a guisa di sciacallo, sul bidone della spazzatura. Lo esplorano e
sporcandosi le mani e il cervello, infatti pattume e solo pattume possono
trovare per poi lanciarlo con eroica ipocrita virtù sulla piazza della pubblica
opinione.
I
social così da veicolo culturale, come dovrebbero intendersi, fomentano la
spregiudicata ignoranza, con la libertà di poter dire il falso, calunniare,
offendere l’altrui onorabilità, senza incorrere nei rigori della legge. Libertà
sì, libertinaggio no. Forse ci vuole una piccola rivoluzione culturale per disinfettare
i social troppo imbrattate di menzogne, insolenze e maldicenze.
Chi
giudica sbagliate queste mie considerazioni, per favore non se la prenda più di
tanto. Confronto e contestazione sono pilastri della democrazia. Schiaffi e
carezze, sono da tenere in conto, ma senza farsi male. Al rancore e alla
violenza scritta o verbale si risponde civilmente con una stretta di mano, per
non rischiare d’essere considerati responsabili dell’ignoranza e dell’altrui
viltà.
Iginio
Carvelli
Scandale
1938 -
Giornalista
e scrittore
Articolo
del 20 marzo 2020 su Facebook