I contadini dopo l’Ente Sila
Scandale, 11 novembre 19 54
La conversazione in casa di Don Orlando [Scaramuzzino]
è servita a gettare un primo sguardo al modo in cui questa borghesia guarda al
mondo dei contadini e a quel che avviene tra loro e certo il quadro così
presentato ha del vero.
Tutto era quieto, dicono, fino alla guerra, quando
la prima mossa si ebbe col mercato nero del grano, il cui prezzo salì fino alle
7 – 8000 lire al tomolo (di 44
kg . E quindi fino alle 17 – 19 mila lire il quintale).
Da allora i contadini non hanno pensato che a star meglio, spendendo largamente
quel che guadagnavano e ingolfandosi nei debiti.
Se, tuttavia, l’inizio di un tale andamento è da
riportarsi alla guerra, lo sviluppo che oggi si riscontra parte dall’intervento
dell’Ente Sila, quando cresciuta la terra coltivata, eliminati o ridotti i
canoni, pagati i lavori di miglioria, cresciuto l’impiego nei lavori pubblici
con la relativa riscossione degli assegni familiari, oltre che dei salari, il
denaro contante in mano dei contadini è improvvisamente cresciuto e la spinta
alla spesa non ha avuto più limiti.
Secondo i “borghesi” della conversazione un tal
andamento si esprime nei seguenti indici, ciascuno dei quali può essere
facilmente controllato.
Sono anzitutto aumentati i consumi voluttuari.
Le tre cantine attualmente in funzione fanno affari
per centinaia e centinaia di migliaia di lire. Camions interi di vino ne
portano, oltre che da Cirò, fin dalle lontane Puglie, quando prima bastava la
produzione locale. I vinattieri sono considerati tra i più ricchi commercianti
del paese, anche perché, pur praticando il credito come gli altri, lo praticano
a più breve termine e ottengono garanzie più sicure dai contadini. In
particolare essi sono diventati oramai, i più grossi consegnatari di grano agli
ammassi con il ritiro, in pegno dei loro crediti, dei buoni d’ammasso dei
contadini.
Nella conversazione s’è parlato di contadini con
debiti di 100 mila lire per solo vino. Il vestiario è diventato una delle prime
cure dei giovani contadini, i quali spendono per esso cifre notevoli, con
acquisti fatti principalmente a Crotone.
Al divertimento si dedicano anche somme molto
superiori al passato. Non c’è ancora un cinema in paese, ma ogni sera sono
molte le persone che si recano in automobile a Crotone al cinematografo. Le
automobili a noleggio hanno fatto al riguardo la tariffa di 300 lire, ma si
calcola che la serata possa costare sulle mille lire (trasporto, cinema, cena,
caffè). Sembra che siano molti i contadini che vi si recano.
I bar, inesistenti fino a pochi anni fa, sono
adesso in numero di tre e in tutti si spendono somme notevoli nei giochi di
carte, come nelle osterie.
Il gioco, oltre che nelle forme tradizionali, ha
preso grande sviluppo come concorso al totocalcio, al quale molti partecipano.
Parecchi sono i sistemisti. C’è poi – si diceva sempre in quella conversazione
– una tendenza ad investir danari superiore alle effettive possibilità. Uno
degli acquisti che in gran numero le famiglie contadine hanno fatto è quello
degli apparecchi radio. Sono già in paese in numero di 360 – uno ogni due
famiglie – e si tratta per lo più di apparecchi grandi, radio - grammofoni e
radio – bar. Con la radio è cresciuta l’usanza del ballo che si pratica in ogni
occasione nelle famiglie contadine e con il ballo le feste e i consumi
voluttuari.
Analogamente molti hanno comperato motociclette e
“guzzini”. Si sono venduti il mulo consegnato dall’Ente Sila e si sono
comperati il “guzzino”.
La conseguenza è – sembra – una paurosa situazione
di indebitamento. Radio e vestiario e ogni cosa anche a Crotone sono ceduti a
credito. I negozianti d’ogni tipo per mantenersi la clientela sono costretti a
fare credito. Così gli stessi vinattieri, i quali, come si è detto, si rifanno
coi buoni d’ammasso. Don Orlando, che è commerciante di tessuti, è così
esposto, quest’anno, per il credito fatto e non pagato che non è ancora potuto
andare a Napoli a fare gli acquisti, come era solito fare ogni anno. Questo
senza dire dei debiti che tutti i contadini hanno con l’Ente Sila.
E tutti così si lamentano, è stata la conclusione.
Note di viaggio - Roma. Biblioteca Giustino Fortunato. Archivio
Rossi-Doria, vol. II, fascicolo, 5. Notazioni personali del prof. Manlio
Rossi-Doria in forma di diario ricavate durante la permanenza a Scandale per
l’inchiesta commissionata dall’Unesco.