domenica 29 giugno 2014

Scandale 1960 - Serena Vergano tenuta a Pane e cipolle

L'attrice Serena Vergano in una foto pubblicata dal giornale Il Mondo di Roma il 19 settembre 1961

TROPPE CIPOLLE PER SERENA VERGANO
Venezia. Nel 1956 si chiamava Lea Massari, nel ’57 Rosanna Schiaffino, nel ’58 Anna Maria Ferrero; due anni fa era Carla Gravina, l’anno scorso Claudia Cardinale; Quest’anno è Serena Vergano, la giovane attrice protagonista del “Brigante" di Renato Castellani, che i produttori sperano di lanciare alla mostra del cinema.
"Il cinema ingrassa i briganti"
Anna Filippini e Serena Vergano
 per le vie di Scandale in una
foto pubblicata  dal settimanale
 ABC il 23 luglio 1961
Serena è nata a Milano vent'anni fa, ha capelli neri, occhi verdi, il padre arredatore e la madre pittrice. Inutilmente i genitori spiarono nella figlia il manifestarsi di qualche tendenza artistica: Serena rifiutò di suonare il piano “le petit montagnard”, smise dopo pochi giorni di frequentare una scuola di ballo e non fu mai in grado di tracciare qualcosa che potesse definirsi un disegno. La sua unica passione erano il gelato alla crema e gli sci. Lei stessa non ricorda come si trovò alunna del corso di recitazione diretto da Alessandro Fersen. Roma le appare subito troppo grande, con piazze troppo vaste e amicizie facili ma instabili. Il mondo dello spettacolo non l’attraeva più di quanto, qualche mese prima, non l’avessero attratta i corsi che frequentava al liceo Parini. Il metodo Stanislawski, che aveva fatto piangere d’emozione Marilyn Monroe e Marlon Brando, le sembrava altrettanto insopportabile delle lezioni di latino.
Il solo amico di quei primi giorni romani fu Walter Chiari. L’attore aveva una casa a Fregene dove si potevano incontrare le persone più diverse: indossatrici spolpate fino all’osso, americane intente a coccolare cani dipinti di rosa o di verde, disinvolti press-agent, commediografi e soubrette. Fu lì che la scovò Prandino Visconti. Castellani, le disse, cercava l’interprete femminile per il film che si apprestava a girare in Calabria. Voleva fare un provino?
“Ma che vuole questa qui? Non s’accorge che è un mostro?” Disse il regista quando se la vide davanti. La vestirono con un grembiule di cotonina strappato, le tirarono i capelli in una crocchia sulla nuca, le impiastricciarono la faccia con polvere di carbone. “Un mostro, un mostro” ripeteva il regista sempre più soddisfatto. Tre giorni dopo le telefonò: “Si parte domani per Cosenza col treno delle 23”. Le riprese durarono un anno: in tutto quel periodo Serena fu costretta da Castellani a una feroce dieta dimagrante: mozzarella, cipolle e pane con l’aglio. Ora, dimagrita di otto chili dice perplessa: “Non ho ancora deciso se il cinema mi piace”.

Roma, 3 settembre 1961 - Articolo del settimanale l'Espresso