La chiesa di Santa Maria di Condoleo a Scandale |
Lo Scopo della Fondazione
Attraverso questa breve storia puoi
attuare un percorso addentrandoti nei motivi e nei fatti che hanno cambiato la Fondazione Casa
della Carità Maria SS. Addolorata nel corso di questo sessantennio,
trasformandola in quella che oggi è, e proiettandola verso un futuro la cui
trama, auspichiamo, prenda vita ancora
attraverso l’opera di Dio Padre a cui noi tutti diamo la libertà,
nell’abbandono, di agire e costruire.
I primordi:
Siamo nel 1949, anno in cui la terra
del Crotonese viveva non poche inquietudini e nel sociale emergevano urgenti
bisogni che la guerra aveva generato: fame, distruzione, orfani. È l’anno in
cui un giovane prete, Don Renato Maria Cosentini, diviene uno strumento
abbandonato nelle mani di Dio e di cui Egli si serve per suonare e creare la
grande melodia del cuore, dell’amore e della carità. Don Renato presta la sua
voce al Padre affinché potesse con essa chiamare nel Suo progetto coloro che ne
costituiranno le braccia dell’accoglienza in quella “casa” per orfani e
bisognosi, le sei signorine consacrate: Ierardi Fiorina, Greco Giovanna, Franco
Franceschina, Petrone Maria, Grande Rosa e Filosini Aurora. Alla “sua casa” Don
Renato dedicò la totale esistenza, fino all’ultimo respiro della sua vita che
utilizzò per dire “la casa è luce”.
Una breve storia, abbiamo dichiarato
all’inizio, ma che breve non è: tanti i percorsi, le svolte, le impervie in
questo lungo cammino, le umiliazioni, i sacrifici che appunto “sacra” resero la
realizzazione di quanto oggi appare agli occhi di un visitatore e per questo si
rende urgente che si conservi la memoria
di quanto è stato alla base di tale realizzazione ed ha reso possibile
tutto questo: l’azione dello Spirito Santo, promotore della lungimirante
capacità di lettura dei bisogni della gente di cui Don Renato era dotato,
bisogni che si sentiva tenuto a soddisfare poiché la Divina Provvidenza
era loro vicino, non li ha mai abbandonati e mai lo farà.
Lungimirante fu quando, all’incirca
negli anni settanta, fece nascere le scuole del Condoleo per far sì che quante
venivano ospitate all’interno dell’istituto potessero avere, oltre ad un tetto,
le cure e le attenzioni necessarie per la propria crescita, anche lo spiraglio
di un futuro nella società, di un lavoro e quindi di un riscatto rispetto alle
proprie origini ed alla propria storia. Nasce quindi il complesso di scuole che
oggi costituiscono l’istituto Comprensivo della fondazione: una scuola
dell’infanzia, una scuola primaria ed un liceo della comunicazione.
Tenere il passo con i bisogni via via
emergenti nel territorio, attenendosi alle legiferazioni varie, adempiendo a
quanto la grande e macchinosa burocrazia richiedeva in tema di minori, non è
stato facile, soprattutto perché chi accoglie nella carità non si pone il
problema dell’autorizzazione o delle carte: la casa è sempre stata aperta a
tutti e certamente a Don Renato non faceva paura la minaccia di andare a finire
in galera perché aveva accolto qualcuno. Era nelle braccia della Divina
Provvidenza e di Dio: quale maggiore sicurezza!
Siamo negli anni novanta e si assiste
ad un fenomeno, riscontrabile su scala nazionale, che determina un momento di
sofferenza generale da parte delle strutture ecclesiali per il contrarsi del
numero dei religiosi; una fase in cui la Fondazione cerca di tenere viva la tensione di
impegno sociale “provando” a rimanere sempre in frontiera, adeguandosi rispetto
a ciò che le varie leggi che si susseguono, nei diversi ambiti, fanno risultare
emergente e cercando, ancora, di soddisfare nuovi bisogni: nasce la casa per anziani
“Gioiosa” e l’istituto per minori viene trasformato in tre moduli casa
famiglia: Padre Pio, S. Renato e Maria S.S. Addolorata. È una frontiera in
continuo movimento.
Ed oggi?
La strada è sempre quella intrapresa
negli anni Cinquanta, persegue gli stessi obiettivi, che furono le fondamenta
dello statuto di quegli anni, ma, volendo fare una lettura dei segni dei tempi,
il Concilio Vaticano secondo indica in maniera inequivocabile che la chiesa del
terzo millennio sarà la chiesa dei laici, ed è su questa linea che è avvenuta,
in questi ultimi anni, l’apertura della Fondazione ai laici; si apre quindi
un’ulteriore fase, appena cominciata. Nessuno può conoscere il destino di
questa realtà così particolare ed anche se, adesso, è un piccolissimo gruppo a
prendersene cura e a “ fare il tifo” con trepidazione per lei e per il bene che
potrà ancora fare, si è certi che solo confidando nella provvidenza e ponendo
l’orecchio all’ascolto di Dio potranno in futuro, ancora, essere scritte altre
meravigliose pagine di questa storia.
L’articolo si trova nel sito di Villa Condoleo