Il sangue mio s’è sparso in settentrione
ove scappò mio padre e la mia carne,
ma il mio riposo annegò tra le rughe
della mia gente bruzia e il mio respiro
tra le pinete, i faggi e le riviere.
Ritorneranno i figli tra gli ulivi,
dagli agavi scortati e le cicale,
divamperanno stoppie e le sterpaie
e a sera i grilli udranno al focolare.
Faccio la guardia e aspetto tutte l’ore
ma torno ogni momento solo io.
Gli occhi sono arsi più di questa terra
ma inonderanno fratte e le pietraie
se tornerete a togliere quei chiodi
aprendo porte grandi ai bianchi muri.