domenica 26 settembre 2010

Appunti del prof. Rossi-Doria e della sua assistente Lucia Trucco (1955)

Nella foto “preparazione dei fichi secchi” scattata nel 1955, si vede una famiglia di San Mauro che abitava a fianco della sartoria di Serafino Militi (mastru Zerafinu). Si trova nel libro di Manlio Rossi-Doria, Un paese di Calabria, l’Ancora del Mediterraneo, Napoli, 2007 (a cura di Michele De Benedictis).


Ho parlato questa mattina con D’Alfonso, maestro della quinta elementare, titolare da otto anni, laureando in magistero, ex fiduciario; si era anche presentato sulla lista di sinistra (benché lui non sia né comunista né socialista) alle elezioni amministrative e non riuscì.

Sembra avere 35 anni, piccolo, aperto, parla con facilità non senza darsi una certa importanza. È di Santa Severina. S’è sposato a Scandale con la figlia di un agricoltore: Scaramuzzino. [...]


Don Renato:

riceve un sussidio dal Comune; però D’Alfonso non è mai riuscito ad assistere a un consiglio comunale. È venuto a conoscenza di certe decisioni attraverso il “Messaggero” dove si dà notizie dell’approvazione della giunta provinciale.

Pensa che Don Renato è un uomo in gamba e attivo. Bussa a tutte le porte. Una parte dei fondi E.C.A. vanno alla Casa di Carità. Con il paravento della Casa di Carità riesce a far fronte anche alle cambiali non pagate. Ha l’appoggio del vescovo di Santa Severina.


Silvia De Biase:

fidanzata, figlia di un falegname.

Silvia è fidanzata con un autista di Petilia Policastro. Tiene la fotografia del fidanzato sul petto. Legge Grand Hotel dando come scusa: “Quando non c’è il mio fidanzato mi accontento dei giornali d’amore”.

Va solo a messa la domenica e non esce mai. Il fidanzato è molto geloso e non la vuole vedere neanche affacciata alla finestra.

Si baciano sulla bocca. Se sua madre la vedesse? Non direbbe niente perché anche la madre ha fatto all’amore e se le vuole bene certe cose le deve capire.

È stata fidanzata un anno di nascosto e si sposerà fra un anno.

Ha avuto un orologio in regalo dal suo fidanzato.


18 gennaio 1955.

Ho parlato questa mattina con Cristina, giovane ragazza di 18 anni fidanzata con un giovane autista di 21 anni. La loro storia (dice Cristina) potrebbe essere un fotoromanzo – e comincia il racconto del suo fidanzamento.

Erano piccoli ancora e un giorno a una riunione Mario che aveva 16 anni invitò Cristina che ne aveva 13 a ballare. Mario si innamorò e Cristina pure e così decisero di farlo sapere ai genitori i quali non vollero sentire parlare di fidanzamento. Dopo un anno Cristina decise di lasciare Mario, perché i genitori delle due parti erano contrari. Così fu. Ma Mario non si rassegnò, prese la moto e partì con l’intenzione di uccidersi. Riuscì in parte: si ruppe una gamba. Quando la voce arrivò in paese Cristina stava lavorando a maglia da una comare. Si alzò e correndo ritornò a casa. Il “cuore gli saltava” “dentro il cuore mio c’era una fiamma brutta”. Cristina si disperò e disse di volerlo sposare anche storpio.

Mario fu portato a Crotone e all’ospedale chiamava sempre la fidanzata sua e Cristina decise di andarci. Così ripresero relazione e le famiglie non misero più bastoni nelle ruote.

Il padre di Cristina è molto geloso e non vuole vedere il fidanzato in casa, perciò si vedono, lei alla finestra e lui sotto. La mamma di Cristina invece ha paura che combinino guai e perciò lo fa entrare quando il marito non c’è.

Anche Mario è geloso e non vuole che la fidanzata vada dal parrucchiere per farsi la permanente perché il parrucchiere gli deve toccare la faccia.

Si sposeranno a settembre. [...]


22 gennaio 1955

Paparo Luigi tiene un bar e una cantina.

Di cuore dice di essere socialista, ma non gli piacciono né i comunisti né i democristiani, perciò si è presentato nella lista dell’MSI, ma non crede nel fascismo. Vuole che gli uomini diventino civili e per questo pensa che una disciplina sia la cosa migliore.

È stato rubato nella cantina e il brigadiere gli ha chiesto di non chiedere niente a lui.


Scandale, 5 maggio 1955.

Maria ha 10 anni. Frequenta la quarta elementare. È una bambina sveglia, sicuramente di famiglia numerosa, gira con i fratelli più piccoli e si sa arrabbiare come una donna grande.

Si è fatto il fidanzato ed è stata scoperta scrivendo una lettera.

“Caro Giovanni, io ti voglio, ma tu non devi dire niente a nessuno sennò non ti voglio più”. Allo Signorino Giovanni Trivieri, un forte abbraccio, la tua fidanzata. Maria Raimondo.

Lui ha fatto sapere che acconsentiva.


Notazioni e Appunti di Rossi-Doria e delle sue collaboratrici, A.N.I.M.I., Roma, Archivio Rossi-Doria, fascicolo 9, vol. II (dattiloscritto).