La scuola filosofica di Atene di Raffaello
Pindaro. Nacque a Cinocefale presso Tebe nel
“Se il nostro destino è comunque morire, che senso ha aspirare solo a smaltire nell’ombra una vecchiaia anonima, senza un po’ di splendore?”
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Eraclito, il filosofo del divenire “tutto scorre” (panta rhei).
Originario di Efeso visse tra il 550 e il
“Il carattere dell’uomo è il suo destino”.
“Gli asini, se avessero la facoltà di scegliere, all’oro preferirebbero la paglia”.
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Crizia: Atene intorno al
“Nulla è più pericoloso di un pazzo che sembra savio”
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Euripide. Nacque a Salamina tra il 485 e il
“Ogni Stato è diviso in tre partiti. Il primo è costituito dai ricchi, gente inutile e sempre avida di ricchezze. Il secondo è quello dei poveri, gente violenta e invidiosa che, ingannata dalle calunnie di capi perversi, non fa che prendersela con i ricchi. Il terzo è formato dalla classe media ed è quello che osserva le leggi, che mantiene l’ordine e che fa prosperare lo Stato”.
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Protagora: nato ad Abdera intorno al 480, morì intorno al
“Riguardo agli Dei non è possibile accertare né che ci sono né che non ci sono, in quanto impediscono di saperlo l’oscurità dell’argomento e la brevità della vita umana”.
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Teognide. Visse tra il VI e il V secolo a.C. Di famiglia aristocratica visse a Megara Iblea, in Sicilia, dove secondo alcuni sarebbe anche nato.
“Chi non ama i ragazzi, i cavalli dalle zampe veloci e i cani, non sa cosa sia la felicità”.
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Eschilo. Nacque ad Eleusi nel 525/24 a.C. Morì a Gela nel
“Chi sporca l’acqua limpida con il fango non troverà mai da bere”.
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Aristotele: nato a Stagira nel
“La cultura è un ottimo viatico per la vecchiaia”.
“Il mito è un insieme di cose che destano Meraviglia”.
“Chi ha deciso di fare del male non fatica a trovare un pretesto per farlo”.
“I giovani sono fiduciosi perché non hanno ancora avuto il tempo di essere ingannati”.
“Le persone oneste e intelligenti difficilmente fanno una rivoluzione, perché sono sempre in minoranza”.
“La vera garanzia di un buon governo consiste nel provvedere che le leggi siano rispettate e nel non permettere mai la benché minima infrazione. Le infrazioni lievi, infatti, sono insensibili, ma sono come le piccole spese che sommandosi le une alle altre portano alla rovina”.