mercoledì 5 maggio 2010

I LAZZARI DI NAPOLI


Lazzari che giocano a carte. Autore Silvestro Bossi, litografia acquerellata di Cucianiello, 1824.


Nel 1789 ci fu la Rivoluzione francese, nel 1793 la dittatura dei giacobini e di Robespierre, in poche parole, il terrore. Seguì il Direttorio e Napoleone che cominciò a conquistare tutto e tutti creando repubbliche Liguri, Cisalpine e Romane, dove intellettuali illuminati si esercitavano a riformare ogni cosa.

Nel gennaio del 1799, l’armata francese comandata da Jean Étienne Vachier detto Championnet, generale brillante ma anche abile politico, si trova la strada libera per conquistare Napoli, dopo la strana ritirata delle truppe austro-borboniche del campo trincerato di Capua, guidate dal generale Karl Mack Leiberich. Ferdinando IV cominciava a sentire odore di tradimento e a chi gli consigliava di lasciare Napoli per la sua sicurezza, rispondeva che nessuna guarnigione potesse difenderlo meglio dei suoi fedelissimi lazzari: all’inizio circa 1200 armati, guidati dal capo De Simone. Comunque, il 21 dicembre del 1798 il re e la corte si imbarcarono su navi inglesi e raggiunsero Palermo.

La borghesia napoletana, per difendere i propri interessi, si accorda sotto banco con giacobini e francesi, tanto che il popolo per le strade gridava “chi tiene pane e vino/add’esse giacubbino”. Migliaia di lazzari, armati con mazze di ferro e gridando “viva San Gennaro, percorrono le vie a caccia di giacobini”. Il 21 gennaio 1799, l’armata francese, forte di ventiduemila uomini, attacca la città, e per tre giorni è una mattanza, tanto che i lazzari facevano le barricate con i compagni morti. I francesi, che nell’attacco persero duemila uomini, rimasero impressionati dalla resistenza del popolo napoletano che, secondo gli storici, morirono a migliaia. Lo stesso Championnet, in una relazione mandata a Parigi in quei giorni scrisse: “…si combatte in ogni strada; il terreno è disputato palmo a palmo; i lazzari sono guidati da capi intrepidi. I lazzari, questi uomini meravigliosi sono degli eroi…”.