Di seguito un articolo preso dal sito http://www.larivieraonline.com/ del 24 agosto 2009.
Da queste parti, lembo povero delle Calabrie, che dell’antica Grecia ha ereditato molto, tanto è rimasto. Qui, come in altre regioni, tutto passa per Pluto, mitologico dio della prosperità, o del denaro se preferite. Pierpaolo Bruni, sostituto procuratore della repubblica di Crotone, uno dei magistrati super minacciati dalle cosche calabresi, sembra esserne certo: 16 avvisi di garanzia per presunti illeciti sugli iter autorizzativi delle centrali a turbogas di Rizziconi e Scandale.
Diverse le perquisizioni disposte dalla procura di Crotone: gli uffici e le abitazioni dell’ex assessore regionale all’ambiente Diego Tommasi; del dirigente regionale Domenico Lemma; di Stefano Napoli, figlio del capo della segreteria dell’ex sottosegretario Pino Galati; dell’avvocato Claudio Larussa; di Maria Rosaria Di Summa, consulente di Galati all’epoca in cui era sottosegretario; di Giuseppe D’Anna, titolare della Power Consulting Company; di Egidio Michele Pastore, collaboratore dell’assessore Tommasi; di Antonio Principe, già segretario del Commissario per l’emergenza ambientale in Calabria; del giudice del Tar di Catanzaro Giovanni Iannini e di Francesco Trebisonda.
L’inchiesta della procura colpisce un presunto cartello politico-massonico-affaristico cui si contesta sperpero di denaro pubblico e associazione per delinquere finalizzata alla concussione, falso, riciclaggio di denaro e abuso d’ufficio. Secondo le indagini, condotte dai carabinieri della compagnia di Crotone e dalla Guardia di Finanza in merito alla centrale di Rizziconi, sarebbe stato stravolto un parere espresso il 15 dicembre 2004 dal nucleo valutazione impatto ambientale regionale a favore del progetto di costruzione di centrale presentato da Calabria Energia in favore del progetto presentato da Rizziconi Energia, che aveva avuto una valutazione di non compatibilità con l’ambiente e il territorio.
Per quanto riguarda la centrale di Scandale, ipotizzano che l’ex sottosegretario alle attività produttive Giuseppe Galati e l’ex presidente della Regione, Giuseppe Chiaravalloti, d’intesa con Roberto Mercuri e Annunziato Scordo, amministratori della società Pianimpianti, tutti considerati soci occulti delle società anonime di diritto lussemburghese Finindint e Fecoffee, e Aldo Bonaldi, ritenuto l’amministratore di fatto della Eurosviluppo Elettrica e della sua controllante Societè Financiere Cremonese di diritto lussemburghese e amministratore di fatto del Consorzio Eurosviluppo Scarl, avrebbero favorito l’ottenimento, nel maggio 2004, dell’autorizzazione unica alla realizzazione ed all’esercizio della centrale a turbogas di Scandale nei confronti della società Eurosviluppo Elettrica. Gli indagati, secondo l’accusa, avrebbero “lucrato indebitamente 28,6 milioni di euro quale anticipazione sul prezzo totale di 38,6 mln, dalla vendita della Eurosviluppo Elettrica, prezzo oggetto di attività di spartizione tra gli associati attraverso la cessione alla S.F.C. di Bonaldi, di pacchetti azionari della Eurosviluppo Elettrica posseduti dalla Finindint e dalla Fecoffee”.
Tra gli indagati dell’inchiesta della Procura di Crotone c’è anche Giovanni Iannini giudice del Tar Calabria che, secondo quanto emerge dal decreto di perquisizione, avrebbe ‘’arrecato un danno ingiusto alle societa’ Crotone Power Development e Calabria Energia al fine di procurare un ingiusto vantaggio alle societa’ Rizziconi Energia e Eurosviluppo Elettrica, che interessava, tra gli altri, all’ex governatore Giuseppe Chiaravalloti”. Chiaravalloti e Tannini sono indagati per violazione della legge Anselmi sulle logge massoniche. I due avrebbero “partecipato a Loggia massonica la cui finalità occulta è quella di porre in essere condotte dirette ad interferire sull’esercizio delle pubbliche amministrazioni anche giudiziarie”. Interferenza che sarebbe stata posta in essere, in particolare dal giudice Iannini, indagato per abuso d’ufficio dal momento che in due udienze del Tar Calabria del gennaio 2006 e del maggio 2007 “assumendo
Le indagini sono molto complicate poiché le società coinvolte sono controllate da società straniere, ma secondo gli inquirenti le autorizzazioni ottenute dalla Eurosviluppo Elettrica sarebbero state bilanciate da quella tangente di quasi 40 milioni di euro, di cui 28 già versati. Il denaro ottenuto sarebbe poi sparito, mentre a Thonon les Bains, ai confini con