sabato 26 gennaio 2019

Continua la guerra sulla discarica di Santa Marina a Scandale

Antonio Barberio, Sindaco del Comune di Scandale


Discarica a Scandale. Sindaco contrattacca: presentato un ricorso al Presidente del Consiglio


Si difende e contrattacca il sindaco e consigliere provinciale, Antonio Barberio, per l’autorizzazione da parte della Regione della discarica di Santa Marina a Scandale.
Il problema era stato sollevato, nei giorni scorsi, dall’ex primo cittadino, Iginio Pingitore, che aveva evidenziato i possibili danni che l'impianto potrebbe portare al territorio.
Per chiarire la situazione, Barberio stamattina ha convocato una conferenza stampa nella sala giunta della Provincia di Crotone; era stata annunciata anche la presenza del presidente dell’ente, Ugo Pugliese, che però non ha partecipato.
L'attuale sindaco di Scandale ha annunciato che ieri il suo Comune ha presentato un ricorso al Presidente del Consiglio dei Ministri, contro l'esito della conferenza dei servizi che ha dato il via libera alla discarica, di circa 450 mila metri cubi.
Barberio ha fatto sapere che innanzitutto che l'Amministrazione da lui rappresenta “ha già ribadito il proprio dissenso alla realizzazione di nuove discariche nel territorio del Comune di Scandale”.
A suo parere, infatti, “è evidente che il DDG 2014/2010, di rilascio dell’AIA, è stato annullato, a seguito del ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, in quanto in contrasto con il Pear del 2005 (così come sancito dal Consiglio di Stato - Adunanza 16 maggio 2012- n. 3658/2012)”.
Ha ricordato, poi, quanto scritto dallo stesso Consiglio di Stato e cioè che la “significativa presenza sul territorio crotonese di impianti industriali di trattamento di rifiuti” e da ciò l'esclusione della possibilità di autorizzare ulteriori installazioni.
Per il sindaco, inoltre, non si è tenuto contro della delibera della Giunta regionale prima e del Consiglio regionale del 2017 che aveva come oggetto la “Integrazione criteri localizzativi Piano Regionale gestione rifiuti” del 2016.
Per il primo cittadino scandalese “la procedura fino ad oggi posta in essere dalla Regione Calabria, atteso che la riattivazione del procedimento de quo, sospeso ope legis dalla L.R. 47/2017, ha registrato la semplice conferma dei pareri a suo tempo rilasciati, tutti antecedentemente alla obbligatorietà di tenere conto di un fattore di pressione discariche”.
A suo parere, inoltre, “il Comune non è stato, così, messo nelle condizioni di poter attentamente valutare, in quanto i pareri favorevoli resi da altre autorità sanitarie ed ambientali appaiono connotati da insufficienza, carenza e approssimazione degli stessi”.
In virtù di ciò, Barberio ha sollecitato la Regione ad assumere, “previa indizione di una nuova conferenza, determinazioni in via di autotutela” ed ha proposto, contestualmente “opposizione al Presidente del Consiglio dei Ministri avverso la determinazione motivata di conclusione della conferenza”.


Articolo di Cn24Tv del 24 gennaio 2019


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Undici associazioni contro la realizzazione della discarica a Santa Marina di Scandale


«Discarica di Scandale Atto terzo: la Regione ci riprova». Lo scrivono in una nota le associazioni “Terra e Libertà”, Movimento per la difesa dei diritti dei cittadini, Italia nostra Crotone, Arci Crotone, Gli spalatori di nuvole, Il Barrio, Legacoop Crotone, Nonostante tutto resistiamo, cooperativa Agape, Protezione Animali Calabria e Cooperativa Agorà Kroton.
«L'epopea della discarica – commentano le 11 associazioni sottoscrittrici della nota – che dovrebbe sorgere in località Santa Marina di Scandale non si ferma e torna, più tetra che mai, la minaccia, l'ennesima, di costruire, in piena zona agricola di pregio con produzioni biologiche e a marchio Dop, una discarica. A quanto pare non sono bastate le battaglie portate avanti da istituzioni, associazioni, partiti politici e cittadini che, con continuità dal 2009, ribadiscono il proprio no a questa folle autorizzazione. L'iniziale progetto della discarica di amianto, grazie ad una ferrea e largamente condivisa mobilitazione, fu cestinato nel 2010. Ma gli aspiranti imprenditori della monnezza non si arresero e, nel 2015, avviarono nuovamente il progetto per la costruzione di una discarica nel medesimo luogo, puntando tutto sulla modifica dei codici Cer (codici identificativi dei rifiuti).
La modifica di tali codici, autorizzata dalla Regione Calabria, prevedeva che la discarica di Scandale dovesse accogliere non più amianto, ma rifiuti speciali non pericolosi. Nel marzo 2017, dopo l'ennesimo no espresso dal territorio, dopo innumerevoli rinvii della conferenza di servizi che avrebbe dovuto scrivere l'atto finale del procedimento autorizzativo, fu il dipartimento agricoltura della Regione a sollevare una pregiudiziale che imponeva il riesame di tutto il procedimento per verificare se il progetto presentato da Antonio Trivieri fosse o meno compatibile con la L.R. 8/2016, che aveva impegnato la Regione Calabria a vietare la costruzione di nuove discariche.
Il 10 gennaio scorso la Regione Calabria ha convocato una conferenza di servizi per procedere all'autorizzazione della discarica alla Ecolsystema. Che fine ha fatto il loop propagandistico del presidente Oliverio "discariche zero"? Di certo è risultato inutile in termini di tutela del territorio della nostra provincia e dannoso dal punto di vista politico il ruolo della crotonese Antonella Rizzo quale assessore regionale all'ambiente. Le posizioni tecniche e politiche assunte dal Comune di Scandale e dell'Ato rifiuti - che hanno espresso e ribadito senza soluzione di continuità con il passato - il no del territorio a questo sfregio ambientale, vanno certamente nella giusta direzione. Al contrario gli interessi e le incrostazioni di potere che riguardano la Regione Calabria - concludono - sono ormai diventati insopportabili perché continuano ad opporre alla difesa del territorio logiche dettate solo dal profitto e dall’interesse di pochi».


Articolo del sito laprovinciakr.it del 22 gennaio 2019