Antonio Barberio, Sindaco del Comune di Scandale |
Discarica a Scandale. Sindaco
contrattacca: presentato un ricorso al Presidente del Consiglio
Si
difende e contrattacca il sindaco e consigliere provinciale, Antonio Barberio,
per l’autorizzazione da parte della Regione della discarica di Santa Marina a
Scandale.
Il
problema era stato sollevato, nei giorni scorsi, dall’ex primo cittadino,
Iginio Pingitore, che aveva evidenziato i possibili danni che l'impianto
potrebbe portare al territorio.
Per
chiarire la situazione, Barberio stamattina ha convocato una conferenza stampa
nella sala giunta della Provincia di Crotone; era stata annunciata anche la
presenza del presidente dell’ente, Ugo Pugliese, che però non ha partecipato.
L'attuale
sindaco di Scandale ha annunciato che ieri il suo Comune ha presentato un
ricorso al Presidente del Consiglio dei Ministri, contro l'esito della
conferenza dei servizi che ha dato il via libera alla discarica, di circa 450
mila metri cubi.
Barberio
ha fatto sapere che innanzitutto che l'Amministrazione da lui rappresenta “ha
già ribadito il proprio dissenso alla realizzazione di nuove discariche nel
territorio del Comune di Scandale”.
A
suo parere, infatti, “è evidente che il DDG 2014/2010, di rilascio dell’AIA, è
stato annullato, a seguito del ricorso straordinario al Presidente della
Repubblica, in quanto in contrasto con il Pear del 2005 (così come sancito dal
Consiglio di Stato - Adunanza 16 maggio 2012- n. 3658/2012)”.
Ha
ricordato, poi, quanto scritto dallo stesso Consiglio di Stato e cioè che la
“significativa presenza sul territorio crotonese di impianti industriali di
trattamento di rifiuti” e da ciò l'esclusione della possibilità di autorizzare
ulteriori installazioni.
Per
il sindaco, inoltre, non si è tenuto contro della delibera della Giunta
regionale prima e del Consiglio regionale del 2017 che aveva come oggetto la
“Integrazione criteri localizzativi Piano Regionale gestione rifiuti” del 2016.
Per
il primo cittadino scandalese “la procedura fino ad oggi posta in essere dalla
Regione Calabria, atteso che la riattivazione del procedimento de quo, sospeso
ope legis dalla L.R. 47/2017, ha registrato la semplice conferma dei pareri a
suo tempo rilasciati, tutti antecedentemente alla obbligatorietà di tenere
conto di un fattore di pressione discariche”.
A
suo parere, inoltre, “il Comune non è stato, così, messo nelle condizioni di
poter attentamente valutare, in quanto i pareri favorevoli resi da altre
autorità sanitarie ed ambientali appaiono connotati da insufficienza, carenza e
approssimazione degli stessi”.
In
virtù di ciò, Barberio ha sollecitato la Regione ad assumere, “previa indizione
di una nuova conferenza, determinazioni in via di autotutela” ed ha proposto,
contestualmente “opposizione al Presidente del Consiglio dei Ministri avverso
la determinazione motivata di conclusione della conferenza”.
Articolo
di Cn24Tv del 24 gennaio 2019
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Undici associazioni contro la
realizzazione della discarica a Santa Marina di Scandale
«Discarica
di Scandale Atto terzo: la Regione ci riprova». Lo scrivono in una nota le
associazioni “Terra e Libertà”, Movimento per la difesa dei diritti dei
cittadini, Italia nostra Crotone, Arci Crotone, Gli spalatori di nuvole, Il
Barrio, Legacoop Crotone, Nonostante tutto resistiamo, cooperativa Agape,
Protezione Animali Calabria e Cooperativa Agorà Kroton.
«L'epopea
della discarica – commentano le 11 associazioni sottoscrittrici della nota –
che dovrebbe sorgere in località Santa Marina di Scandale non si ferma e torna,
più tetra che mai, la minaccia, l'ennesima, di costruire, in piena zona
agricola di pregio con produzioni biologiche e a marchio Dop, una discarica. A
quanto pare non sono bastate le battaglie portate avanti da istituzioni,
associazioni, partiti politici e cittadini che, con continuità dal 2009,
ribadiscono il proprio no a questa folle autorizzazione. L'iniziale progetto
della discarica di amianto, grazie ad una ferrea e largamente condivisa
mobilitazione, fu cestinato nel 2010. Ma gli aspiranti imprenditori della monnezza
non si arresero e, nel 2015, avviarono nuovamente il progetto per la
costruzione di una discarica nel medesimo luogo, puntando tutto sulla modifica
dei codici Cer (codici identificativi dei rifiuti).
La
modifica di tali codici, autorizzata dalla Regione Calabria, prevedeva che la
discarica di Scandale dovesse accogliere non più amianto, ma rifiuti speciali
non pericolosi. Nel marzo 2017, dopo l'ennesimo no espresso dal territorio,
dopo innumerevoli rinvii della conferenza di servizi che avrebbe dovuto scrivere
l'atto finale del procedimento autorizzativo, fu il dipartimento agricoltura
della Regione a sollevare una pregiudiziale che imponeva il riesame di tutto il
procedimento per verificare se il progetto presentato da Antonio Trivieri fosse
o meno compatibile con la L.R. 8/2016, che aveva impegnato la Regione Calabria
a vietare la costruzione di nuove discariche.
Il
10 gennaio scorso la Regione Calabria ha convocato una conferenza di servizi
per procedere all'autorizzazione della discarica alla Ecolsystema. Che fine ha
fatto il loop propagandistico del presidente Oliverio "discariche
zero"? Di certo è risultato inutile in termini di tutela del territorio
della nostra provincia e dannoso dal punto di vista politico il ruolo della
crotonese Antonella Rizzo quale assessore regionale all'ambiente. Le posizioni
tecniche e politiche assunte dal Comune di Scandale e dell'Ato rifiuti - che
hanno espresso e ribadito senza soluzione di continuità con il passato - il no
del territorio a questo sfregio ambientale, vanno certamente nella giusta
direzione. Al contrario gli interessi e le incrostazioni di potere che
riguardano la Regione Calabria - concludono - sono ormai diventati
insopportabili perché continuano ad opporre alla difesa del territorio logiche
dettate solo dal profitto e dall’interesse di pochi».
Articolo
del sito laprovinciakr.it del 22 gennaio 2019