Anna La Rosa all'inaugurazione della Centrale Turbogas di Scandale il 20 aprile 2010. Foto pubblicata da Area Locale |
ANNA LA ROSA
Gerace (Reggio Calabria) 1955 –
Giornalista RAI – Autrice e conduttrice
di TeleCamere
Ha detto:
“Sono stata in Calabria fino a sette
anni. Poi ci siamo trasferiti a Roma. Fu un dramma. Parlavo solo dialetto. Ogni
volta che aprivo bocca i bambini ridevano. Per la vergogna non chiedevo nemmeno
di andare a fare la pipì, e schiattavo. A Doria ero una leader. A Roma un’emarginata.
La maestra era cattiva, non aveva un briciolo di comprensione. Alla fine mi
disse: “Smetti di studiare. Fai la sarta”. In prima media ho incontrato un
professore di Lettere molto umano. Mi spiegò che dovevo leggere molto, ad alta
voce. Trascorrevo le mie notti a registrare su un vecchio Geloso Il fu Mattia Pascal. Posso ancora
citarlo a memoria. Lessi talmente tanto che alla fine ero la prima della classe
in italiano. E nei temi prendevo sempre dieci. Cominciai a collaborare a Gioia
e al Messaggero, ma mi piacevano gli uffici stampa. Mandai il curriculum a
tutti i ministri. Mi rispose l’ufficio stampa di Giovanni Goria, ministro del
Tesoro. Andai a lavorare lì pochi mesi. Una noia. A 16 anni ero comunista,
addirittura Trotzkista, giravo con la medaglia di Trotskij sul giubbino. Poi
piano piano, leggendo, sono diventata socialista, lombardiana. A forza di
curriculum arrivai all’ufficio stampa di Gianni De Michelis. Una delle
intelligenze più fervide, laiche, libere che abbia mai incontrato. Dopo un po’
mi stufai. Andai da Pippo Marra, calabrese come me, proprietario dell’agenzia
And Kronos...Sono andata, mi sono presentata e venni assunta. C’era il
caporedattore del politico, Guglielmo Gabbi, uno che ci mancava poco che ci
frustasse. C’erano Maria Teresa Meli, Francesco Lo Sardo, Ferdinando Regis,
Tonino Satta, Mauro Mazza. Alla fine sono andata al Tg2”.
Antonella Stasi e Anna la Rosa alla Centrale Turbogas di Scandale |