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Massimo Ranieri |
“Cantare mi piace, ma cantare solo non mi basta. Ho
rinunciato a diventare ricco quando ho cominciato a recitare anche in teatro,
abbandonando tournée internazionali, serate, comparsate in televisione e dischi
incisi uno dietro l’altro. Non ho ville con piscina né palazzi nel centro di
Roma, ma sono contento perché ho capito presto che si poteva barattare la
quantità con la qualità”
“Nella mia vita non ricordo i
festeggiamenti per il Natale: era una roba da ricchi e noi non avevamo niente.
Come l’albero di Natale, chi l’ha mai avuto? Mio padre amava il presepe, ne
faceva uno piccolino, ma l’albero costava troppo. Mi ricordo però che eravamo
uniti, una vera bella famiglia. Nel freddo, perché non c’era il riscaldamento e
si viveva col braciere sotto la tavola. Da mangiare ce n’era poco, molto poco.
Un piatto di pasta, un pezzetto di capitone perché non era caro. Il panettone
non potevamo permettercelo. Però cantavamo ‘Tu scendi dalle
stelle’ tutti insieme, con le stelline in mano. I regali non entravano proprio nella
nostra vita. La povertà è anche questo. Ricordo che mamma mi mandava da mio zio
a chiedere se aveva mille o duemila lire da prestarci, e lui: ‘Guaglio’ vabbuo.
Ma ci sono pure le tremila lire dell’altra volta… Il ‘regalo’ era quando ci facevano
il prestito. O quando ‘segnavano’: un chilo di pasta o due uova… a pagare
passavamo poi”
Massimo
Ranieri
Al
secolo, Giovanni Calone
Napoli 3
maggio 1951 –
Cantante.
Attore. Figlio di un operaio dell’Italsider, iniziò a cantare a 12 anni nei
ricevimenti che seguivano i matrimoni.