Peppe Coniglio |
Un amico che se ne va
Non
sapevo della sua malattia ed ho saputo adesso della sua scomparsa. Il caro
Peppe non c'è più e mi tocca dedicargli queste ultime parole, per fargli
capire, se già non l'aveva capito, l'affetto che mi legava a lui e che è lo
stesso affetto con cui adesso lo ricordo. Peppe è stato uno dei punti fermi
della mia infanzia e dei legami di tenera amicizia che legava tutti quelli che
abitavamo nei dintorni di Viale Puccini e del quartiere San Leonardo. Lo
ricordo quando, con un sorriso, cercava di dire il suo cognome, mettendosi le
mani alle orecchie e restringendo le guance per creare simpaticamente
l'immagine di un coniglio. Lo ricordo quando si sforzava di ripetere il mio
difficile e lungo cognome e mi chiamava Hunt, come un famoso calciatore inglese
dei mondiali del '66, finendo, lui per primo, col sorridere della confusione
che si creava. Lo ricordo ancora quando mi vedeva ritornare al paese, di tanto
in tanto, e ci teneva a dirmi che aveva stima di me e, chissà perché,
accompagnava le sue parole con l'indicazione di una penna che scrive. Caro
Peppe, ora che non ci sei più, avverto pienamente il senso della vita che
scorre e ci lascia soltanto il ricordo struggente di ciò che maggiormente ci ha
legati alle nostre abitudini più care, ai nostri legami più teneri e più dolci.
Mi piace immaginarti mentre ancora ti aggiri, gesticolando, in un luogo
destinato alle persone giuste, alle persone
che se ne vanno e ci lasciano con un bilancio che è in credito con la
vita. Ti invio un lungo, ultimo, affettuoso abbraccio. Riposa in pace.
Ezio Scaramuzzino
Venerdì
21 gennaio sul Blog di Ezio Scaramuzzino