Il Municipio di Scandale in una foto del 2016 |
''Fumata
nera'' sul tentativo di conciliazione per la discarica di Scandale: le
istituzioni si rivolgeranno adesso al Consiglio dei ministri.
Salta
il tentativo di conciliazione a livello governativo per la realizzazione della
discarica a Santa Marina di Scandale. Questo il responso balzato fuori dal
tavolo convocato a Roma in mattinata dal capo del Dipartimento per il
coordinamento amministrativo della Presidenza del consiglio dei ministri, Paola
Paduano. L’obbiettivo dell’incontro era quello di cercare una soluzione
condivisa e di superamento rispetto all’impasse venutosi a creare in merito al
parere favorevole espresso dalla Conferenza dei servizi in atto alla Regione
Calabria sulla richiesta di Ecolsystemi di modifica dei codici per
l’insediamento della discarica. Ma non c’è stato nessuno spazio per la
concertazione, anzi la volontà delle istituzioni locali è quella di allontanare
il rischio di realizzare un ulteriore sito per rifiuti in provincia di Crotone.
I rappresentanti delle amministrazioni territoriali presenti hanno ribadito il
loro secco no al rilascio del decreto autorizzativo. Com’è noto, la riunione di
coordinamento era stata convocata dal dipartimento della Presidenza del
consiglio dei ministri a seguito dell’opposizione presentata dal Comune di
Scandale il 23 gennaio scorso a firma del sindaco Antonio Berberio. Un atto
dovuto per legge, questo, nel corso del quale i sindaci e gli altri
amministratori del territorio crotonese hanno avuto fra l’altro l’opportunità
di far presente ulteriori motivazioni legali perché venga bloccato il rilascio
dell'autorizzazione alla modifica dell'Aia. Adesso, le istituzioni faranno
direttamente appello del Consiglio dei ministri, chiedendo alla Regione una
conferenza dei servizi in autotutela per bloccare il parere favorevole. Oltre
al sindaco di Scandale Barberio, hanno espresso parere negativo alla
certificazione il delegato dell’Ato 3, Tommaso Blandino, in rappresentanza dei
sindaci del territorio; e il consigliere Rino Le Rose per la Provincia di
Crotone che ha annunciato inoltre l’opposizione al parere favorevole rilasciato
dai tecnici dell’Ente intermedio in sede di Conferenza dei servizi. La riunione
del tavolo di coordinamento è iniziata con una lunga disamina dell’iter che ha
riguardato la richiesta di realizzazione dell’impianto, iniziato circa 10 anni
fa (nel 2009), e che ha contemplato l’avvicendarsi di due sindaci, Iginio
Pingitore, con quest’ultimo che ha preso parte all’ultima e decisoria
Conferenza dei servizi svoltasi lo scorso 10 gennaio. Stupore è stato espresso
dai tecnici del dipartimento della Presidenza del consiglio dei ministri in
quanto non consci del fatto che l’impianto fosse ancora solo sulla carta e
dunque non realizzato. È stato allora il sindaco Barberio a snocciolare nel
corso della riunione il percorso accidentato subito dall’iter autorizzativo che
ha trovato più volte ostacoli legali. A partire dal “niet” pronunciato dal Capo
dello Stato nel 2010 e che, secondo Barberio, escluderebbe a priori la
richiesta di modifica dei codici in entrata della discarica in quanto
dichiarata decaduta la primaria istanza. Per Barberio, che nel frattempo ha
preso visione anche dei verbali precedenti della Conferenza dei servizi, vi
sarebbero da impugnare alcuni documenti presi per buoni nel corso degli anni
(come alcune sentenze del Tar e delle certificazioni del Comune di Scandale)
che, per il primo cittadino di Scandale, sarebbero «non veritieri». Da qui la
necessità di passare la palla al Consiglio dei ministri, chiedendo alla Regione
di pronunciarsi in autotutela.
Articolo
del sito laprovinciakr di Giovedì 31 Gennaio 2019