sabato 2 febbraio 2019

''Fumata nera'' per la discarica di Scandale

Il Municipio di Scandale in una foto del 2016

''Fumata nera'' sul tentativo di conciliazione per la discarica di Scandale: le istituzioni si rivolgeranno adesso al Consiglio dei ministri.


Salta il tentativo di conciliazione a livello governativo per la realizzazione della discarica a Santa Marina di Scandale. Questo il responso balzato fuori dal tavolo convocato a Roma in mattinata dal capo del Dipartimento per il coordinamento amministrativo della Presidenza del consiglio dei ministri, Paola Paduano. L’obbiettivo dell’incontro era quello di cercare una soluzione condivisa e di superamento rispetto all’impasse venutosi a creare in merito al parere favorevole espresso dalla Conferenza dei servizi in atto alla Regione Calabria sulla richiesta di Ecolsystemi di modifica dei codici per l’insediamento della discarica. Ma non c’è stato nessuno spazio per la concertazione, anzi la volontà delle istituzioni locali è quella di allontanare il rischio di realizzare un ulteriore sito per rifiuti in provincia di Crotone. I rappresentanti delle amministrazioni territoriali presenti hanno ribadito il loro secco no al rilascio del decreto autorizzativo. Com’è noto, la riunione di coordinamento era stata convocata dal dipartimento della Presidenza del consiglio dei ministri a seguito dell’opposizione presentata dal Comune di Scandale il 23 gennaio scorso a firma del sindaco Antonio Berberio. Un atto dovuto per legge, questo, nel corso del quale i sindaci e gli altri amministratori del territorio crotonese hanno avuto fra l’altro l’opportunità di far presente ulteriori motivazioni legali perché venga bloccato il rilascio dell'autorizzazione alla modifica dell'Aia. Adesso, le istituzioni faranno direttamente appello del Consiglio dei ministri, chiedendo alla Regione una conferenza dei servizi in autotutela per bloccare il parere favorevole. Oltre al sindaco di Scandale Barberio, hanno espresso parere negativo alla certificazione il delegato dell’Ato 3, Tommaso Blandino, in rappresentanza dei sindaci del territorio; e il consigliere Rino Le Rose per la Provincia di Crotone che ha annunciato inoltre l’opposizione al parere favorevole rilasciato dai tecnici dell’Ente intermedio in sede di Conferenza dei servizi. La riunione del tavolo di coordinamento è iniziata con una lunga disamina dell’iter che ha riguardato la richiesta di realizzazione dell’impianto, iniziato circa 10 anni fa (nel 2009), e che ha contemplato l’avvicendarsi di due sindaci, Iginio Pingitore, con quest’ultimo che ha preso parte all’ultima e decisoria Conferenza dei servizi svoltasi lo scorso 10 gennaio. Stupore è stato espresso dai tecnici del dipartimento della Presidenza del consiglio dei ministri in quanto non consci del fatto che l’impianto fosse ancora solo sulla carta e dunque non realizzato. È stato allora il sindaco Barberio a snocciolare nel corso della riunione il percorso accidentato subito dall’iter autorizzativo che ha trovato più volte ostacoli legali. A partire dal “niet” pronunciato dal Capo dello Stato nel 2010 e che, secondo Barberio, escluderebbe a priori la richiesta di modifica dei codici in entrata della discarica in quanto dichiarata decaduta la primaria istanza. Per Barberio, che nel frattempo ha preso visione anche dei verbali precedenti della Conferenza dei servizi, vi sarebbero da impugnare alcuni documenti presi per buoni nel corso degli anni (come alcune sentenze del Tar e delle certificazioni del Comune di Scandale) che, per il primo cittadino di Scandale, sarebbero «non veritieri». Da qui la necessità di passare la palla al Consiglio dei ministri, chiedendo alla Regione di pronunciarsi in autotutela.


Articolo del sito laprovinciakr di Giovedì 31 Gennaio 2019