La mattina del 5 luglio 1950 Salvatore Giuliano fu
trovato nel cortile della casa di un avvocato di Castelvetrano
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Salvatore
Giuliano
Montelepre
1922 – Castelvetrano 1950
Conosciuto
come il bandito Giuliano
Di origine contadina, inizia la carriera il 2
settembre 1943 uccidendo un carabiniere a un posto di blocco. Continuò con una
serie di rapine e omicidi nella Sicilia occidentale, agendo in connessione con
la mafia e le forze politiche a essa collegate.
Nel 1947 (pochi giorni prima della strage di
Portella delle Ginestre) Giuliano rilasciò un'intervista al giornalista
americano Michael Stern, che riuscì a raggiungerlo sui monti. In quella
occasione il bandito consegnò all'inviato una lettera per il presidente Harry
Truman, in cui chiedeva aiuti e armi per l'indipendenza della Sicilia,
proponendo un'annessione agli Stati Uniti d'America.
Su indicazione dei gruppi più reazionari del
movimento indipendentista siciliano, da cui fu nominato comandante del
cosiddetto “esercito volontario per l’indipendenza siciliana”, nel 1947
organizzò un attentato contro i contadini riuniti per celebrare il 1° maggio a
Portella delle Ginestre, risoltosi in una strage (11 morti e 33 feriti). Al
processo che seguì a Viterbo, Gaspare Pisciotta fece i nomi di quelli che
secondo lui erano i mandanti: nell’elenco figurava anche il ministro
democristiano Bernardo Mattarella, padre dell’attuale presidente della
Repubblica, ma i giudici ritennero le accuse infondate.
Giuliano cadde vittima di una imboscata a opera,
pare, del cugino Gaspare Pisciotta, che, prima che rivelasse cose scomode, nel
1954 fu avvelenato nel carcere dell'Ucciardone con un caffè alla stricnina.