mercoledì 25 gennaio 2017

Quando c'era il bandito Salvatore Giuliano

La mattina del 5 luglio 1950 Salvatore Giuliano fu trovato nel cortile della casa di un avvocato di Castelvetrano

Salvatore Giuliano
Montelepre 1922 – Castelvetrano 1950
Conosciuto come il bandito Giuliano

Di origine contadina, inizia la carriera il 2 settembre 1943 uccidendo un carabiniere a un posto di blocco. Continuò con una serie di rapine e omicidi nella Sicilia occidentale, agendo in connessione con la mafia e le forze politiche a essa collegate.
Nel 1947 (pochi giorni prima della strage di Portella delle Ginestre) Giuliano rilasciò un'intervista al giornalista americano Michael Stern, che riuscì a raggiungerlo sui monti. In quella occasione il bandito consegnò all'inviato una lettera per il presidente Harry Truman, in cui chiedeva aiuti e armi per l'indipendenza della Sicilia, proponendo un'annessione agli Stati Uniti d'America.
Su indicazione dei gruppi più reazionari del movimento indipendentista siciliano, da cui fu nominato comandante del cosiddetto “esercito volontario per l’indipendenza siciliana”, nel 1947 organizzò un attentato contro i contadini riuniti per celebrare il 1° maggio a Portella delle Ginestre, risoltosi in una strage (11 morti e 33 feriti). Al processo che seguì a Viterbo, Gaspare Pisciotta fece i nomi di quelli che secondo lui erano i mandanti: nell’elenco figurava anche il ministro democristiano Bernardo Mattarella, padre dell’attuale presidente della Repubblica, ma i giudici ritennero le accuse infondate.
Giuliano cadde vittima di una imboscata a opera, pare, del cugino Gaspare Pisciotta, che, prima che rivelasse cose scomode, nel 1954 fu avvelenato nel carcere dell'Ucciardone con un caffè alla stricnina.