domenica 26 luglio 2015

Calabresi famosi - Saverio Fera

Saverio Fera in una foto dell'archivio fotografico valdese

Saverio Fera (1850-1915): figlio del sindaco di Petrizzi (Catanzaro), un notabile liberale calabrese, a 16 anni andò volontario con Garibaldi nella campagna del 1866. “Pezzo grosso della Massoneria” secondo Giorgio Spini nel suo libro L’evangelo e il berretto frigio. Storia della Chiesa Cristiana Libera in Italia, 1870-1904, Torino, Claudiana, 1971, pag. 71 e sgg. “Bene ammanigliato con le consorterie facenti capo a Crispi [Presidente del Consiglio e massone], decorato con medaglia d’argento di benemerito della salute pubblica, per l’opera di assistenza da lui svolta durante un’epidemia a Palermo, come se non fosse abbastanza, giusto poco prima, aveva avuto persino la croce di Cavaliere d’Italia”. Infatti, da quel momento, nelle cronache dell’epoca è conosciuto come il “Reverendo Cavalier Saverio Fera”. Nel 1872 si convertì alla Chiesa metodistica wesleyana, poi, aiutato dai suoi amici ottenne il decreto per costituire la Chiesa evangelica italiana, abbandonandola a fine Ottocento per passare alla Chiesa Valdese.
Nonostante fosse un fervente anticattolico ed anticlericale, il 24 giugno 1908, alla testa di un notevole numero di massoni, appartenenti al Rito scozzese antico e accettato che avevano un approccio più conciliante con la Chiesa cattolica, guidò la famosa scissione massonica che dal Grande Oriente d’Italia (GOI), passò a creare la Serenissima Gran Loggia d'Italia, detta di Piazza del Gesù, dove era la sede. Adesso si è spostata di 200 metri in una Via vicina.