AFA D’AGOSTO
Cigola il carro sotto la
calura
E il mulo passa stracco
e macilento
Fra la polve ch’il passo
ne rallenta
Ed ancor più si piega
per l’arsura.
Il sentiero si snoda
sotto il sole,
Mentre siede a cassetta
il contadino
Che regge in man le
briglie sonnolento
Sotto l’unto cappello
già sudato
Vinto dalla fatica di
giornata.
Legato dietro al carro
arranca un cane
Ch’ansimante rimane per
la sete
Respirando quegli aliti
malsani
E regalando sangue ai
suoi tafani.
Il cane e il mulo
sognano una pila
Ove l’acqua pur calda e
limacciosa
Lor renda la stagione
meno afosa.
Appare la campagna
sonnacchiosa
E s’ode solo il canto di
cicale
Sull’ albero lontano ed
isolato,
Stridente nota di
stentata vita.
Le ruote passan nella
polverata
E schiacciano l’incauta
lacerta
Che tenta di passar la
carreggiata
Per rifugiarsi poi nella
scarpata.
Al casolare, dopo
abbeverato
Or rumina la biada il
mulo stanco
E il contadino dona al
cane fiacco
Quel pane duro che non
ha mangiato.
Tutti infine ripongono
le membra
Quando il sole abbandona
la sua sferza
E della sera, soffia dolce brezza.
Questa vita sì dura, il
fato avaro
Serba alla gente povera
ed onesta,
A chi di quiete resta
sempre ignaro
Tal che morte gli appar
meno funesta.
Ai furbi egli regala il
dolce miele
Ad altri inver, solo il
sapor del fiele.
Alfredo Giglio