NICOLA MISASI
Cosenza, 1850 – Roma, 1923
Scrittore
Nicola Misasi |
Nicola Misasi nasce a Cosenza il 4
maggio del 1850 da una famiglia della piccola borghesia. Insofferente alla
disciplina scolastica, egli interrompe ben presto gli studi regolari, che
riprenderà in seguito. Esordisce in letteratura quasi ventenne, con un racconto
intitolato Il povero saltimbanco;
successivamente pubblica due raccolte di poesie: Notti stellate nel 1873 e Leggende
liriche nel 1879. Imitando l’esempio di tanti altri scrittori meridionali e
spinto dall’esigenza di evadere dal chiuso provincialismo della sua Cosenza,
nel 1880 si reca a Napoli, presso lo scrittore Martino Cafiero. Alcune novelle
“paesane” pubblicate sul “Corriere del Mattino” attraggono l’attenzione del
giornalista Ferdinando Martini, il quale lo invita a scrivere sulle “appendici”
di altri giornali famosi, quali il “Fanfulla della domenica”, la “Domenica
letteraria” e la “Domenica del Fracassa”. Nel 1882, trasferitosi a Roma su
invito del Sommaruga, pubblica altri suoi racconti sulla “Cronaca bizantina”. A
Roma il Misasi, accolto nel cenacolo dell’editore Sommaruga, riceve
manifestazioni di simpatia e di consensi da parte di scrittori illustri come Gabriele
D’Annunzio.
Scrisse più di 50 romanzi e circa 200
racconti, volti a illustrare passioni, drammi, e leggende del popolo calabrese.
Le sue storie truci e lacrimevoli, centrate su figure di briganti, richiamano
spesso la tecnica a effetto della narrativa d’appendice. Tra i libri di
maggiore successo si ricordano: Racconti
calabresi (1881), In Magna Sila
(1883), Frate Angelico (1892), Badia di Montenero (1902). Le sue storie
sono popolate da contadini, pastori e briganti calabresi, accomunati da un
senso alquanto primitivo della giustizia e dell’onore, trame macchinose, forti
accentuazioni che spesso scadono nel convenzionale e non di rado generano
monotonia.
Nel 1884 tornò in Calabria, a
Monteleone (l’attuale Vibo Valentia), come professore di lettere al locale
liceo, e vi rimase fino al 1892, allorché tornò a Cosenza in qualità di
insegnante al liceo classico “Bernardino Telesio”. Iniziò una imponente
attività pubblicistica a quotidiani e periodici italiani e stranieri,
pubblicando non soltanto romanzi e racconti a puntate, ma anche resoconti di
viaggi e studi di carattere socio-economico e storico sulla Calabria. Lasciò l’insegnamento
nel 1915, allo scoppio della prima guerra mondiale, e si ritirò a San Fili, un
piccolo paese nei pressi di Cosenza. Morì a Roma il 23 novembre 19 23.