Lady Diana
Diana Spencer - Sandringham 1961 - Parigi 1997
Conosciuta anche come Lady D (in Italia) e come Lady Di (in Inghilterra)
“Non sempre le favole delle principesse finiscono bene. Era ormai diventata un singla: Lady Di, un personaggio della mediocre società mondana e della cronaca rosa. Inseguita da un malinconico destino e dai paparazzi.
Un suo bacio valeva, sul mercato degli scoop, un miliardo. La nostra storia sembra segnata dagli “scatti” fatali: Il medico di fiducia filma l’agonia di Pio XII e organizza un’asta.
Restano come aveva previsto Faruk, solo i re delle carte e quello d’Inghilterra: Carlo sarà il sovrano degli anni Duemila, per adesso deve accontentarsi di essere Principe di Galles, Duca di Cornovaglia, Conte di Carrick, Barone di Renfrew, Signore delle Isole e Gran Camerlengo di Scozia. E inoltre, vedovo, e legittimamente disponibile per quella matura signora a cui confidava, in un’intercettazione telefonica, perché è un sentimentale: “Vorrei essere il tuo Tampax”.
Se n’è andata Diana, quella moglie non amata, una brava signorina di buona famiglia, che forse aspirava, più che ad alloggiare nel castello di Windsor, dove occorre un completo da equitazione al mattino, un abito da pomeriggio per la colazione, la gonna per il tè e la sera si pranza in “lungo”, una pacata esistenza da moglie benestante. Forse non era preparata a quella parte: a quel marito che si occupava di storia e di archeologia, che sa comandare un dragamine e pilotare un jet, e suonare il violoncello, che ama Bach e sopportava appena i Beatles: Diana ha concluso decorosamente la sua missione ed è morta per un incidente banale, come una qualunque sfortunata automobilista di questa terra”.
Enzo Biagi, Dizionario del Novecento, RAI – ERI – Roma - Rizzoli, Milano, 2001, p. 179.