domenica 11 marzo 2012

Antonio Fava - Una vita dedicata al Teatro



Sopra, Antonio Fava in una delle sue maschere. Nella foto sotto, Fava insieme al nostro “Presidente” Gino Scalise durante una sua breve visita a Scandale.


HANNO PORTATO LA LORO ARTE OVUNQUE E HANNO FONDATO A REGGIO IMPORTANTI SCUOLE. SONO ANTONIO FAVA, CON LA COMICITÀ ARGUTA DELLA COMMEDIA DELL’ARTE E MARINEL STEFANESCU, BALLERINO E COREOGRAFO DI DANZA CLASSICA


Un mestiere per “burla”


“È debordante, esplosivo, come il suo talento. Per spenderlo ha bisogno di girare il mondo: dall’Europa all’America dal Medio Oriente al Giappone. Del resto, l’inizio dell’esistenza di Antonio Fava è cominciata con un viaggio e da allora non ha più smesso. A quattro mesi di vita è arrivato a Reggio da Scandale (Crotone) e oggi, che di anni ne ha 58, continua a girare il mondo con la sua Commedia dell’Arte. È attore, autore e regista teatrale.


Sulla Commedia dell’Arte – di cui è protagonista e maestro riconosciuto – scrive anche libri tradotti in inglese e spagnolo e costruisce mirabili maschere ispirate, solo per la struttura di base, a quei personaggi archetipi come Pulcinella, Arlecchino e Pantalone che portano in scena la vita quotidiana. «Il teatro è cominciato qui in Italia, con la Commedia dell’Arte circa 500 anni fa – chiarisce Fava – In giro per il mondo non porto quindi due o tre mascherine o mossettine, ma un principio su cui si fonda il teatro moderno, il teatro professionista che significa affare, mestiere, organizzazione del lavoro».


Antonio Fava ha fondato e dirige a Reggio la Scuola internazionale dell’attore comico che accoglie ogni anno da 70 a 80 giovani attori e attrici professionisti da vari Paesi. Insegna anche in istituti, università e accademie d’arte drammatica di tutto il mondo. Dove passa lui nascono compagnie teatrali. Una carriera cominciata alla fine degli anni Sessanta con Dario Fo e che poi è stata costruita mattone su mattone, giorno dopo giorno, anche con l’aiuto della sua manager e moglie Dina Buccino”. [...]


Parte di un articolo pubblicato qualche anno fa dai due siti del Comune di Reggio Emilia.