Michel
Onfray
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“La dittatura è una forma politica che continua a
durare attraverso i secoli e che, grazie alla propria dialettica e alla propria
plasticità, riesce ad assumere cadenze diverse secondo i tempi” (p. 12)
“Affermare
che il capitalismo aspira a dominare il pianeta non è una paranoia da pensiero complottista:
è il progetto confessato dai suoi stessi artefici… L’Europa di Maastricht,
alimentata da nazioni antichissime, è stata pensata come una macchina da guerra
del capitalismo, il cui cuore pulsante è il liberalismo. Il mercato deve
imporre le proprie regole. E, in effetti, il primo gesto di questa Europa è
stato proprio quello di creare una moneta unica. Come a dire: una confessione.
Gli
uomini si ritrovano gettati in questa giungla, abbandonati come animali a
combattere tra loro lasciando che sia la guerra a decidere della sopravvivenza
dei più adatti e della scomparsa di tutti gli altri, incapaci di adeguarsi in
maniera più efficace. I vittoriosi, i vincitori, la razza dei signori, i primi
della cordata, pianteranno la loro bandiera blu stellata sulla schiena dei
cadaveri delle vittime cadute lungo le diverse tappe di quella che i
sostenitori di Maastricht chiamano l’ascensione verso il tetto del progresso.
Questa
nuova forma di darwinismo sociale si presenta come la formula progressista su
cui dobbiamo tutti quanti dirci d’accordo, pena la promozione a nemici del
genere umano” (pp. 213-214)
Michel Onfray
Chambois, 1 gennaio 1959 –
Filosofo
francese fra i più popolari e controversi, autore di circa cento libri fra cui
il fortunato Trattato di ateologia
(2005), decostruisce ormai da trent’anni mitologie religiose, filosofiche,
sociali e politiche.
Cfr.
Michel Onfray, Teoria della dittatura,
Ponte alle Grazie, Milano 2020 – Éditions Robert Laffont, Paris 2019.