domenica 24 aprile 2016

Il pacifico ingresso dei garibaldini a Napoli

Ingresso di Garibaldi a Napoli il 7 settembre 1860

Il pacifico ingresso dei garibaldini a Napoli

“Francesco II di Borbone, dopo i primi successi garibaldini in Sicilia, nell’intento di avviare un indirizzo più democratico che valesse a salvargli il Regno, nominò Romano (nel frattempo rientrato a Napoli grazie a un’amnistia) prima prefetto di Polizia e quindi ministro dell’Interno. Il vecchio liberale, tuttavia, si mise segretamente in contatto con Garibaldi e Cavour, contribuendo invece al crollo del regime che egli stesso rappresentava.
Il pacifico ingresso dei garibaldini a Napoli, infatti, fu realizzato sotto la tutela della polizia locale, estemporaneamente riformata e costituita essenzialmente dai “lazzari” e dai camorristi di Salvatore De Grescenzo (capo riconosciuto della camorra napoletana, noto come Tore ‘e Crescenzo), criminali appositamente inquadrati e stipendiati in “una sorta di guardia di pubblica sicurezza”, come lo stesso Romano definì l’iniziativa nelle sue memorie.
Dopo aver convinto il sovrano Francesco II a lasciare la città per evitare spargimenti di sangue, Liborio Romano pochi giorni dopo (il 7 settembre 1860) giunse in carrozza nel centro di Napoli al fianco di Giuseppe Garibaldi, nel frattempo nominato “dittatore” da re Vittorio Emanuele II. Il tutto avvenne sotto il controllo attento della Camorra”.

Mario Mori, Servizi Segreti - Introduzione allo studio dell’Intelligence, G-Risk Edizioni, Roma 2015, pag. 106


Generale Mario Mori

Mario Mori
Postumia Grotte 1939 -
Generale dei Carabinieri

Ufficiale nel controspionaggio del SID italiano durante i difficili anni Settanta, è cresciuto nei nuclei speciali antiterrorismo del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. È fondatore del ROS dei Carabinieri, nonché promotore di innovative tecniche investigative. Generale dei Carabinieri, è stato direttore del SISDE e Prefetto della Repubblica italiana.