venerdì 4 aprile 2014

Ebbrezza - Poesia di Alfredo Giglio


EBBREZZA

L’amor ch’avevo in core m’ha lasciato
E tanto vino, quindi ho tracannato.
Sono ubriaco e mi sento stordito
Mi gira la testa e sono smarrito,
Poi cado per terra e guardo nei cieli
Nuvole bianche che sembrano veli.
M’alzo, barcollo, in piedi sto appena
Mi guardo allo specchio e faccio più pena;
Rido alla vita, sorrido alla sorte
Ma dentro di me avverto la morte.
Tentato d’andare, son ricaduto;
Ad uno scanno mi trovo seduto.
Vorrei cantare canzoni accorate
Ma sol farfuglio parole insensate.
Rivedo l’amor nei fumi del vino
Sono felice e mi sento divino
Riflesso nel rosso appaio Narciso
In terra mi trovo o nel Paradiso?
Rivedo Venere avvinta da Bacco
Mentre una donna m’ha dato lo scacco;
L’ultimo goccio, poi scolo il bicchiere
Mi sento rovente come un braciere.
Vorrei dire cose, senza cantare
Fa schifo la vita a chi ama odiare.
Se sei triste con la morte nel cuore
Nell’alcol annega pure il dolore
E il vino dei bere, dolce licore
Dolce, più dolce dello stesso amore.
Mi sento stanco, son fuori di senno
E mi ritrovo calato nel sonno.

Alfredo Giglio