Cesare quando giocava con lo Scandale |
IL MIO ULTIMO SALUTO A CESARE GRISI
"IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA ; CHI CREDE IN ME ANCHE
SE MUORE, VIVRA".
Caro Cesare, non ho trovato una sola
parola giusta per iniziare il mio saluto tranne che questo fulgido versetto che
abbaglia la mia mente, rasserena il mio cuore, traccia la strada al mio
cammino. Ma dal profondo silenzio, dalle labbra ammutolite, sento la parola,
quella vera, quella che non ha bisogno di frastuono, quella eterna, quella
speranzosa di chi anela verso la vita certa.
Il versetto biblico appena citato si
diffonde da questo sacro luogo in ognuno di noi farà eco per tutti i giorni
della nostra esistenza, come certezza di vita eterna, conforto e sostegno per
coloro i quali oggi piangono: tua moglie, i tuoi figli, i tuoi amici, tua
mamma, i tuoi fratelli, i tuoi colleghi di lavoro, amministratori dell'ente e
di tutti quanti, oggi hanno voluto stringersi e onorarti attorno a questa bara.
Ti ho conosciuto quando io ero bambino
e tu, ancora giovanissimo, qualche anno in più di me, frequentavi una persona a
me tanta cara che trovò subito dimora nella patria dei giusti e tu oggi così
presto l’hai raggiunta, lì, dove le nostre lacrime saranno asciugate e i nostri
occhi vedranno Dio, lì, dove il dolore si trasforma in gioia e l'angoscia
quotidiana diventa pace.
Sei stato buono, serio e distinto nella
vita di tutti i giorni che scorre in questo sofferente paese. Semplice, umano,
sul tuo volto abbondava il sorriso, e dai tuoi occhi traspariva la bontà
interiore.
Professionale, e sul lavoro molto
premuroso, attento a ogni persona, a ogni esigenza, fino all'ultimo giorno in
ufficio. Armato di pazienza, ogni volta che ti chiedevamo soluzioni, tu eri in
grado di trovarle, come quel calciatore quale una volta eri che sa usare
tecnica e buon senso nel portare una squadra verso la desiderata vittoria.
Ti voglio ricordare così e ti ringrazio
per le parole, per l’esempio di onestà, per la professionalità dimostrata fino
all'ultimo giorno: siamo in tanti a darti riconoscenza in modo speciale
ricordandoti con cordiale affetto.
L'unica cosa che possiamo fare è andare
avanti; le mattine andremo al comune e non vedremo più la tua persona. Questo
ora ci rattrista, ma poi vedrai che non ci rattristerà più, perché rimarrà viva
in noi la memoria di una persona per bene che ha lasciato un indelebile segno
di grande umanità! Perciò oggi ti voglio ricordare, come uno scandalese buono
che ha creduto nei valori, ha onorato profondamente Scandale e soprattutto
l'ente che ora rappresento.
E mentre la malattia ti accompagnava
verso la morte, tu imparavi ad affrontare responsabilmente la tua sofferenza,
con la lucida consapevolezza di chi nel più profondo del cuore crede e sa di
andare incontro al suo Signore, in piena fiducia, testimoniando così come
abbiamo udito: "Io sono la
Risurrezione e la vita; chi crede in me anche se muore,
vivrà".
Non ho davvero nessun'altra parola da
dirti se non banalmente ricordare che ci mancherai, che mancherai ad una
comunità intera. E le parole sono vane, inutili. Ti voglio però lasciare il mio
ultimo, personale e affettuoso saluto, da amico, e poi ringraziarti e salutarti
una volta per tutte a nome degli scandalesi che rappresento nella fervente
speranza di poterci un giorno nuovamente rivedere e sorridere di questa vita
che altro non è che un breve passaggio.
Sant'Agostino scrisse così: "Coloro che ci hanno lasciati non sono degli assenti, sono solo degli
invisibili: tengono i loro occhi pieni di gloria puntati nei nostri pieni di
lacrime". Bene, quelle lacrime saranno asciugate presto. Arrivederci,
Cesare!
Articolo del Sindaco di Scandale, Iginio
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