Domenico Pietro Strafaci, detto Palma
Longobucco 1831 – Bosco di Macchia
Sacra 1869
Dopo aver scontato molti anni di
carcere per omicidio, il brigante Domenico Pietro Strafaci, detto Palma (nella
foto) si diede alla macchia in Sila, nel circondario di Casabona, di Rossano e
di Corigliano. Basso e robusto, con tratti signorili, componeva poesie e
rispettava tutti, tanto da essere definito “il brigante galantuomo”. Scriveva
proclami per passione, firmandosi “Il re della montagna”. Catturato nel 1869 in seguito a una
soffiata, il tenente Riccio ne inviò la testa al colonnello Bernardino Milon,
comandante delle forze militari contro il brigantaggio, che ne diede notizia al
suo superiore, Generale Sacchi:
“La testa
di Palma mi giunse ieri a giorno, verso le sei e mezzo. È una figura piuttosto
distinta e somigliante a quella di un fabbricante di birra inglese. L’ho fatta
mettere in un vaso di cristallo ripieno di spirito, e ora chieggio a Lei se
vuole che la porti così, per farla poi imbalsamare, non essendo qui capace
nessuno di fare tale operazione. Nel caso affermativo me lo faccia prontamente
sapere. Si sono fatte delle fotografie della testa e, se riescono bene, gliene
spedirò un certo numero. Ho avuto entusiastiche manifestazioni, ma io sono di
carattere assai freddo e le confido che l’emozione da me provata è stata
limitata; avvenga che la più grande emozione l’avrò quando andrò via dalla
Calabria”.
Per un approfondimento: E. De Simone, Atterrite queste popolazioni. La repressione
del brigantaggio in Calabria nel carteggio privato Sacchi – Milon (1868 – 1870),
Editoriale Progetto 2000, Cosenza 1994.