FRANCESCO D’ASSISI
Cantavi nell’Umbria silente
alle fate e leggiadre donzelle
le serenate più belle.
Poi ti disse una voce:
Francesco la chiesa è cadente!
E allora cantasti per sempre
all’amore sospeso alla croce.
Vendesti la stoffa paterna,
gli amici, la casa, i parenti,
gli amori all’Amore novello.
Soltanto la cetra, s’eterna
in un canto soave più bello,
perenne, confuso alle pure,
dolci, natural creature.
Un canto d’amore infinito!
Oh, potessi, Francesco, pur io
diventare giullare di Dio.
Gino Scalise
Poesia pubblicata la prima volta su “Parva Favilla”, Tropea, 1965. Successivamente inclusa nel libro “Sui fiumi di Babilonia”. Cento canti in terra straniera, Fasano Editore, Cosenza, 1976, pag. 147.