venerdì 4 marzo 2011

Unità d’Italia 1861-2011 – A Pontelandolfo non festeggiano

La strage di Pontelandolfo in un dipinto dell’epoca


Accanto alla storia ufficiale del Risorgimento, ve n’è un’altra, rimasta a lungo seminascosta perché giudicata poco rispettosa delle “patrie memorie”.

Nonostante le celebrazioni ufficiali “politicamente corrette”, è doveroso ricordare che per le popolazioni meridionali, il Risorgimento fu sostanzialmente una conquista militare, che peggiorò le condizioni sociali ed economiche e compromise fortemente ogni possibile sviluppo.


Pontelandolfo è un comune della provincia di Benevento. È noto per essere stato il 14 agosto 1861, teatro di un eccidio, perpetrato dall'Esercito italiano come ritorsione per l'uccisione di 45 soldati, da parte dei briganti della banda Giordano. Su ordine del generale Enrico Cialdini (foto sotto), il colonnello dell'esercito Pier Eleonoro Negri, al comando di un battaglione di 500 bersaglieri, massacrò un numero stimato di oltre 400 inermi cittadini e distrusse il paese incendiandolo, ma dai registri parrocchiali si evince che i morti furono all’incirca 900.

Il fatto resta certamente una delle pagine più oscure e controverse del nostro Risorgimento. Un episodio da vera e propria guerra civile. Il luogotenente del re, Enrico Cialdini, disse che di Pontelandolfo non doveva rimanere più pietra su pietra.