lunedì 7 dicembre 2009

“O briganti o emigranti”, si diceva una volta.


Nella foto la banda di Pietro Bianchi che operava anche nel territorio di Scandale in una zona chiamata “I Scarazzi”.


Questi briganti, che da morti diventavano quasi degli eroi per il popolo, incutevano terrore ai nemici, ai quali cantavano spesso: “Tira, nimicu miu tira la pinna/fuossi ca nesci a morti la cundanna/tu tieni carta calamaru e pinna/ed iu purvera e palle a miu cummannu/tu si lu vicerè di chistu regnu/ed iu sugnu u’rre de la campagna”. [Spara, nemico mio, spara con la penna,/che forse esce di morte la condanna;/tu hai carta, calamaio e penna/e io polvere e palle al mio comando;/tu sei il vicerè di questo regno,/io sono il re della campagna”].
Per distruggere il brigantaggio, lo Stato schierò 120 mila uomini e vinse. Con le Leggi speciali convinse, ma non risolse certo i problemi del Mezzogiorno. Nell’Ottocento nessun Presidente del Consiglio era mai stato nel Meridione: basti pensare che Cavour parlava francese e non è mai stato più giù di Firenze. Il primo a mettervi piede fu Giuseppe Zanardelli nel 1901.