Sulla collina a
sinistra della foto, dove ci sono gli ulivi, che si vede poco prima di arrivare
a quello che comunemente è conosciuto come “U strittu i Luci” sorgeva secoli
addietro, prima della fondazione di Questo Scandale (1555), una chiesa denominata
San Pietro delle Sette Porte.
San Pietro delle
Sette Porte e San Giovanni Battista
Riprendiamo da un atto
notarile del 1521, conservato all’Archivio di Stato di Napoli, che rendeva esecutoria
la nomina di Andrea Carafa a conte di Santa Severina e reintegrava i territori.
Di seguito alcuni passi di questo lungo documento dove si accenna alle chiese
di San Pietro delle Sette Porte e San Giovanni Battista.
Nel nome di Gesù Cristo. Amen.
Il 1 giugno
1521, presso la città di Santa Severina e precisamente nel palazzo
arcivescovile…Omissis.
Andrea Carafa conte di Santa Severina. Noi Giovanni
Falanga di questa città regio giudice a contratto per tutta la provincia di
Calabria. Enrico de Rasis della terra di Le Castella pubblico notaio del Regno
di Sicilia al di qua del Faro e i testimoni convocati e interrogati per questo
atto pubblico. Rendiamo noto tale inventario nel suddetto giorno e in presenza
dei testimoni personalmente costituitisi …
Il feudo di Scandale è sito e posto nel territorio
della città di Santa Severina e confina cominciando da oriente con il passo del
Vallone di Maurizio. Tale Valle scende verso est fino alla Chiesa di Sette Porte ed esce sulla strada che
viene dal Cantone; lungo la strada, salendo a ovest, si incontra la fonte detta
Lustre de Luchia, il Colle detto della Ficarella, il Colle della Culipreda, il
Colle della Petrosa e della Gaudiosa. Nel luogo detto Le Macchie il confine
scende lungo una valle e sale verso il Colle Gasper per scendere poi fino al
Vallone Siccaneo e successivamente al passo di Gullo, dove incontra il Vallone
detto di Grisafi. Di qui sale al Passo di Cotugno, incrocia la strada che viene
dalla Valle de la Fico Cullarica, incontra la Valle nel luogo detto Passo di
Maurice. […]
Un altro pezzo di terra di 6 salme quasi interamente
boscose nel luogo detto le Serre di
Scandale Vecchio, che serve da prato per i buoi della gabella, confina a
oriente con la Valle detta dell’Orco, a nord con la valle detta
della Canna Varca, ad occidente con la Valle Arenosa, a sud con il Vallone
Siccaneo che parte dalla Cava detta di Gregorio e da detta Cava sale verso la
chiesa di San Giovanni Battista. Tutti questi pezzi di terra sono inclusi nella
gabella detta Scandale Piccolo. […]
La terra detta il Comune di Scandale di 50 salme circa boscose e incolte ha i
seguenti confini. A oriente la terra inizia dove si uniscono il Vallone di
Melriochi e il Vallone che parte dalla chiesa di San Pietro delle Sette Porte.
Da tale Vallone confina con la chiesa di San Pietro e con la via pubblica che
viene dal Cantone. Continuando per tale strada da nord si tocca l’Acqua de
Lucito e l’Acqua detta Christas Christas Ferrati, il feudo di Santo Stefano e
il Colle di San Salvatore. Dall’Acqua Christas Christas Ferrati il confine
continua verso il Colle de la Culipreda, il Colle de lo Cariglio e l’Acqua di
Cucunzo. Scendendo per la Valle di Cucunzo confina con le Cave di Gregorio,
alla Valle Arenosa e al Casale Vecchio; dalla Valle Arenosa verso sud confina
con la Valle di Canna Varca, con il Colle de li Travi, nel punto in cui si
uniscono il Vallone di San Salvatore e il luogo detto Malitochi, dove c’è un
pezzo di terra lasciata da Stefano Millea e un pezzo di terra della chiesa di San Pietro delle Sette Porte.
NOTA
Teniamo sempre
presente che questi confini del 1521 si riferiscono soprattutto al territorio
intorno a “Scandale Vecchio” e non a questo di adesso che è stato fondato nel
1555 da Galeotto Carafa su quella che era conosciuta come “Collina Gaudiosa”.
Che la chiesa di
San Pietro delle Sette Porte avesse una certa importanza lo si deduce dal
fatto che il terreno intorno fu per moltissimi anni assegnato ad un canonico di
Santa Severina a ricordo della chiesa che vi sorgeva.
Non abbiamo la
certezza assoluta ma, per quel poco che ho capito, questa chiesa si trovava
sulla collina che si vede sulla sinistra della strada (vedere la foto sopra) andando
verso Crotone prima di arrivare alla zona anticamente conosciuta nel
Cinquecento come “Lustre de Luchia” e che gli scandalesi nei secoli successivi
hanno progressivamente deformato in quello che ora è conosciuto come “U strittu
i luci”, fermo restando che nei pressi è rimasta la denominazione “La Lustra”.
Su una Carta Topografica Militare del 1877 che ho consultato alla Società
Geografica Italiana, la collina in questione si chiamava ancora San Pietro. Su
una del Novecento, invece, nello stesso posto c’è scritto Ponticello di San Pietro.
Sulla Gazzetta Ufficiale del 1911, San Pietro viene indicata proprio come una
zona colpita dalla malaria assieme a Santa Elia (Santu Liu) vicino Scandale.
Questa è la zona conosciuta come “U strittu i Luci” |