domenica 12 dicembre 2021

Chiese scomparse nel territorio di Scandale Vecchio

 

Sulla collina a sinistra della foto, dove ci sono gli ulivi, che si vede poco prima di arrivare a quello che comunemente è conosciuto come “U strittu i Luci” sorgeva secoli addietro, prima della fondazione di Questo Scandale (1555), una chiesa denominata San Pietro delle Sette Porte.


San Pietro delle Sette Porte e San Giovanni Battista

 

Riprendiamo da un atto notarile del 1521, conservato all’Archivio di Stato di Napoli, che rendeva esecutoria la nomina di Andrea Carafa a conte di Santa Severina e reintegrava i territori. Di seguito alcuni passi di questo lungo documento dove si accenna alle chiese di San Pietro delle Sette Porte e San Giovanni Battista.

 

 

Nel nome di Gesù Cristo. Amen.

 Il 1 giugno 1521, presso la città di Santa Severina e precisamente nel palazzo arcivescovile…Omissis.

Andrea Carafa conte di Santa Severina. Noi Giovanni Falanga di questa città regio giudice a contratto per tutta la provincia di Calabria. Enrico de Rasis della terra di Le Castella pubblico notaio del Regno di Sicilia al di qua del Faro e i testimoni convocati e interrogati per questo atto pubblico. Rendiamo noto tale inventario nel suddetto giorno e in presenza dei testimoni personalmente costituitisi …

 

 

Il feudo di Scandale è sito e posto nel territorio della città di Santa Severina e confina cominciando da oriente con il passo del Vallone di Maurizio. Tale Valle scende verso est fino alla Chiesa di Sette Porte ed esce sulla strada che viene dal Cantone; lungo la strada, salendo a ovest, si incontra la fonte detta Lustre de Luchia, il Colle detto della Ficarella, il Colle della Culipreda, il Colle della Petrosa e della Gaudiosa. Nel luogo detto Le Macchie il confine scende lungo una valle e sale verso il Colle Gasper per scendere poi fino al Vallone Siccaneo e successivamente al passo di Gullo, dove incontra il Vallone detto di Grisafi. Di qui sale al Passo di Cotugno, incrocia la strada che viene dalla Valle de la Fico Cullarica, incontra la Valle nel luogo detto Passo di Maurice. […]

 

Un altro pezzo di terra di 6 salme quasi interamente boscose nel luogo detto le Serre di Scandale Vecchio, che serve da prato per i buoi della gabella, confina a oriente con la Valle detta dell’Orco, a nord con la valle detta della Canna Varca, ad occidente con la Valle Arenosa, a sud con il Vallone Siccaneo che parte dalla Cava detta di Gregorio e da detta Cava sale verso la chiesa di San Giovanni Battista. Tutti questi pezzi di terra sono inclusi nella gabella detta Scandale Piccolo. […]

 

La terra detta il Comune di Scandale di 50 salme circa boscose e incolte ha i seguenti confini. A oriente la terra inizia dove si uniscono il Vallone di Melriochi e il Vallone che parte dalla chiesa di San Pietro delle Sette Porte. Da tale Vallone confina con la chiesa di San Pietro e con la via pubblica che viene dal Cantone. Continuando per tale strada da nord si tocca l’Acqua de Lucito e l’Acqua detta Christas Christas Ferrati, il feudo di Santo Stefano e il Colle di San Salvatore. Dall’Acqua Christas Christas Ferrati il confine continua verso il Colle de la Culipreda, il Colle de lo Cariglio e l’Acqua di Cucunzo. Scendendo per la Valle di Cucunzo confina con le Cave di Gregorio, alla Valle Arenosa e al Casale Vecchio; dalla Valle Arenosa verso sud confina con la Valle di Canna Varca, con il Colle de li Travi, nel punto in cui si uniscono il Vallone di San Salvatore e il luogo detto Malitochi, dove c’è un pezzo di terra lasciata da Stefano Millea e un pezzo di terra della chiesa di San Pietro delle Sette Porte.

 

 

NOTA

 

Teniamo sempre presente che questi confini del 1521 si riferiscono soprattutto al territorio intorno a “Scandale Vecchio” e non a questo di adesso che è stato fondato nel 1555 da Galeotto Carafa su quella che era conosciuta come “Collina Gaudiosa”.

Che la chiesa di San Pietro delle Sette Porte avesse una certa importanza lo si deduce dal fatto che il terreno intorno fu per moltissimi anni assegnato ad un canonico di Santa Severina a ricordo della chiesa che vi sorgeva.

Non abbiamo la certezza assoluta ma, per quel poco che ho capito, questa chiesa si trovava sulla collina che si vede sulla sinistra della strada (vedere la foto sopra) andando verso Crotone prima di arrivare alla zona anticamente conosciuta nel Cinquecento come “Lustre de Luchia” e che gli scandalesi nei secoli successivi hanno progressivamente deformato in quello che ora è conosciuto come “U strittu i luci”, fermo restando che nei pressi è rimasta la denominazione “La Lustra”. Su una Carta Topografica Militare del 1877 che ho consultato alla Società Geografica Italiana, la collina in questione si chiamava ancora San Pietro. Su una del Novecento, invece, nello stesso posto c’è scritto Ponticello di San Pietro. Sulla Gazzetta Ufficiale del 1911, San Pietro viene indicata proprio come una zona colpita dalla malaria assieme a Santa Elia (Santu Liu) vicino Scandale.

 


Questa è la zona conosciuta come “U strittu i Luci”