“L’atmosfera di
festa sembrava magica e coinvolgeva da rimanere incantata vicino all’albero di
Natale. Alzavo lo sguardo verso la cima, e la stella a cinque punte provocava
una piacevole suggestione. (…) Una ragazzina attenta e perspicace quale ero,
domandò ad Akida spiegazioni sul Natale. «Anch’io» rispose, «quando arrivai in
Italia volli capire il significato di tante usanze. Vedi, noi in Marocco
abbiamo due feste importanti, la festa del Feter che celebriamo quando finisce
il ramadan, e quella dell’Adha quando sacrifichiamo un agnello da dividere in
parti uguali con gli amici e con i poveri. Il 23 dicembre è il nostro Natale
musulmano e si chiama Manilid. Ricorda la nascita del profeta Maometto. Ora
stai bene a sentire. Noi musulmani rispettiamo il Natale dei cristiani perché
Gesù è anche un nostro profeta» Facevo finta di capire. Akida era una donna
molto intelligente e forse s’intendeva di psicologia. Comprese le mie
perplessità. «Guardami bene negli occhi, voglio parlare al tuo cuore. Non c’è
nulla di male che tu festeggi il Natale e quindi non creare problemi. Intesi?»
Chinai la testa per dire di essere d’accordo”
Passo del libro di Fatiha
Mor