Marcello Veneziani |
“A volte si ha l’impressione
che si sia instaurato un dispositivo economico –sanitario che nel nome della
paura – antica fonte di ogni potere, soprattutto dispotico – genera una forma
di totalitarismo applicato a una società molecolare di massa. L’idea che col
virus dovremo convivere, che prima o poi ritorna, o ne arriva un altro, in
forme inedite e perciò nuovamente pericolose, si associa alla raccomandazione
ossessiva di questi mesi: non abbassare la guardia, tenere alta la vigilanza.
Ovvero traduci: non tornare alla normalità e alla libertà, far perdurare all’infinito
questo stato di emergenza, isolamento e restrizione.
A chi giova tutto
questo? Chi ci guadagna in questa situazione? Chi resta al potere, con l’alibi
dell’emergenza. Chi vende prodotti farmaceutici, programmi di controllo,
strumenti tecnologici di sorveglianza, o altre linee di prodotti, anche
ideologici, anche pseudo-medici, fino ai libri dei virologi-star, onnipresenti
e ben remunerati. Insomma chiunque speculi su questa situazione e tragga
vantaggio dal suo perdurare. Chi detiene in queste situazioni un potere vasto,
fino al potere di vita o di morte, sulla popolazione, ha tutto l’interesse a
rendere permanente, cronica la situazione in cui siamo stati proiettati dalla
pandemia. Il fatto che la Cina, un regime totalitario che mescola mercato,
profilassi e comunismo, sia diventato il modello di riferimento, rende ulteriormente
inquietante la situazione in corso”
Marcello
Veneziani
Bisceglie
1955 -
Filosofo e
scrittore
Passo di un articolo apparso sul
settimanale Panorama del 10 giugno 2020 a p. 53