NASCE LA VITA
Vita che fosti incerta
in universo
ed aria ed acqua
catturasti insieme
fra dense nubi partorite
in terra,
ai giorni alterni con la
notte esisti,
pieni di pluvia ed
alitar di vento
nel sempiterno divenir
del tempo.
Vita che fosti madre di
mia madre
ed ora scorri in me più
tormentosa,
che voce mi donasti al
primo pianto
presto mi lascerai col
cuore immoto
e gli occhi dagli umori
prosciugati.
In te senso di pace e di
dolore
albergarono insieme più
malvagi
e la gioia nel suo corso
fu funesta
tu, genitrice di
selvaggi dei,
e d’alberi fronzuti alla
tempesta.
Alla luce venisti sotto
il sole
in pascoli d’acque
putrescenti
e dalla quiete calda di
limaccia
traesti per magia la
neve ghiaccia.
Al lume tuo sgorgò
l’umor maligno
e generasti l’odio con
l’amore,
che vennero fra loro
alla tenzone
che gli animi squarciò
votati al gelo.
Ora che sovrasti sul
pianeta terra
e, sfidando anche il
tempo, ti rinnovi
sali più alta a prendere
il tuo posto
ch’al Ciel piace, tal
che l’energia
che t’alimenta più non
resti occulta,
per regalare all’anima
armonia.
Alfredo Giglio