Scorcio del centro storico di Santa Severina |
Presenze ebraiche nel
Marchesato di Crotone
Nel
XV secolo, sia nei capitoli concessi a Santa Severina, sia in quelli concessi
alla città di Crotone, re Alfonso approvava le richieste dei cittadini in cui
si chiedeva che gli ebrei residenti fruissero di tutte le grazie, franchigie,
immunità e libertà di cui godevano tutti gli abitanti.
Nel
Marchesato di Crotone, per i secoli XIII-XVI, è documentata la presenza
(continua o sporadica) di comunità ebraiche a Umbriatico, Strongoli, Caccuri,
Santa Severina, Roccabernarda, Policastro, Mesoraca, Belcastro, Cutro, Crotone,
Isola Capo Rizzuto, Le Castella, Torre di Tacina. Per alcune di queste località
(Caccuri, Santa Severina, Crotone) si conosce il sito della “giudecca”, ossia
il quartiere, o strada, dove abitavano i giudei. A Santa Severina la giudecca
si trovava presso il quartiere della Grecìa, nei pressi del quale si ergeva il Timpone
delli Judei; a Crotone essa abbracciava il sito della parrocchia di santa
Maria Prothospatari. A Isola Capo Rizzuto, a poca distanza dell’abitato,
a oriente, si stende una contrada denominata ancora oggi Giudea. Nella
zona si trovava forse l’area cimiteriale della locale comunità ebraica, o un
qualche antico possesso giudaico; la località si identifica, infatti, con il
toponimo Palatium de Judeis ricordato in documenti datati ai secoli
XII-XIV. La comunità di Crotone risulta la più antica e importante del
Marchesato. Nel 1276 essa pagava una tassa annua di 19 once , 12 tarì e 12
grana. Anche quella di Santa Severina era abbastanza antica. Per esempio, nel
1308 la gabella della tintoria fu data in fitto al giudeo Mataluso per un
canone annuo di otto tarì.
Cfr.
Cesare Colafemmina, Presenza ebraica nel Marchesato di Crotone, in “Studi
Storici Meridionali”, anno IX, settembre-dicembre 1989, p. 287. Notizie
successivamente incorporate in Cesare Colafemmina, Per la storia degli Ebrei
in Calabria, Soveria Mannelli, Rubbettino, 1996.