domenica 11 agosto 2013

Scandale 1955 - La Festa di Condoleo raccontata dal prof. Rossi-Doria


La Madonna di Condoleo gira per le vie di Scandale (foto d'epoca, Archivio Aprigliano)

Riporto di seguito la seconda parte di un articolo del prof. Manlio Rossi-Doria sulla Festa della Madonna di Condoleo di Scandale, da lui seguita personalmente nell’estate del 1955. La prima parte l’ho pubblicata nel mese di agosto del 2011.

Serata di sabato.
Sono le nove. Finalmente la gente è uscita di casa e sta girando per il corso. Sono raggruppati tutti in piazza dove ci sono le bancarelle. In genere sono uomini a rimanere fermi intorno alle bancarelle dove ci sono i giuochi. Le donne, poche, sono accompagnate da familiari e fanno tutto il corso senza fermarsi. Le ragazzine e i ragazzini sono più liberi e girano divertiti.
I bambini stanno in braccio alla madre con cappotti di pelliccia, anche se la serata e bella e tiepida. Non v’è chiasso sono tutti seri. La musica dopo la cerimonia si è spostata verso il palco e tutti pianino si spostano verso il palco. Quasi tutti mangiano gelati. In fila ascoltano l’opera, ognuno ha portato la sua sedia e molti stanno con la bocca aperta ad ascoltare i cantanti. La piazza è piena. Solo due gruppi di donne stanno a destra del palco.
Di fronte al palco, in piedi stanno uomini in maggioranza e qualche ragazza. I cantanti sono bravi, ma la folla non applaude mai. Anche qua non c’è chiasso. Nessuno spinge e ognuno sta al suo posto. Tra un pezzo e un altro quando il maestro si ritira, la folla va a comprare gelati e noccioline. A mezzanotte si ritirano a casa senza cerimonie. Qualche uomo si ferma ancora alle bancarelle o ai bar.

Domenica mattina
Spari alle 5 del mattino. Messa cantata. In piazza gli uomini-giovanotti e ragazzini sono fermi davanti alle bancarelle dove hanno luogo i giochi di tiro, le lotterie e i prestigitazioni. Si divertono tutti e scherzano. I bar sono pieni. È uso offrire agli amici. Alle undici esce il quadro della Madonna portato da 4 ragazzi. Avanti camminano il prete e le guardie comunali e forestali, dietro il quadro della Madonna, poi la Banda e poi i fedeli.
Quelli che seguono la processione sono le solite 30 ragazze. Forse questa volta non sono quelle dell’Azione Cattolica. Hanno tutti i vestiti nuovi: i capelli però sono rimasti sporchi. Dietro le ragazze seguono i giovanotti in genere pretendenti o fidanzati delle ragazze. Sul corso, alle finestre sono appese le coperte. Ad ogni porta il quadro si ferma e soldi sono appesi dalle famiglie al quadro della Madonna.
I soldi sono appesi dal direttore del comitato Don Rosario [Simbari]. Mentre la processione segue le vie principali il quadro è portato nei vicoli per raccogliere soldi. (Questi soldi servono ancora per la festa) la processione aspetta l’immagine e così all’una, mangiano solo i musicisti. Tutti gli altri sono andati a casa a mangiare carne e pasta. Prima della Madonna passano ragazzi e vendono immagini della Madonna o medaglie, poi un ragazzo che chiede soldi per dire litanie alla Madonna. Verso le 4 finisce la processione. Ogni famiglia ha spillato soldi e baciato con le dita la madonna. Hanno avuto in soldi 400.000 lire.

Domenica pomeriggio.
Già i vestiti si sono impolverati e la festa si trascina. Sono venuti Crotonesi, Sanmmauresi e altri forestieri. I bar sono pieni, la gente passeggia per la strada centrale. I genitori comprano giocattoli, mostaccioli e noccioline ai bambini. Gli uomini giocano alla lotteria.

Serata di domenica.
Si è levato il vento e mentre i contadini passeggiano si sentono frasi di questo genere: “Questo vento non ci voleva, chissà come andrà la campagna”. Molta gente si è ritirata in casa ad aspettare che cominci la musica. Alle nove si sentono le prime note della traviata. Tutti si spostano con ordine vicino al palco, chi con le sedie e molti senza. Benché ci sia un vento forte e freddo, tutti ascoltano. Sono attenti soprattutto quando i cantanti entrano in ballo. Nelle file dove mi trovo, le ultime, molti giovanotti parlano, ma subito vengono rimproverati da altri e stanno zitti. Sono tutti molto sensibili alla musica e i loro visi sono più tesi che alla predica del prete la prima sera. Appena finito il pezzo cominciano a muoversi e si rompe l’incantesimo. Applaudiscono pochissimo, per non dire mai. Al primo intervallo, la gente si riposa. Quelli che hanno le case vicine entrano in casa, gli altri, o stanno seduti al loro posto, o in famiglia si dirigono verso i bar a prendere consumazioni. Al secondo e al terzo pezzo c’è un po’ meno gente, ma ancora si notano bambini addormentati in braccio ai genitori. A mezzanotte finisce il concerto. Un contadino, S. Voce, ha offerto una bottiglia ai cantanti. Nessuno ha applaudito e tutti si dirigono in fondo al paese dove avranno luogo i fuochi. Sempre con ordine si spostano e si piazzano. I fuochi cominciano. Molta gente si è ritirata per il troppo vento. La fanfara suona. I fuochi sono bellissimi, ma la gente non è tanto attenta. Molti se ne vanno dopo la prima sparata. Quando scoppiano in cielo, la gente non guarda, parla, scherza ride. Si divertono di più. All’una sono terminati i fuochi e quasi correndo senza più fermarsi ai bar la gente raggiunge le proprie case. Un contadino mi diceva che una giornata di festa era per lui più stancante che una giornata in campagna. Aveva dovuto togliersi le scarpe che gli facevano male ai piedi. Con il vestito pulito, non si può fare niente, ho sempre paura di sporcarlo. Non mi siedo e sto in piedi e sedici ore in piedi ammazzano una persona. In fin dei conti, non mi piace niente della festa. Alla moglie gli piace l’arrivo della Madonna in paese.
Lunedì 23
Già dalle 3 del pomeriggio gli uomini giovani, tutti i ragazzi e pochissime donne aspettano in piazza per assistere ai giochi. Finalmente alle 16, persone del comitato arrivarono con piatti di pasta per cominciare il primo gioco. La scalinata sulla chiesa era piena di gente e la tavola dove erano i piatti era posta davanti alla porta della chiesa. Nessuno vide niente di questo, il quale consiste a mangiare un piatto di pasta fortemente condita avendo le mani legate dietro la schiena. Concorrenti 3. Il primo a terminare vinse una gallina. Poca partecipazione dalla gente del pubblico.
Secondo gioco: gioco della fune.
Si mettono 5 da ogni parte e i più forti a tirare vincono. Ci sono due gare e una finale. Premio: paia di provole, alla squadra vincitrice. Grande partecipazione del pubblico. Grandi discussioni. Si alza la voce. I carabinieri intervengono. La gente applaudisce.
Terzo gioco: gioco dell’uovo.
Ci sono 2 corse con 4 concorrenti e la finale. Il gioco consiste a correre per 60 m. con un uovo nel cucchiaio. Il primo ad arrivare senza rompere l’uovo è vincitore. Il pubblico partecipa, grida, accompagna il primo e taglia la strada agli altri. Il vincitore della finale vince una bottiglia di vermuth.
Quarto gioco: corse con i sacchi.
2 vice e una finale. È il gioco più atteso. Il primo ad arrivare si butta sulle braccia del pignetto (sic) dalla gioia. Premio: fiasco di vino.
Quinto gioco: corsa a piedi dal buio di colle del vento fino alla chiesa. Premio: una gallina. I vincitori erano amici; sono tutti ragazzi giovani e hanno organizzato per la sera una cena. Verso le 6 si comincia la vendita all’incanto di stoffa e cristallini. Nessuno acquistava. Faceva molto freddo e solo una quarantina di uomini assistevano. C’è poi una riffa finale. Il premio è una barca soprammobile.
Martedì 24.
La festa è finita. Il camion venuto da Crotone a novellare le illuminazioni è ripartito. La gente è rientrata alle proprie case, i vestiti nuovi sono stati stipati e la Madonna di Condolio è rientrata nella sua nicchia. Il tempo è brutto e i contadini si preoccupano per il raccolto.

Notazioni e Appunti di Rossi-Doria e delle sue collaboratrici, A.N.I.M.I., Roma, Archivio Rossi-Doria, fascicolo 9, vol. II (dattiloscritto).

La Madonna di Condoleo in un'altra foto d'epoca