venerdì 20 luglio 2012

Fuoco greco


FUOCO GRECO

Sulla fine del VII secolo d.C. l’impero bizantino introdusse nelle battaglie navali, ma anche in quelle di terra, un’arma segreta, cioè quello che tutti chiamano il “fuoco greco”: espressione usata per indicare una miscela incendiaria che veniva spruzzata sulle navi e queste, essendo fatte di legno, prendevano immediatamente fuoco. Il liquido veniva tenuto in grandi otri di pelle o in vasi di terracotta chiamati siphones che all’occorrenza venivano lanciati. Oggi gli esperti ritengono che fosse una miscela di pece, salnitro, zolfo, nafta e calce viva.
Per secoli la formula segreta, che conoscevano in pochi, è stata tramandata da un imperatore all’altro. Dall’inizio del XIII secolo, probabilmente per la perdita della formula o per il difficile reperimento di tutte le sostanze necessarie, l’uso del cosiddetto “fuoco greco” nelle battaglie divenne raro e scomparve.
Comunque, fu proprio l'utilizzo di questa miscela che fece fallire vari assedi degli Arabi musulmani alla città di Costantinopoli a cominciare dall’ottavo secolo e rese i Bizantini invincibili per centinaia di anni.