venerdì 13 luglio 2012

Cesare Lombroso in Calabria


Le parole che seguono sono state scritte alla fine dell’Ottocento da un mostro sacro della cultura risorgimentale: Cesare Lombroso (Verona 1835 – Torino 1909), noto per le sue scarse simpatie, persino biologiche e razziali, nei confronti dei Meridionali in genere:

“Mi duole il constatare per troppe vie officiali o quasi officiali che la sospirata unificazione d'Italia, ahi, troppo più formale che sostanziale, non ha recato alcun profitto nei rami più importanti della convivenza Calabrese; e in molti anzi imprimeva un regresso: come certo nell'agricoltura, nella emigrazione, nella criminalità, nella proprietà, nell'economia, nella morbidità, nella nuzialità, nei morti precoci, nelle scuole; mentre i vantaggi più apparenti che reali, più di vernice che di sostanza, perché o precoci, o inadatti, o insufficienti come le ferrovie, le scuole, i giornali e le rappresentanze politiche divennero nuove fonti di disagio e di criminalità, accumulando a danno degli umili ed a profitto di troppo pochi gli inconvenienti della civiltà insieme a quelli della barbarie”.

Cesare Lombroso in Calabria, edizione originale 1898, ripubblicato nel 2009 dalla Rubbettino, a cura di Luigi Guarnieri.