Le straordinarie qualità di un uomo...
Nell'archivio
dei miei ricordi, negli anni che comprendono i miei 14 e 19 anni, c’è una
raccolta infinita di memorabili e indimenticabili incontri quotidiani avuti con
un uomo, un grande comunicatore, senza orpelli, secco e preciso, un uomo che
ammiravo a dismisura. Quel che c'è da dire va detto, con ogni mezzo, con i
libri, sui giornali o anche semplicemente parlando di lui. Don Renato Cosentini
era un comunicatore perfetto, capace di coinvolgere chiunque. Lo era stato con
il popolo di Scandale nei suoi primi anni di sacerdozio e con i suoi bambini, quelli
della Casa della Carità, da lui stesso fondata. Colpiva la sua comunicabilità
innata, la carica umana che sapeva trasmettere. Gentile, aperto, disposto a
capire tutto, paterno senza essere paternalista; ma fermo, esigente, anche
insistente, sicuro nei principi cristiani e sicuro che non serva imporli quanto
proporli: questo tipo di direttore spirituale era don Renato Cosentini. Uno che
non agguantava la "preda", che non la trattava altezzosamente, ma che
al contrario si avvicinava con delicatezza, non si stancava mai di spiegare e
incoraggiare; uno che confortava, che esaltava i successi e relativizzava le
sconfitte di quelli che si rivolgevano a lui. Don Renato sapeva essere
scrittore avvincente, con uno stile graffiante, genuino e scorrevole, efficace
e coinvolgente, maestro di vita crudo e dolce insieme. Uomo di grande cultura, l’ho
adulato per questo!! E comunicatore straordinario lo era nell'organizzare
iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica di Scandale, per quanto il
più delle volte non sia stato capito. Si servì della sua autorevole parola,
oltre che dei giornali, per tutte le manifestazioni scaturite dalla sua mente
fantasiosa e vulcanica. Credo che in Calabria fossero in pochi a non conoscere
Don Renato. Don Renato fu perfino uno "scandaloso" comunicatore,
quando sul letto di morte decise di desiderare che la “sua Casa” continuasse a
vivere, nonostante la gente lo vedesse finito e incapace di poter ancora
decidere. Volle essere così per donare se stesso ai propri ragazzi, fin oltre
la morte, e perché così nessuno avrebbe potuto negare che Don Renato avesse
sconfitto quella morte che tanto temeva, negli occhi di tutti quei bambini che
ha aiutato. Troppi ragazzi, troppe persone bisognose hanno avuto grazie a lui
la possibilità di vivere e costruirsi un futuro, va ringraziato anche solo per
questo, per la speranza che ha elargito. Questo era don Renato Cosentini.
Ricordo
commossa che, alla fine dei nostri dialoghi, mi ripeteva sempre: “Prega per me
quando morirò”…Beh Don Renato, se è vero che le anime possono sentire ciò che i
vivi vanno predicando e dicendo, allora è anche vero che udirai di tanto in
tanto un sibilo, un vento leggero che ti porta il mio pensiero…Don Renato io
non ti dimenticherò mai…
Articolo di Elena Pavone pubblicato nel
2011 nella pagina Facebook “Villa Condoleo nel Cuore” e successivamente dal
sito www.fondazionecasacarita.org