domenica 5 febbraio 2012

La soppressione del vescovato di San Leone



Nella foto sopra si vede il cortile interno del fabbricato costruito a metà dell’Ottocento dal barone Nicola Drammis sulle rovine di San Leone. Ristrutturato, adesso è sede dell’Agriturismo Leonia.


Morto l’ultimo vescovo di San Leone, il lusitano Alvaro Magalenes (1565-1566), e rimasto vacante il vescovato, il papa Pio V nel maggio 1566 concede l’amministrazione dei beni della chiesa di San Leone al nuovo arcivescovo di Santa Severina Giulio Antonio Santoro (1566 – 1572), promettendogli che in seguito sopprimerà il vescovato e lo unirà a quello di Santa Severina. Il nuovo arcivescovo ne prese subito possesso tramite il notaio Domenico Guarino. (Instrumentum captae possessionis Ep.tus Sancti Leonis per egregium Not.m Domenicum Guarinum sub die maii 1566). La soppressione del vescovato e la sua unione a quello di Santa Severina tardano. Finalmente, il 27 settembre 1570, Pio V invia un Breve al vescovo di Umbriatico, Pietro Bordone, incaricandolo di visitare e di istruire il processo sulle qualità della chiesa di San Leone, che deve essere soppressa a causa della desolazione e dello spopolamento.


Il vescovo dovrà certificare le rovine e l’abbandono del casale e della chiesa e compilare il processo, prendendo atto dello stato “de praedicta ecclesia eiusque Civitate, Diocesi, clero, populo, statu, situ, conterminis, nec non beneficiis, proprietatibus, censibus, iuribus et actionibus”. Ottenuto il Breve, che gli spiana la strada per ottenere la soppressione del vescovato di San Leone e l’incorporazione dei suoi beni alla mensa arcivescovile di Santa Severina, Giulio Antonio Santoro, detto il Cardinale di Santa Severina, invia subito da Roma, in data 29 settembre 1570, le istruzioni per il suo vicario generale in Santa Severina, Giovanni Antonio Grignetta, in modo che si prepari in modo adeguato per l’imminente visita del vescovo di Umbriatico Pietro Bordone ( 1567 -1578).


“Al Ven.le m. Gioanni Enfosino decano di Santa Severina et amico nostro carissimo a S.ta Severina.


Instruttioni per il processo c’ha da fare mons. d’Umbriatico sopra il Vescovado di San Leo che si manda al Reverendo Gio. Ant.o Grignetta Vicario n.ro generale in Santa Severina.


Dal tempo che piacque a N. S. farmi Arcives.vo di Santa Severina trovandosi vacare la chiesa di San Leo, Sua Santià la volse unire, ma scordatasi in quel consis.ro disse volerlo fare un’altra volta massime dopo ch’io fussi costi et c’havessi potuto farne il processo nel Concilio Provinciale secondo il Concilio Tridentino sess. 24 de refor. g.rali cap. 13 Vocatis quor. interest non di meno all’hora medesima S. S.ta mi fece quel breve c’havete costi de colligere et conservare i frutti di San Leo, et queste per un interim all’Unione.


Hora vedendosi la cosa andare in lunga S. B.ne ha deliberato di procedere et cosi scrive un Breve al Vescovo d’Umbriatico che s’informi della Chiesa, Città, Diocese, Redditi, Frutti della chiesa di S. Leo acciocché si possa risolver d’unirla a qualchuno per esser detto Vescovo confidente di S. B.ne come sua Creatura.


La copia del qual Breve ve si manda qui inchiusa. Pertanto bisogna andare o mandare a detto Vesc.vo per presentarlo, et per condurlo a vedere il luogho di San Leo onde io credo sarà necessario condurlo in Santa Severina per far questo overo in Cutro o altro luogho della Diocese dove a voi parrà più opportuno perch’io non so li luoghi con sumministrarli le spese et farlo spedir quanto prima et così potrete fare o come meglio vi parrà.


Et se con questa occ.ne vi paresse far che desse nella n.ra diocese il sacram.to della confirmatione mene rimetto a voi avertendo pero che s’osservino le debite circunstanze conforme la rubrica del Pontificale et Concilio Tridentino et il tuttoripongo in suo arbitrio.


Il Vescovo predetto si pigli un Notaro sufficiente et che facci buona... ancor capace S. S. dell’animo anco ch’o di fare una chiesa nel luogho di San Leo se si potrà et una cappella nella chiesa n.ra dove si celebrasse quotidianamente ma perch’io non sò il luogho dove sia ne appresso che habitato non posso dir altro.


Quello che si ha da provare per l’Unione o suppressione sarà che la detta chiesa è rovinata à fundamentis. Che non ha città alcuna, che non ha popolo, che non ha beneficii, che non ha diocese anzi ch’è dentro la dioc.se di Santa Severina. (ch’io sappia, ma se è altrimenti, che si deducha in processo)


Che il più vicino Vescovado o chiesa è la metrop.na di S.ta Severina dalla cui città dista tre o quattro over sei miglia che siano, et ch’è nel territorio di detta città d’altra terra della terra della sua diocese.


Che li frutti son tenui, esigui, et pochi quali quasi non bastano ad un Prete non ch’ad un Vescovvo et qua potrete far essaminare testimonii sopra li redditi, et beni si potran produrre li instrum.ti degli affitti. Et anco computare da fertile ad infertile che può valer ciascuno anno secondo i communi et generali prezzi.


S’ha da produrre nel processo copie autentiche, ascoltate con le originali appresso del Comm.rio de beni et censi o altre cose di detta chiesa con avertir quelle de quali la chiesa n’è hoggi in poss.ne et di quelli che non, et cosi d’una Platea che l’archidiacono havra ricovrata da un Notaro di Policastro de quei beni detta chiesa non è in poss.ne


Et così anco si puo dedurre il med.mo per testimonii per d’altre ragioni, et attioni d’essa chiesa et del resto far diligenza che questo processo venghi ben formato et finire la verità.


Sara bene che si esaminassero qualche testimoni di fuora di S.ta Severina, cioe che non siano della città per rimuovere ogni scrupolo di suspitione sopra questo breve non ho fatto pigliare l’essequat. per non havere di servire in contradictorio Judicio.Per questo né voi né il detto vescovo non ne prenderete ombra ma attenderete all’essecutione.


Il processo me si mandi poi per via sicura per poterlo presentare a Sua Santità. Havrei chiaro tra l’altre una cosa che vedessino di ricovrar bolle et scritture appartenenti tanto alla detta n.ra Città quanto à quella di San Leo, et altri della Diocese per conservarli nell’Archivio n.ro ma il tutto destram.te tamq. aliud agens.


In reliquis supleat cum prudentia. Roma XXIX sept.ris LXX. Iul. Ant. Card. et administrator S. Severinae”.


Cfr., Andrea Pesavento, La soppressione del vescovato di San Leone, pubblicato su La Provincia KR n°. 31-33/2006.