domenica 16 ottobre 2011

Nel 1961 “Il SECOLO” pubblica un articolo su Scandale





A destra, Piazza Guglielmo Oberdan a Scandale, in una foto d’epoca conservata nell’Archivio Aprigliano



POVERA, TROPPO DIMENTICATA ED INFINITAMENTE BELLA. BISOGNA AMARLA PROFONDAMENTE E DEDICARSI AD ESSA CON SPIRITO PIONIERISTICO PER OTTENERE QUALCHE RISULTATO.



Il “miracolo italiano” non si estende alla Calabria



Crotone 13 aprile 1961 – Uomini politici e giornali vanno...alla scoperta della Calabria, questa nobile terra troppo dimenticata e infinitamente bella. Ed è qui, a Crotone, fra gente semplice che non teme la fatica, che ci hanno consigliato una visita a qualche paese dei dintorni. Uno fra tanti, tanto si assomigliano tutti.



Eccoci per esempio a Scandale: 800 metri sul mare sulla strada che da Crotone porta a Santa Severina. Un paese di circa ottomila abitanti che potrebbe al massimo ospitarne, malamente, la metà.


Case vecchie, annerite, con povere stanze dove si vive in una triste promiscuità: strade sassose malamente illuminate di notte, torme di bambini per le strade, male vestiti e peggio nutriti. Servizi igienici inesistenti, e impossibilità o quasi di lavoro dato che anche l’agricoltura è abbandonata e curata all’antica quel tanto che basta per alimentare le famiglie cariche di bimbi e di miseria. Gli uomini, quando possono emigrano verso il Nord o meglio all’estero: le donne accudiscono alla campagna e ai molti bisogni della casa. E i bambini? Disertano spesso la scuola perché mancano anche i soldi per i libri o per un grembiulino.


Vivono all’aperto, sbandati, mocciosi e salutano festosi le poche macchine che passano o i radi turisti in cerca di questo triste folclore.


Nessuno provvede: le autorità locali non ne hanno le possibilità, quelle centrali hanno altro da fare anche se esaltano “il miracolo italiano”. Se qualche cosa si fa è dovuta all’iniziativa privata, alla generosità e al cuore di qualche singolo.


Abbiamo voluto far visita ad un giovane sacerdote il quale da solo ha cercato di arginare la propaganda rossa, che ha buon gioco in un ambiente così misero, andando incontro su un piano umano e sociale, a qualcuna delle maggiori necessità. Non è molto, ma l’esempio dovrebbe essere seguito.


Don Renato M. Cosentini ha raccolto nel poco spazio della Parrocchia, una quarantina di bambini fra i più bisognosi e abbandonati. Non una propaganda religiosa, ma un’assistenza umana e sociale. Questi bambini imparano le più indispensabili cognizioni scolastiche, ricevono alimenti e indumenti; qualche volta anche soldi. Apprendono le prime nozioni del vivere civile, sono tenuti al corrente di quanto è necessario sapere. E soprattutto sono tenuti lontano dalla strada.


Un’opera altamente meritoria specialmente; opera di un uomo, un giovane sacerdote, e non di una organizzazione catechistica o politica. Ma Don Cosentini mira più innanzi. Vuol creare una fonte di lavoro per gli abitanti di Scandale, ed ha per questo i suoi progetti in via di risoluzione. Uno dei tanti paesi della nobile Calabria, questo, ma è come tutti gli altri. Gente buona ecc. [...]




Parte di un articolo del giornale “IL SECOLO” d’Italia, organo del Movimento Sociale Italiano, pubblicato venerdì 14 aprile 1961, Anno X, n° 89.